FONDI – Valorizzazione e promozione dei prodotti tipici del territorio. E’ stato questo il tema del workshop “La nostra terra nel piatto” che, organizzato da Coldiretti Latina a Fondi, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco, Beniamino Maschietto, il senatore Claudio Fazzone ed il deputato europeo e componente della commissione europea per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Salvatore De Meo. All’interessante confronto, che si è svolto al ristorante “Verso Giusto” della famiglia D’Aniello, dove sono stati degustati i prodotti tipici del territorio, ha preso parte anche il vicepresidente nazionale di Coldiretti, David Granieri e presidente della federazione di Latina, Denis Carnello e il direttore Carlo Picchi.
“In questo incontro abbiamo voluto per parlare di territorialità – ha spiegato Carnello – di turismo enogastronomico di prossimità e dei cibi che rappresentano un’eccellenza della nostra terra. Un ringraziamento alle nostre aziende di Campagna Amica che ci hanno fornito i prodotti tipici e a chilometro zero Made in Lazio per la degustazione e la nostra cuoca contadina, Vilma Lombardi, che li ha preparati con lo chef del ristorante “Verso Giusto”, Gabriele D’Angelis”. Ribadita l’importanza della politica agricola comunitaria dall’europarlamentare, Salvatore De Meo, che ha parlato dell’attenzione con cui i parlamentari a livello europeo e nazionale stanno seguendo il processo di attuazione della nuova Pac. Sottolineando quanto sia importante proteggere e valorizzare le eccellenze che caratterizzano il nostro Paese.
Dal sindaco di Fondi, Beniamino Maschietto, il plauso per un evento volto a valorizzare i prodotti del territorio e a riflettere sull’importanza delle nuove tecnologie in agricoltura. Un tema più volte affrontato da Coldiretti e promosso soprattutto dai giovani imprenditori che diventano sempre più numerosi con un balzo del 14% negli ultimi cinque anni. Il loro è un apporto innovativo e tecnologico per un settore che ha bisogno di nuove sfide. Basti pensare che sette imprese under 35 su dieci, operano in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta. E ancora, dalle fattorie didattiche agli agriasili, passando per le attività ricreative, l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la produzione di energie rinnovabili. E poi il recupero delle produzioni agricole legate ai cosmetici sostenibili e bio.
“Guardiamo con attenzione alle nuove generazioni – ha aggiunto Carnello – crediamo che debbano essere sensibilizzate e formate, anche riguardo all’utilizzo delle nuove tecnologie in agricoltura, che possano tutelare l’ambiente, oltre ai progetti legati all’educazione alimentare che stiamo portiamo avanti nelle scuole primarie e secondarie. Le innovazioni ti consentono di produrre evitando di danneggiare l’ambiente e al tempo stesso sono garanzia di un cibo più sano”. Tecnologia applicata all’agricoltura, ma non alla produzione di cibo in laboratori. Coldiretti sta portando avanti la sua battaglia contro la carne finta in provetta. “Stiamo assistendo ad una abile operazione di marketing con la carne finta – dice il vicepresidente nazionale di Coldiretti, David Granieri – che punta a modificare gli stili alimentari sani e naturali, fondati sulla qualità e la tradizione, senza una reale verifica sull’impatto etico ed ambientale di queste produzioni, sulle quali puntano un numero crescente di multinazionali per fare affari”.
Una concorrenza sleale quella delle società che sul mercato spacciando per carne prodotti ottenuti dalla moltiplicazione cellulare in laboratorio combinate con fattori di crescita e sostanze compatibili con i tessuti biologici, si aggiunge peraltro alla campagna di demonizzazione in atto per la vera carne. “Una doppia tenaglia – conclude Granieri – che minaccia di far chiudere le stalle, con perdite di posti di lavoro e di produzioni tradizionali, la cui distintività è componente strategica del Made in Italy nel mondo. Tutto questo in un momento particolarmente delicato per il settore zootecnico, che è uno dei più colpiti dalla pandemia e il più esposto alle speculazioni. Ecco che la difesa e la valorizzazione dei prodotti del territorio è fondamentale”.
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