ITRI – A distanza di una settimana dal gravissimo evento franoso che ha acuito la già grave situazione di dissesto idrogeologico in contrada Campiglioni riapriranno giovedì ad Itri le scuole di ogni ordine e grado. Venerdì, invece, tornerà a svolgersi il mercato settimanale non molto lontano dalla zona in cui si è piombato un devastante fiume di fango e detriti di ogni genere provocando danni per oltre 20 milioni di euro e costringendo l’evacuazione oltre 200 persone.
L’ha annunciato il sindaco Giovanni Agresti subito dopo il proficuo incontro che, organizzato dal prefetto di Latina Maurizio Falco, ha registrato la partecipazione, tra gli altri, del direttore dell’agenzia Regionale di protezione Civile Tulumello, dei vertici del comando provinciale dei vigili del fuoco, della direzione regionale difesa del suolo e del genio civile di Cassino oltre che dei Comandanti Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, del Questore di Latina, del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale e di un rappresentante del Ministero della Transizione Ecologica.
Per il sindaco Agresti, accompagnato dal suo vice ed assessore ai lavoro pubblici Elena Palazzo e dai dirigenti del settore tecnico e della polizia locale, Giuseppe Caramanica e Pasquale Pugliese, sono stati già garantiti i minimi presupposti di sicurezza perché possano riprendere l’attività didattica e di vendita dopo gli interventi di manutenzione e di bonifica coordinati dai vigili del fuoco e svolti dalle squadre comunali di pronto intervento e delle varie associazioni di protezione civile del comprensorio.
Il prefetto Falco ha presto atto della decisione del comune di utilizzare un’app della Protezione Civile Nazionale che, denominata “Sindaci in contatto 2.0”, attraverso la quale i cittadini residenti nella contrada Campiglioni saranno informati preventivamente attraverso un messaggio whattsapp di eventuali e futuri eventi franosi. Il prefetto Falco ha suggerito anche di inaugurare una procedura di intervento basata sul monitoraggio costante del Bollettino Meteorologico Regionale e di contatto diretto con la Sala operativa regionale della Protezione Civile.
Il vertice di Latina ha anche confermato come sia iniziato l’iter per il ritorno nelle singole famiglie evacuate. Ma a deciderlo saranno i Vigili del fuoco chiamati a valutare le singole e oggettive situazioni delle strutture immobiliari danneggiate o lambite dal fiume di fango e detriti alimentato si da un’eccezionale ondata di maltempo ma favorito da un fenomeno di dissesto idrogeologico acuito da un vasto incendio doloso della scorsa estate. Se è un costone di collina percorso dal fuoco è monitorato in miniera ancora più ravvicinata, il perfetto Falco ha confermato di aver investito il direttore Tulumello di relazionare la regione Lazio ed il dipartimento della protezione civile nazionale per avviare la procedura finalizzata a beneficiare di cospicue forme di ristoro. La dichiarazione dello stato di calamità naturale che sarà deliberata dalla giunta regionale del Lazio dovrebbe rendere piu snella questa procedura.
Intanto questa emergenza idrogeologica, che è anche sociale, ha creato anche qualche imprevista polemica politica. La prima ha riguardato componente di Forza Italia che, presente nella maggioranza, ha deciso di non far parte della terza Giunta Agresti dopo aver rifiutato anche la presidenza del consiglio comunale.
A far indispettire il primo cittadino aurunco era stato il comunicato stampa del capogruppo azzurro alla Regione Pino Simeone che lunedì aveva reso noto come il capogruppo consiliare al comune di Itri della stessa Forza Italia, Andrea Di Biase, avesse rappresentato il comune ad una seduta della commissione Protezione civile alla Pisana. Il sindaco Agresti era sobbalzato dalla sedia affermando come non avesse giammai delegato l’architetto Di Biase a rappresentare l’ente nell’organismo regionale. Agresti ha confidato di attendere un’App per collegarsi dal comune, magari alla presenza del Prefetto Falco.
