GAETA – La campagna elettorale ed il voto amministrativo al comune di Formia hanno avuto il merito o il demerito di anestetizzare il dibattito politico nel centro sinistra di Gaeta disperatamente impegnato a definire un progetto finalizzato a porre termine all’esperienza amministrativa di Cosimimo Mitrano e a individuare un candidato Sindaco credibile chiamato ad opporsi al successore del primo cittadino in carica. Lo scrutinio del voto amministrativo di Formia lunedì pomeriggio ha detto molte cose in prospettiva delle elezioni di Gaeta in programma la prossima primavera.
Che sia arrivato il tempo di porre fine alla stagione di veti incrociati interni al fronte progressista di Gaeta lo dice l’ultimo sindaco che ha preceduto Mitrano. Antonio Raimondi è stato il primo cittadino completamente civico della provincia di Latina. Ha guidato Gaeta per una sola consiliatura dal 2007 al 2012 commettendo l’errore di snaturarsi aderendo a minuscole forze politiche presenti in Parlamento e, per di più, sconosciute nella città di cui è stato sindaco.
Raimondi ha avuto anche la possibilità di “prendersi” il Partito Democratico – in occasione di un tesseramento volle e pretese la tessera numero 1 – ma il suo camaleontismo l’ha ingabbiato sino a stritolarlo alle amministrative del 2012 quando iniziò l’era Mitrano . Raimondi è figlio di emigranti gaetani costretti subito dopo la guerra a trovare fortuna negli Stati Uniti. Qui è nato “Anthony” – così si fa ancora chiamare – quando torna a Gaeta dall’Africa, dal Kenya in particolare, dove ha la responsabilità amministrativa presso alcune missioni salesiane.
In un post su facebook Raimondi ha voluto lanciare un segnale al fronte progressista di Gaeta. Nel senso che per la scelta del candidato a sindaco da contrapporre al nome del successore di Mitrano il centro sinistra, volendo o nolendo, dovrà fare i conti anche con lui. Anche se l’interessato sembra affermare il contrario. Da Nairobi Raimondi ha gettato un sasso dell’immobilismo del centro sinistra di Gaeta. L’ha fatto nel momento in cui ha capito che l’ultima sortita politica finalizzata a trovare una sufficiente e necessaria unità interna è fallita sul nascere.
Un mese fa, infatti, Demos, Orizzonti per Gaeta, il MoVimento 5 stelle e, appunto, il Movimento Progressista, quello fondato e guidato a lungo da Raimondi, avevano deciso di lanciare un appello. Attraverso un documento congiunto elaborato dopo alcune riunioni interne conteneva una finalità, politica ma anche sociale, “ripristinare il ruolo centrale della città e di chi la vive per restituire a Gaeta e ai suoi cittadini lo slancio e la dignità che meritano”.
Per Demos, Orizzonti per Gaeta, il Movimento 5 stelle ed il Movimento Progressista “il Mitranismo dopo un decennio deve essere archiviato”. E il primo affondo era stato tutto un programma: “La questione morale, la rigenerazione della Casa comunale in forme nuove e aperte alla partecipazione democratica e un’efficace e responsabile progettualità devono essere il fondamento di una nuova amministrazione”. Raimondi sapeva per primo che questo appello doveva avere un destinatario preferito e ben definito: il Partito Democratico. Una risposta, qualsiasi essa fosse, non è mai arrivata e ora Raimondi ci prova dal ‘cuore’ dell’Africa.
