FONDI – Il barometro continua ad indicare tempesta nei rapporti, mai facili, tra l’amministrazione comunale di Fondi ed il variegato e ricco panorama culturale della città. La riprova è contenuta in una lettera, che farà rumore nei prossimi giorni, che un anno fa in questi giorni nessuno – proprio nessuno – avrebbe immaginato sulla scrivania del sindaco Beniamino Maschietto. Il primo cittadino ed il suo vice nonché assessore alla cultura sono i destinatari. Il mittente è un bravo collega che da qualche anno aveva deciso di rimboccarsi le maniche per irrobustire l’offerta culturale di una città che, a tal riguardo, ha sempre guardato il resto del circondario dall’alto verso il basso. E, invece, Simone Nardone ha deciso di togliere il disturbo dal ruolo di coordinatore della “Casa della cultura” di Fondi.
Quella di Nardone sarà stata una decisione sofferta anche se accompagnata da tanta amarezza ma, dopo una lunga e vana attesa, ha deciso di inviarla e “metterla nero su bianco” . L’esordio è un pugno nello stomaco: “Carissimi sindaco Beniamino Maschietto e vice sindaco Vincenzo Carnevale, mi rivolgo a voi perché ho il timore che le parole, nel corso di questi due anni se l’è portate il vento, ed è mio dovere etico e morale fare un po’ di chiarezza su cos’è la Casa della Cultura”. Nardone ha deciso di scrivere “a titolo personale” sapendo di trovare la comprensione a parte di due amministratori di una città che “sicuramente sapete di quanto tempo e passione ci si mette nelle cose in cui si crede veramente, anche togliendolo al lavoro, agli affetti, a se stessi”.
La Casa della Cultura a Fondi cos’è? E’ rappresentata da un comitato promotore di circa 20 associazioni a cui si sono unite un’altra decina di associazioni che hanno deciso di fare rete. Da due anni a questa parte dialogano tra loro e provano a sognare un luogo fisico che si chiami “Casa della Cultura”. Si tratta di associazioni che rappresentano il cuore pulsante della cultura locale e sono il traino di un movimento che ha una dinamicità che non si è assopita malgrado le scarsissime disponibilità economiche ed è riuscito a non spegnersi neppure tra i lockdown segnati dalla pandemia. A Nardone sono fischiate le orecchie ascoltando nel consiglio comunale del 27 ottobre il sindaco Maschietto che senza peli sulla lingua aveva dichiarato come la “Casa della Cultura non abbia mai avanzato un progetto condiviso su cui poter ragionare”.
La replica del dimissionario coordinatore: “Per onore della verità è vero, non abbiamo mai presentato un progetto per veder realizzata la Casa della Cultura in senso pratico e non virtuale. Non lo abbiamo mai fatto perché innanzitutto siamo consapevoli di essere in un territorio nuovo, una strada non battuta. Di idee e progetti di Casa della Cultura ne esistono diversi per l’Italia, ma non c’è al momento un regolamento o un format che possiamo prendere e presentare come tale a una qualsiasi amministrazione, che sia comunale, ma anche regionale o provinciale per poi aspettare se ci sia un’approvazione o un diniego. Parlare di uno spazio polifunzionale aperto a cittadini, artisti e associazioni è ovviamente qualcosa di complesso che non può paragonarsi a un semplice modello pre compilato per ricevere un patrocinio ad un evento”.
“Però, non è vero che nulla abbiamo fatto – ha puntualizzato Nardone – tralasciando l’incontro in campagna elettorale con lei, sindaco Maschietto – occasione in cui ricordo con soddisfazione che ha anche sottoscritto il manifesto – rammento di come una rappresentanza del Comitato l’ha incontrata quando, in qualità di vice sindaco facente funzioni, il 20 febbraio del 2020 parlammo, in una sala del Comune, delle nostre idee e di come poterle realizzare. Se lei ben ricorda, in quell’occasione abbiamo dato dei consigli, ma ci venne risposto che dovevamo attendere le elezioni e che successivamente l’Amministrazione si sarebbe adoperata. Il vice sindaco Vincenzo Carnevale, che a detta del primo cittadino in consiglio comunale, ha riferito di non aver mai ricevuto progetti dalla Casa della Cultura, forse non l’avrà ragguagliata sul fatto che dal 20 di novembre del 2020 siamo in attesa di conoscere come voler far nascere un tavolo tecnico che mettesse insieme operatori culturali e quelli turistico-ricettivi della città. Proposta, questa, che lui stesso ci formulò in quell’occasione in cui per via della pandemia ci vedemmo in modalità virtuale in videoconferenza. Forse, lo stesso vice sindaco e assessore alla Cultura Carnevale non ricorderà che la sera del 19 aprile del 2021, mi chiamò telefonicamente per chiedermi come poter integrare le associazioni del comitato nelle iniziative del “Maggio dei Libri” a cui il Comune voleva aderire. Telefonata conclusa con l’accordo di un immediato futuro aggiornamento telefonico che non è mai avvenuto”.
