FORMIA – Il comune di Formia ed il circolo del sud pontino della Legambiente sono state ammessi come parte civile nel processo iniziato lunedì davanti il Tribunale di Cassino per lo smaltimento irregolare dei retini provenienti dallo svolgimento delle attività di mitilicoltura nel tratto di mare tra Formia e Gaeta. Rinviati a giudizio su richiesta del Procuratore capo Luciano D’Emmanuele e del sostituto procuratore Alfredo Mattei, sono 18 tra i titolari delle concessioni e i legali rappresentanti delle imprese concessionarie ma anche comandanti e marinai delle unità di pesca che ora devono affrontare il processo con l’accusa di essere i responsabili di inquinamento ambientale e abbandono e smaltimento irregolare di rifiuti.
Il dirigente dell’avvocatura del comune di Formia, Domenico Di Russo, ha formalizzato davanti al giudice monocratico Martina Di Fonzo la costituzione di parte civile sulla scorta di un mandato deliberato nel 2019 da una delibera della Giunta Villa e negli ultimi giorni avallato dal neo sindaco di Formia Gianluca Taddeo. Non hanno deciso di fare altrettanto la Regione Lazio, che aveva approvato nel 2010 la legge istitutiva dell’area sensibile nel mare del Golfo, ed il comune di Gaeta dove insistono molte attività imprenditoriale finite nei guai dopo gli scrupolosi accertamenti operati nel 2017 dalla Capitaneria di Porto. I 18 indagati sono ritenuti responsabili, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso commesse in tempi diversi, di aver cagionato una compromissione significativa e misurabile di un ampio specchio acqueo del golfo”.
Le indagini, coordinate personalmente dal capo della Procura di Cassino D’Emmanuele, entrarono nel vivo dopo il rinvenimento di numerosi retini plastici ritrovati all’interno delle reti da pesca utilizzate dai pescherecci. Da qui la decisione del comune di Formia di presentare un esposto alla Procura della Repubblica dopo il rinvenimento di decine di migliaia di ‘reste’ – così vengono tecnicamente denominati i retini di plastica multicolore utilizzati dai mitilicoltori nelle varie fasi di accrescimento dei bivalve – maggiormente sulla spiaggia di Vindicio ma anche a Minturno e Gaeta.
Durissimo il commento di Dino Zonfrillo, presidente del Circolo Sud Pontino di Legambiente: “Ci siamo costituiti con il presidente nazionale Stefano Ciafani e abbiamo rafforzato in modo significativo il fronte che sta prestando grande attenzione all’intera vicenda”. Il processo è entrato subito nel vivo ed è stato rinviato al 20 giugno 2022 con l’esame dei testi e l’avvio del controesame.