FORMIA – Una pioggia leggera, fastidiosa e fredda è stata la colonna sonora di una commemorazione di quella che è stata per Formia, in paragone, la strage delle Fosse ardeatine per Roma o di quella di Marzabotto sulle montagne bolognesi e di Sant’Anna di Stazzema in Toscana. Si è svolta domenica mattina sulla collina della Costarella, a ridosso del centro abitato della frazione di Trivio. Qui il 26 novembre 1943 – quella mattina, in base alle cronache dell’epoca, c’è un sole tiepido – otto civili inermi furono catturati e fucilati da più di cinquanta “SS”, agli ordini del tenente Kramer. L’8 settembre era trascorso da due mesi e mezzo quando, in segno di risposta all’armistizio firmato dal Maresciallo Badoglio, i tedeschi cominciarono a minare i principali nodi di collegamento e i centri di telecomunicazione di Formia e del Golfo mentre gli alleati anglo-americani avviarono i loro devastanti bombardamenti dal mare. Per i tedeschi l’affronto del tradimento fu talmente duro, insopportabile, da digerire che già nella vicina ed importante frazione di Maranola quaranta giorni prima, il 17 ottobre 1943, a distanza di poche ore, vennero fucilati due antifascisti come Antonio Ricca e Aurelio Pampena.
I tedeschi avevano avuto delle errate informazioni in base alle quali a Trivio si fosse mimetizzati un gruppo di nostalgici Badogliani che, proveniente dal nord Italia, era diretto nel mezzogiorno che stava per essere liberato dalle truppe anglo americane. A Trivio in quei giorni si respirava un clima pesantissimo. La fame e gli stenti furono alla base di un omicidio di cui fu vittima un giovanissimo cameriere di Formia che, sfollato, fu ucciso da un gruppo di cittadini di triviesi che ritennero il giovane partecipante ad un precedente rissa scoppiata nel mercato autorizzato dai tedeschi occupanti nell’attuale piazza Sant’Andrea. Questa miscela esplosiva si affiancò al timore di molti uomini adulri di essere rastrellati e mandati a lavorare al fronte. Per rappresaglia contro le continue azioni di sabotaggio, la mattina del 26 novembre 1943, gli uomini del tenente Kramer, dopo aver bloccato le vie d’accesso e circondato i borghi collinari di Castellonorato, Maranola e Trivio, fecero irruzione nelle case rastrellando un po’ tutti, compresi vecchi e inabili. Dappertutto pianto e disperazione. Solo pochi uomini, alle prime avvisaglie, riuscirono a dileguarsi in località Costarella, alle spalle del centro storico di Trivio, ma, inseguiti dalle belve naziste ormai fuori controllo, furono catturati e fucilati barbaramente.
Ripetere i loro nomi a distanza di 78 anni – come si è verificato domenica mattina in occasione della cerimonia di commemorazione – ha provocato per chi li ha conosciuti sentimenti di commozione. Si trattò di Angelo Nocella, di 34 anni, di Luigi, Giovanni, Francesco e Ersilio Filosa, rispettivamente di 30, 73, 38 e 18 anni, di Antonio Guglielmo, di 38 anni, di Salvatore Marciano di 37 anni e di Alfredo Lagni, di 35 anni. I loro corpi quel giorno furono lasciati a terra fino a tarda sera, malgrado il pianto disperato e le implorazioni dei familiari. Le truppe tedesche, che se se andarono al grido di “Tutti kaput!”, effettuarono un massiccio rastrellamento nel cuore di Trivio, radunarono tutti gli uomini, circa 400, nella piazza del paese e davanti al cimitero di Maranola, in località “Muntagnano” , furono caricati sulle camionette colme di soldati armati fino ai denti, incolonnati alla volta di Formia.
Formia, a distanza di 78 anni, con la simbolica e significativa presenza del neo sindaco Gianluca Taddeo, ha voluto rendere omaggio ai suoi martiri perché “non si può e non si vuole dimenticare”.
Domenica mattina sono stati ricordati e commemorati prima con una Santa messa in suffragio officiata da Monsignor Giuseppe Sparagna, e seguire, nonostante una pioggia battente, con la benedizione e la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del monumento che l’amministrazione di centro sinistra in carica nel 1997 realizzò in stretta collaborazione con il centro socio culturale della seconda frazione collinare di Formia.
Purtroppo, complice (chissà) il cattivo tempo, la comunità di Trivio ha disertato quello che sarebbe dovuto essere un piccolo ma importante omaggio ai suoi martiri. Il loro gesto per difendere il dono della libertà è stato sottolineato dagli interventi del parroco del paese, Monsignor Giuseppe Sparagna, dal sindaco di Formia Gianluca Taddeo (era accompagnato dal presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo e dal presidente del Consorzio industriale del sud pontino Salvatore Forte), di Vincenzo Filosa dell’attiva associazione combattenti e reduci di Maranola e di Luciano Manca, presidente della sezione di Formia dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia.
Il presidente del centro socio culturale di Trivio nell’intervista video allegata, Luigi Saraniero, ha ricordato come l’eccidio della Costarella non ha avuto una natura bellica “ma è stato il massacro di un gruppo di persone, inermi, per di più giovani, che ha avuto la colpa di rappresentare la comunità di Trivio e, in particolare, di Formia. Ora dobbiamo tutti adoperarci, in vista dell’80° anniversario in programma tra due anni, perché quello di Trivio venga annoverato tra i più cruenti eccidi nazisti consumati in Italia dopo l’8 settembre. Da anni ci stiamo impegnando perché venga istituzionalizzata la data del 26 novembre. Può diventare un momento di riflessione per l’intera comunità cittadina contro le devastazioni, umane e materiale, della guerra. Abbiamo l’obbligo di ricordare ai nostri figli di non dimenticare il sacrificio di chi ha dato la sua vita per renderci liberi. Per Formia e per Trivio l’eccidio della Costarella è una cicatrice ancora aperta. Oltre alla ferocia mostrata dalle truppe tedesche, colpì la totale assenza di motivazioni. Non si trattò di una risposta ad un’azione militare, né di una punizione per atti di insubordinazione”.
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