GAETA – La ripresa c’è ma è lenta e graduale. Il Covid continua ancora a mordere. La movimentazione delle merci, soprattutto per quelle in uscita, risente di una blocco del sistema industriale e manifatturiero della provincia di Latina e del Basso Lazio che preferisce non servirsi, in uscita, del “Salvo D’Acquisto” per via delle irrisolte carenze infrastrutturali e viarie. Si potrebbe scattare questa fotografia per analizzare il report del terzo trimestre 2021 che, relativo al porto commerciale di Gaeta, è stato reso noto dall’ufficio studi dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale. Dal 1 giugno al 30 settembre sono state movimentate sulle banchine del “Salvo D’Acquisito” complessivamente 409.370 tonnellate di merci ,di cui 259.521 tonnellate di rinfuse liquide e 149.840 tonnellate tra merci solide e merci varie.
Ma il dato più significativo dei traffico va elaborato complessivamente per i primi nove mesi del 2021 in rispetto allo stesso periodo dell’anno quando, a causa dell’emergenza pandemica, l’attività pressoché era praticamente ferma. Al porto di Gaeta dal 1 gennaio al 30 settembre scorso sono transitate un milione e 243mila tonnellate di merci, 168.393 mila in più (+15,7%) rispetto ai primi nove mesi del 2020. L’incremento riguarda sia gli sbarchi (un milione e 199mila tonnellate) che gli imbarchi (43.886) ma la differenza tra le merci in arrivo e quelli in partenza a Gaeta resta ancora abissale a conferma di come il secondo hub portuale del Lazio sconti palesi ritardi in rapporto ai recenti investimenti infrastrutturali realizzati e al mancato superamento del gap riguardante l’aspetto viario. L’aumento delle merci solidi (449mila tonnellate dei primi nove mesi 2021) c’è stato con un +55,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (289.205 tonnellate) contrariamente a quello molto contenuto delle merci liquide : 793mila tonnellate di quest’anno contro le 785mila tonnellate del 2020 con un aumento di 7997 tonnellate pari alla miseria dell’1%.
Nello specifico a Gaeta a fare la differenza tra le rinfuse liquide restano sempre i prodotti raffinati che per quanto riguarda la movimentazione dei primi nove mesi del2021 hanno subito un aumento di 7997 tonnellate provocato esclusivamente dagli sbarchi piuttosto che dagli imbarchi. Il dato più confortante l’ha offerto invece la movimentazione delle merci solide: 423mila tonnellate rispetto alle 289mila di un anno. L’aumento è stato di ben 134 tonnellate pari al 46,5% grazie all’arrivo di più cospicui quantitativi di carbone (136.819 tonnellate, + 107,9%), di minerali grezzi,cementi e calci (189.228 tonnellate,+69,3%) e di altre rinfuse solide (24.551 tonnellate contro le 3000 del 2020 con un più 138,8%)
L’arrivo del carbone a Gaeta non è un motivo di grande soddisfazione in rapporto al calo degli sbarchi dei fertilizzanti (16.095 tonnellate, – 45,1%),dei prodotti chimici ( 7780 tonnellate, – 35%) e della categoria dei prodotti metallurgici, minerali di ferro, minerali e metalli non ferrosi (49.266 tonnellate, – 18%). Il Mof di Fondi dista da Gaeta meno di trenta chilometri ma al “Salvo D’Acquisto” non arriva ancora un chilogrammo di prodotti ortofrutticoli , di cereali e di derrate alimentari. Si tratta di un motivo di riflessione che deve porsi la politica a fronti di tanti annunci che restano tali e degli irrisolti ritardi legati alla mobilità e all’aspetto infrastrutturale e viario.
