GAETA – Il giorno più breve della sua carriera da Capitano di una nave è stato il primo, nel 2015, quando le emozioni per quel traguardo raggiunto – dopo aver rivestito tanti ruoli tra cui quello di “mozzo” o “giovanotto di coperta” e i vari gradi di ufficiale di coperta – si rincorsero così velocemente da imprimere una percezione della medesima rapidità alle azioni che dovette svolgere.
Quello più lungo è stato il giorno in cui per ultimo ha lasciato la “Diamond Princess” dopo una quarantena di circa un mese – nel febbraio 2020 a largo delle acque giapponesi – a causa dell’esplosione della pandemia da Covid-19 anche a bordo della “sua” nave da crociera.
E’ la storia del comandante Gennaro Arma – rimbalzato alle cronache nazionali ed internazionali come il “Capitano eroe” o il “Capitano coraggioso” – che tra i giorni più brutti della sua carriera al timone ricorda sicuramente quello in cui gli hanno confermato la presenza di contagiati tra i suoi passeggeri e il suo equipaggio. La paura gli ha fatto visita, ma non c’è stato spazio da lasciarle, né tempo da dedicarle: bisognava comunicare alle persone ospiti dell’imbarcazione ciò che stava accadendo.
“Rimarrete chiusi nelle vostre cabine fino al prossimo ordine”- dovette dire andando decisamente oltre qualsiasi consueta formalità e da lì tutti i messaggi furono di tono completamente diverso dal consueto “Benvenuti a bordo!”, “Siamo in arrivo nel porto di…” e così via.
Da quel momento in poi il governo della “Diamond Princess”, dell’epidemia a bordo e della paura che aleggiava divennero un’unica cosa e mettere a punto pratiche che potessero arginare il contagio e contenere quella situazione mai vista prima – anche dal punto di vista emotivo – divennero l’unica prorità. La distribuzione dei pasti tre volte al giorno, anche prendere un po’ di aria sui ponti della nave divennero oggetto di pratiche messe a punto e che oggi sono entrate a far parte di fatto di protocollo attivabile in caso di situazioni similari.
Una scelta, quest’ultima, che davanti all’interrogarsi sull’aver fatto bene e aver fatto al meglio del comandante Arma, ha consegnato alla sua coscienza una consapevolezza importante.
Quando è sceso non pensava che l’aver fatto fino in fondo, con dedizione, passione e serietà il suo lavoro avrebbe fatto storia per la marineria italiana, né che la popolarità lo avrebbe travolto; non immaginava che la sua “dis-avventura” sarebbe diventata un libro – “La lezione più importante” edito Mondadori – né che avrebbe incontrato centinaia di studenti – in particolare degli istituti nautici, come il “Giovanni Caboto” di Gaeta – per raccontare la sua esperienza di navigante.
La comunità del Caboto, infatti, ha avuto modo di confrontarsi con questo alto esempio di professionalità per decisa volontà della Dirigente Maria Rosa Valente che ha introdotto il Capitano Arma e lo ha poi congedato, non dopo tutte le domande che la platea studentesca e docente hanno voluto porgli, omaggiandolo – tra le altre cose – con un crest che ricorda l’ultra centenaria tradizione di formazione di quella scuola.
Così la “lezione più importante” per Gennaro Arma si è tradotta in un momento di crescita considerevole per gli alunni dell’istituto gaetano, nonostante lo stesso Comandante della “Diamond Princess” abbia più volte tenuto a sottolineare – essendo poi anche il lietmotiv del suo libro – che le “lezioni” importanti nella sua vita sono un insieme di pagine che vengono da molto più lontano dell’esperienza che ha dovuto gestire a causa dell’epidemia mondiale da Covid-19.
E’ un insegnamento scritto giorno per giorno da tante “penne”: quella di suo nonno – falegname e primo esempio per lui di “leadership” – quella della sua maestra elementare, del suo professore di navigazione, ma anche dei tanti sacrifici che ha fatto prima di arrivare a tagliare il traguardo professionale prefissatosi.
Tutto solo e sempre in nome di una grande passione per quell’azzurro mare che si porta negli occhi.
Intervista al Comandante della “Diamond Princess” Gennaro Arma.