Eppure diverse associazioni del Comitato hanno preso parte al cartello del Comune di Fondi lanciando e rinnovando diversi appelli nei riguardi dei vertici dell’amministrazione comunale. L’ultimo, dove il sindaco Maschietto era presente, era stato lo stesso Nardone a farlo in occasione della chiusura della Biennale d’Arte di Fondi il 29 agosto scorso. E in quella occasione il coordinatore, ora dimissionario, ricordò al dottor Maschietto di come l’idea e il progetto della Casa della Cultura di Fondi, attraverso il suo comitato, sia stato inserito in una tesi di Laurea di una ragazza di fuori regione. In quell’occasione Nardone spiegò come “noi, come associazioni, non possiamo che portare un messaggio. Ma sono le Amministrazioni a tutti i livelli che devono farsi carico di un meccanismo così articolato come può essere quello dell’istituzione di una Casa della Cultura in una città”.
E invece tante promesse sono rimasti tali: “Mi sarei atteso, se davvero qualcuno oltre noi del comitato crede in questo progetto, che qualcuno avrebbe lavorato davvero all’istituzione di un tavolo tecnico, se non sul tema culturale-turistico-ricettivo, almeno sulla possibilità e la fattibilità di provare a capire se quel sogno della Casa della Cultura possa trasformarsi in realtà”. Maschietto è stato durissimo: “Nessun progetto è stato sottoposto dalla “Casa della Cultura” a questa Amministrazione” La replica di Nardone è stata condita da un velato sarcasmo: “Chiedo a questa stessa Amministrazione di immaginare i calendari estivi e invernali senza gli eventi promossi dalle associazioni locali. Perché se quello che rimane è poco, potete ben capire che forse, quanto meno le associazioni tutte di Fondi, aderenti o meno al comitato Casa della Cultura, necessitano davvero di altra attenzione e di toni di confronto, che ahinoi a quanto pare, non ci sono. Non voglio chiedere delle scuse pubbliche, ma sarebbe un bel messaggio se quest’Amministrazione si rivolgesse direttamente e indirettamente in modo diverso a chi ogni giorno si spende per la cultura in questa città e a chi crede che in questo territorio ci sia bisogno di un discorso più ampio di sistema culturale, un’esigenza a cui un Ente comunale non può non porre attenzione e dunque proporre soluzioni”.
Ma un appello al Sindaco, al vice Sindaco e a tutta l’Amministrazione sia di maggioranza che di minoranza in consiglio comunale, Nardone l’ha voluto fare: “E’ inutile che discutete sul tema se poi non si passa ai fatti. È un discorso che ribadisco travalica qualsiasi ideologia o divisione politica, perché come ho personalmente detto più volte: guai, a mettere cappelli o colori politici sulla cultura. L’appello è questo: quest’Amministrazione passerà, cambieranno le persone che rivestiranno i vostri ruoli, come cambierà il nome del coordinatore del Comitato e sicuramente quello dei componenti dello stesso, ma una cosa non cambierà: la voglia di fare cultura e di farla insieme, in modo condiviso e possibilmente in uno spazio dedicato ad essa, un luogo che si chiama Casa della Cultura. Noi, anzi, più voi che noi, avete l’opportunità di scrivere una pagina di storia di questa città, non sprecatela, non sprechiamola”.
La conclusione della lettera di Nardone è la sintesi di quanto riportato sinora: “La mia è una decisione che non avrei mai voluto prendere e mai avrei voluto prendere in questo modo. Ma se in due anni la mia figura non ha saputo produrre nulla di concreto, neppure far comprendere a questa Amministrazione qual è il ruolo del comitato promotore, ne prendo atto, e spero che il comitato rinnovando nei prossimi giorni le cariche sia in grado di individuare una persona pronta a instaurare un nuovo e rinnovato dialogo con le istituzioni. Perché il motto è e rimane sempre lo stesso: prima la Casa della Cultura, poi tutto il resto”.