Ufficialmente dice di aver effettuato anch’egli “un passo indietro per facilitare la scelta finale”. D’altra di fatto rilancia quella che per molti che lo conoscono, sia nel centro sinistra che nella iperblindata maggioranza Mitraniana, è molto di più di un’autocandidatura a prendere in mano il dilaniato ed atomizzato fronte progressista gaetano. Lo fa capire quando, concludendo il post, ostenta un facile ottimismo (“Siamo a buon punto”) e formalizza un’autentica chiamata alle armi: “Crediamo che formare una forte coalizione sia ancora più importante!”. Rispetto a cosa? Facile. Il paragone di confronto è la maggioranza che sostiene il sindaco Mitrano in cui c’è un po’ di tutto: Forza Italia, Fratelli d’Italia, alcune liste civiche e, attraverso il presidente del consiglio comunale Pina Rosato, il Partito Democratico
Raimondi non è preoccupato affatto di quanto sta avvenendo nel frammentato centro sinistra nella sua Gaeta: “I progressisti, piaccia o meno, sono ancora democratici e quindi discutono sulla candidatura a sindaco essendo…una cosa seria. Non aspetteremo che il nostro signore feudatario che viene da Fondi – ed è un altro affondo dell’ex sindaco di Gaeta – per l’investitura. Tra l’altro dal 2012 in avanti hanno inventato, ben prima di Putin, l’opposizione sistematica: scelgono anche quella. Invece nel nostro campo si sono molti candidati pronti a sfidare chiunque…”.
Anthony Raimondi, a tal riguardo, li menziona e lui stessa afferma, utilizzando la prima persona plurale, che …”Abbiamo dovuto a tanti di fare un passo indietro per facilitare la scelta finale”.
L’ex sindaco mette in chiaro, dal suo personalissimo osservatorio, che “si sono fatti da parte, per senso di responsabilità molti con grande esperienza, Lino Magliuzzi, Emiliano Scinicariello, Franco De Angelis, Salvatore Di Maggio (“nessuno mi ha chiesto niente e, di conseguenza – dice l’interessato polemizzando con Raimondi – non ha detto nulla a nessuno”), Salvatore Fortunato, Sabina Mitrano, Pasquale Fantasia, Michele Vaudo, Jason Forbus, Annamaria Sparagna e, ovviamente,anche il sottoscritto”.
E’ una ricostruzione vera per metà. Nel senso che il consigliere comunale in carica tra i banchi dell’opposizione di “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello ha fatto sapere la prossima primavera concluderà con la politica attiva. Sabina Mitrano, invece, avrebbe atteso la conclusione delle elezioni amministrative di Formia per rilanciare la sua sfida contro la prima amministrazione di cui ha fatto parte per oltre un anno rivestendo l’incarico di assessore alla cultura. “Sto preparando una bella strada per me… – ha scritto – È in salita lo so ma comunque sarà bellissima. So che il tempo stringe ma presto sarà il mio momento”.
Demos, Orizzonti per Gaeta, il Movimento 5 stelle anche il Movimento Progressista, tuttavia, erano stati chiari a tal riguardo. C’è tempo per pensare alla figura del candidato a sindaco “che dovrà essere condivisa e dovrà vedere in primo piano idee, riflessioni e criteri inerenti a tale percorso di partecipazione” finalizzato alla “realizzazione di un reale progetto di cambiamento”
Tra le righe lo stesso ex sindaco Raimondi ha voluto lanciare un appello al Partito Democratico che nella vicina Formia aveva vinto moralmente il primo turno delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre blindando 3437 voti pari al 16,77%.
I Dem, per quanto riguarda la sua gestione provinciale commissariale, devono fare sapere dove collocarsi: rinnovare il ferreo accordo dell’ex segretario pontino Claudio Moscardelli con il sindaco Mitrano o tornare nell’alveo naturale – com’è avvenuto nel voto di Formia – del “campo libero e progressista” .
A deciderlo sarà il sindaco di Gaeta, chiamato ad una scelta: riproporre nuovamente una coalizione con i simboli civici o, per la prima volta, a piegarsi ai desiderata di Lega e Fratelli d’Italia che vogliono vedere i rispettivi loghi sulla prossima scheda elettorale.
Sono scelte delicate e sensibili che saranno influenzate dall’esito delle elezioni amministrative di Formia che ha incoronato il primo sindaco di Forza Italia della storia, Gianluca Taddeo. Dal 1993 in poi quando i due principali comuni del Golfo hanno rinnovato le rispettive amministrazioni a pochi mesi dall’uno dall’altro l’esito del primo voto ha sempre condizionato il secondo…..Regola non scritta ma sempre attuale.