Ora il gruppo consiliare di Fortza Italia conferma l’audizione di Biase in commissione ma non ha specificato a nome di chi. Il capogruppo aveva riepilogato i termini della situazione e, definendo “immediati” gli interventi di soccorso , ha ringraziato o l’attività delle organizzazioni di protezione civile, della Croce Rossa italiana e dell’amministrazione comunale tutta che fin dai primi momenti successivi all’evento calamitoso avevano prestato la loro incessante opera di soccorso. Ma Di Biase a nome di chi parlato? Del Comune di cui è un autorevole e apprezzato esponente o a titolo personale? Forza Italia ricorda come “l’emergenza resta, comunque, al presente, e confidando nel riconoscimento dello stato di calamità naturale, ha discusso del piano regionale.Ha auspicato che vengano comunque attivate tutte le procedure finalizzati alla realizzazione degli adeguati e necessari interventi strutturali finalizzati a ridurre il rischio che tali tristi fenomeni possano ripetersi con tale violenza ed intensità su quella parte del territorio Itrano”
E non è finita. Ai tavoli tecnici convocati in questi giorni non hanno mai partecipato gli altri due candidati a sindaco in lizza alle amministrative del 3 e 4 ottobre, Antonio Fargiorgio e Giuseppe De Santis. L’hanno confermato gli interessati chiarendo semplicemente di non essere mai stati convocati o invitati dal sindaco Agresti.
Questo modo è stato pesantemente censurato dal gruppo consiliare di “Itri facciamo futuro” in una lettera in cui è stato censurato anche l’operato del neo presidente del consiglio comunale Salvatore Ciccone. La nota di protesta, indirizzata anche al Prefetto Falco, che ha ricevuto dai consiglieri Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiarra e Tiziana Ialongo non ammette interpretazione di sorta. Il presidente d’aula aveva comunicato la sua disponibilità “a promuovere ogni sorta di più utile collaborazione, da avviarsi per far fronte a questa grave emergenza che la nostra cittadina si trova a vivere”.
I fatti si sarebbero verificati diversamente rispetto a quanto scrive in un’autentica reprimenda l’ex sindaco Fargiorgio: “Debbo allo stato
prendere atto, non senza un certo rammarico, di come il nostro gesto (di grande sensibilità e rispetto istituzionale) non sia stato apprezzato. Ritengo infatti grave il mancato coinvolgimento e la mancata nostra convocazione in occasione della venuta ad Itri del Prefetto di Latina. È stata persa un’occasione per dimostrare una concordanza ed una comunanza su un tema che non può vederci divisi, maggioranza ed opposizione. Ci aspettavamo e ci aspettiamo di essere coinvolti e, soprattutto, di essere informati su quelli che sono gli sviluppi della vicenda, senza dover attendere laconici comunicati stampa o interviste, a volte di dubbia valenza. Quali sono gli interventi che si intendono mettere in atto per eliminare oppure contenere e mitigare il rischio idrogeologico della zona colpita? Sono stati interessati dei tecnici di alta specializzazione che sappiano dettare le giuste linee di un intervento che si presenta come molto delicato? Quali i tempi che i cittadini evacuati dovranno attendere prima di far ritorno nelle loro abitazioni? Ed ancora, quali le ragioni reali sottese alla perdurante chiusura delle scuole?”.
Per l’ex sindaco Fargiorgio questi ed altri interrogativi “meritano una risposta. Tutto sembra fermarsi nel palazzo comunale con un distacco dalle istanze della comunità cittadina che è, all’un tempo, imbarazzante e preoccupante. Chiedo che, d’ora in avanti, venga rispettato il nostro ruolo e che ci sia un nostro coinvolgimento in tutte le dinamiche, decisionali e non, che riguardano questa purtroppo drammatica vicenda. Al Presidente del consiglio comunale chiedo, a nome del gruppo consiliare, di attivare gli strumenti previsti nei regolamenti e nello statuto dell’Ente, perché venga effettivamente rispettata la corretta dinamica democratica nello svolgimento dell’attività amministrativa.”
La nota di censura sembra aver colto nel segno tant’è che il presidente Ciccone ha convocato alle 12 di lunedì 15 novembre una riunione della conferenza dei capigruppo che molta probabilmente dovrà fissare una seduta del consiglio comunale che definire “calda” potrebbe apparire molto riduttivo.
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