FROSINONE – Non dovrà scontare la condanna all’ergastolo Nicola Feroleto, il 51enne muratore di Villa Santa Luciano accusato di non aver evitato l’omicidio del figlio Gabriel, ilbambino di soli 28 mesi che sarebbe stato strangolato e soffocato dalla compagna Donatella Di Bona nel primo pomeriggio del 17 aprile 2019 nelle campagne in località Volla a Piedimonte San Germano.
Lo ha deciso la Corte d’assise di appello che, accogliendo la richiesta del nuovo avvocato difensore Pasquale Cardillo, ha annullato la condanna all’ergastolo inflitta a Feroleto 11 mesi fa – il 20 novembre 2020- dalla Corte d’assise del Tribunale di Cassino. I giudici di secondo grado hanno avallato l’accordo a tre, tra difesa, il sostituto Roberto Nomi Bulgarini della Procura di Cassino e la Procura generale, per derubricare l’ipotesi accusatoria iniziale, omicidio aggravato, in omicidio semplice la cui pena massima è di 24 anni. La Corte d’assise di appello ha inoltre riconosciuto a Nicola Feroleto le attenuanti che gli erano state negate al termine del processo celebrato a Cassino e, cioè, di non aver ucciso materialmente Gabriel che aveva avuto da una relazione extraconiugale con Donatella, di aver vissuto in un ambiente socialmente degradato e di possedere una scarsa scolarizzazione.
I legali di parte civile, gli avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti hanno evidenziato, invece, come Feroleto, dopo aver rilasciato in questi due anni circa dodici dichiarazioni diverse tra loro, abbia ammesso le sue responsabilità nel delitto, nel senso di non aver fatto quanto necessario per salvare la vita di Gabriel dopo che Donatella l’aveva soffocato perché insofferente al pianto del bambino mentre i due amanti si erano appartati. “E’un rimorso che mi porterò dietro per tutta la vita” ha detto il muratore di Villa Santa Lucia. Per le parti civile, si sono costituiti contro Nicola Feroleto la madre ed il fratello di Donatella, è stata confermata quindi, dopo le dichiarazioni dell’uomo, l’ipotesi accusatoria formulata sin dall’inizio che vedeva la madre di Gabriel esecutrice materiale e reo confessa dell’omicidio, e Nicola Feroleto spettatore inerme ad assistere all’uccisione del piccolo senza intervenire.
La difesa di Donatella Di Bona, rappresentata dagli avvocati Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi, attende invece che venga fissato il processo d’appello contro la sentenza a 30 anni di reclusione emessa il 12 novembre scorso dal Gup Di Croce al termine del rito abbreviato condizionato. I legali difensori il 6 settembre avevano depositato il ricorso per riformare la sentenza di primo grado in via principale in ordine alle cause che hanno condotto alla morte del piccolo Gabriel e all’inesisistenza in Donatella della volontà di uccidere il figlio primogenito.
Inoltre la difesa ritiene necessario disporre una nuova perizia psichiatrica in quanto si contestano le conclusioni cui é arrivato il perito del Tribunale di Cassino, il professor Mandarelli, che non avrebbe tenuto in debito conto la situazione patologica in cui versava e versa la Di Bona. In ultimo ma di fondamentale importanza è stata contestata la sentenza di primo grado nella parte in cui non ha inteso riconoscere a Donatella le circostante attenuanti generiche.
“Donatella – hanno dichiarato gli avvocati Prospero e Cucchi – ha diritto a vedersele riconosciute in primo luogo in quanto é stata collaborativa durante la fase delle indagini e solo perchè grazie a Donatella é stato possibile ricostruire i fatti e individuare il luogo del delitto e la presenza anche di Nicola Feroletio. In secondo luogo l‘incensuratezza della Di Bona e la condizione psicopatologica in cui versava rendono certamente applicabili quantomeno le circostanze attenuanti generiche”. I difensori della Di Bona non disperano di beneficiare della scadenza della carcerazione preventiva che, della durata di un anno, potrebbe essere applicata se entro dodici mesi dalla conclusione del processo di primo grado non verrà fissato quello d’appello come peraltro è stato richiesto.