Il report dei primi nove mesi dell’Adsp si è arricchito di altri due numeri. Quello delle navi ormeggiate dal 1 gennaio a Gaeta fa ben sperare: sono state 123 contro le 104 del primo semestre 2020 con un ritocco, seppur lieve, del 18,3%. E’ un inno alla speranza, inoltre, quello relativo al numero di crocieristi. Sono stati 107 quando nel corso del 2020 il traffico crocieristico o pseudo tale era rimasto bloccato per le limitazioni anti Covid
Per il presidente dell’ex Autorità portuale del Lazio, Pino Musolino, prosegue il trend positivo dei Porti di Roma e del Lazio. In generale, per quanto riguarda il dato complessivo del network dei tre porti laziali è stato censito un traffico merci complessivo pari a circa 10 milioni di tonnellate con una crescita del 18% rispetto allo stesso periodo del 2020, sempre condizionato dalla pandemia da Covid-19.
Nello specifico del periodo in questione, tra le varie tipologie, le merci liquide del network laziale chiudono con un +7,8%, mentre le merci solide con un + 28,8%. E’ Civitavecchia, il maggior scalo del network regionale, a registrare l’aumento più significativo con un + 21,5% (7 milioni di tonnellate di traffico, 1,2 milioni in più rispetto al 2020), seguito – come detto – dal porto di Gaeta con un +15,7% e da quello di Fiumicino che cresce del 5,4% (1,4 milioni di tonnellate).
Per quanto riguarda Civitavecchia è stata evidenziata una significativa crescita con riferimento a tutte le categorie merceologiche. Le rinfuse liquide, essenzialmente prodotti raffinati, sono aumentate del 24,6% (+122.776 tonnellate) mentre quelle solide di oltre il 24,9% (+325.477). Tra queste ultime si segnala l’incremento del carbone (+22,8%; +236.272 tonnellate) e dei prodotti metallurgici (+39,4%; +64.793). Tra la categoria “merci in colli”, per le quali l’incremento è pari al 19,9% (+805.198 tonnellate), si evidenzia la crescita del 23,1% (+777.043 tonnellate per complessive 4.146.052 tonnellate) del traffico Ro/Ro e dell’5,1% (+33.695 tonnellate per complessive 690.503 tonnellate) delle merci in contenitori. Unico dato che fa segnare un segno meno è il traffico dei container, i T.E.U. che registrano un -12,8% (71.622, -10.519).
In netta ripresa anche il traffico passeggeri di linea che a Civitavecchia ha registrato un aumento di oltre il 22.8% (+198.235) e un totale di 1.068.206 di passeggeri. Ugualmente in crescita, del 22,4% (+118.422), la categoria “automezzi” all’interno della quale si evidenzia un sostanziale incremento della sottocategoria “mezzi pesanti” (+27,8%; +26.942). Molto positivi i appaiono essere numeri riguardanti il traffico crocieristico con un totale di 301.257 crocieristi e un +65.1% (+118.790), trend ulteriormente in crescita per la fine del 2021 che farà registrare oltre 500.000 passeggeri nel porto di Civitavecchia.
“L’aumento del 20% del tonnellaggio complessivo dei traffici – ha affermato il presidente Musolino – indica chiaramente come il sistema portuale del Lazio, con particolare riferimento a Civitavecchia, ma anche a Gaeta e Fiumicino, abbia intrapreso la strada giusta verso la ripresa. Non solo sui passeggeri crocieristi, dove il settore è ripartito a livello globale proprio da Civitavecchia, che nel 2021, con ogni probabilità, sarà il primo porto al mondo, ma soprattutto per quanto riguarda le merci. Il dato sui contenitori, nonostante sia ancora negativo, ma sostanzialmente in linea con l’anno passato, non tiene ancora conto della nuova linea diretta con la Cina, partita a fine settembre. La nostra azione comincia a dare i suoi frutti e il mercato inizia ad accorgersi delle potenzialità e dei vantaggi competitivi del nostro scalo. Il consolidamento di questo trend di crescita ci permetterà di affrontare il 2022- ha concluso il numero uno di Molo Vespucci – con un approccio finalmente non soltanto difensivo, ma di tipo proattivo, auspicando che possa essere l’anno di svolta rispetto all’emergenza e alla pandemia”.