TERRACINA – La notte scorsa sono nate 35 tartarughine della specie Caretta caretta. Ad attenderle hanno trovato i Tartawatchers di Legambiente insieme agli esperti della Rete Tartalazio che hanno tenuto sotto controllo il nido dal momento dell’ovideposizione fino al momento della schiusa.
“Ci sono voluti 64 giorni di incubazione – si legge in una nota a margine dell’evento – per far nascere il primo plotone di tartarughe che dopo essere state pesate e misurate sono state liberate in mare. I Tartawatchers di Legambiente e gli esperti della Rete Tartalazio hanno potuto così tirare un sospiro di sollievo visto che il nido, deposto il 30 luglio scorso, il 17 settembre era stato raggiunto da una forte mareggiata che aveva costretto a traslocare rapidamente le 66 uova in un’area più sicura. Un evento che aveva fatto temere per il buon esito della schiusa che invece è iniziata regolarmente alle 20.17 di ieri quando la prima tartarughina ha fatto capolino dalla sabbia tra l’entusiasmo dei presenti”.
E prosegue: “Si tratta dell’ultima schiusa dei 10 nidi rinvenuti quest’anno sulle coste laziali: 3 a Ostia, 1 a Nettuno, 3 a Sabaudia e 3 a Terracina. Un numero crescente che riflette la situazione registrata a livello nazionale con circa 250 nidi: da Jesolo, il sito più a nord del Mediterraneo, fino alla piccola Isola di Lampedusa il lembo più a sud d’Italia che è stato il primo luogo dove fu accertata l’ovodeposizione di mamma tartaruga ormai 30 anni fa. Un ulteriore testimonianza dell’effetto dell’aumento della temperatura legata ai cambiamenti climatici. Fino a pochi anni fa, infatti, le nidificazioni si registravano
“Siamo molto soddisfatti – dichiara Anna Giannetti del Circolo Legambiente di Terracina – di aver contribuito alla conservazione di questa specie in pericolo che oltre a rappresentare una ricchezza in termini di biodiversità costituisce una preziosa risorsa anche dal punto di vista socio economico”.