PONZA – La Guardia di Finanza del gruppo di Formia nel cimitero di Ponza. La rivelazione arriva dai consiglieri comunali di opposizione, Francesco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli, che confermano come ci sia un’inchiesta penale della Procura di Cassino per appurare eventuali violazioni di legge sulla delicata opera di esumazione di alcune salme ed il loro relativo trasferimento temporaneo presso la chiesa della Salvazione.
Le Fiamme Gialle di Formia sono arrivate sulla principale isola pontina per sequestrare la parte del camposanto interessato da lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Regione Lazio dieci anni fa. L’iter è stato laborioso e macchinoso e solo lo scorso anno la stessa Regione aveva approvato il progetto e individuato la ditta per eseguire i lavori. La precedente amministrazione guidata da Piero Vigorelli, consapevole che i tempi della Regione sarebbero stati lunghi aveva finanziato alcuni lavori di somma urgenza per consentire un accesso sicuro all’area della cosiddetta Batteria. Ma per consentire i lavori decisi dalla Regione, occorreva “liberare” un’area, con l’esumazione di 38 salme.
Con ordinanza numero 22 del 18 giugno 2021, il sindaco Franco Ferraiuolo aveva disposto questo intervento ma soltanto il 21 settembre scorsi il Comune aveva individuato la ditta tramite la piattaforma MePa. Si tratta della “Sfoa” di Oriano Calcatelli, una ditta con sede a Montelanico, in provincia di Roma. Le minoranze sono caustiche e severe quando ricordano che il Comune di Montelanico ha avuto “come sindaco (e ora capo dell’opposizione) il segretario comunale di Ponza, Dott. Raffaele Allocca”. Il cantiere è stato aperto ma dopo venti giorno, l’8 ottobre 2021 i consiglieri Comunali d’opposizione Francesco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli, hanno scritto al Prefetto di Latina esponendo rilievi e preoccupazioni.
In sintesi avevano fatto rilevare come le due operazioni appaltate dal comune di Ponza “vengano effettuate da una ditta esterna, a cimitero chiuso, e senza alcun familiare della salma, senza un messo, senza un vigile urbano o altro operatore che faccia una sorta di censimento delle salme… Proprio per questa ragione, la preoccupazione che si possa fare della confusione o degli sbagli è altissima… “. Insomma la Prefettura era stata sollecitata ad intervenire – da qui il sequestro della Finanza di Formia – “perché ci sembra inverosimile che delle operazioni tanto delicate ed importanti si possano fare con questa scellerata modalità”.
E tre giorni prima del blitz delle Fiamme Gialle, il 15 ottobre il segretario generale Allocca con la determinazione numero 425 ha liquidato a favore della ditta “Sfoa” 85.400 euro, iva compresa, fondi provenienti dal bilancio del comune di Ponza. La Giunta il 16 ottobre aveva annunciato la riapertura del cimitero di Ponza a lavori ultimato ma i cittadini appena entrati nella struttura hanno visto quello che le foto,a lato, documentano.
“E’ chiaro che quest’orribile vicenda non si può fermare alla pura constatazione di quello che è avvenuto – hanno concluso amareggiati i consiglieri Francesco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli – Ci sono evidentemente responsabilità, molto gravi e pesanti. L’amministrazione comunale ne deve rispondere, al tribunale penale e alla Corte dei Conti. E soprattutto ne deve rispondere di fronte ai Ponzesi”.
“Le dimissioni – ha aggiunto rincarando la dose l’ex sindaco Vigorelli – sono obbligate prima che la vergogna faccia il resto”.
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