PONZA – Se è vero che piove sempre sul bagnato, non è rimasto un caso isolato l’avvio di un’inchiesta da parte della Corte dei Conti secondo quale, dopo un’indagine delegata alla guardia di Finanza del comando provinciale di Latina, l’interdizione della rinomata e bellissima spiaggia di Chiaia di Luna a Ponza, nonostante fosse stata ritenuta pubblicamente fruibile dagli organi tecnici competenti dopo i lavori di messa in sicurezza della falesia sovrastante la spiaggia, ha causato un danno erariale da un milione e trecento mila euro.
Per gli investigatori le amministrazioni comunali isolane che si sono succedute dal 2011, ovvero quando sono terminati i lavori, ad oggi hanno omesso di attuare qualsiasi valida iniziativa finalizzata all’apertura dell’arenile vanificando la fi-nalità dei lavori eseguiti. Se in passato quella spiaggia era stata interessata da crolli e c’erano state anche delle vittime, il direttore centrale del settore Finanze Locali presso il dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno Antonio Colaianni ha inviato una pec al sindaco di Ponza Francesco Ferraiuolo per comunicargli davvero una brutta notizia.
Il Viminale ha avviato il procedimento amministrativo per la revoca di alcuni finanziamenti che, concessi nel 2018 e previsti dalla legge 205 del dicembre 2017, sfiorano i 4 milioni di euro. Riguardano il progetto per la messa in sicurezza della falesia di Cala Fonte oggetto di una frana nel dicembre 2018 (un milione e 490mila euro), per la riqualificazione strutturale con l’adeguamento sismico del “Bagno Vecchio” (527 mila euro) e per il recupero della “Casa di caccia” sull’isolotto di Zannone (un milione e 909mila euro).
Il provvedimento di revoca dovrà avvenire entro il 2 gennaio ed il comune di Ponza è stato invitato entro il 17 dicembre a presentare le eventuali controdeduzioni o a proporre ricorso al Tar qualora la decisione diventasse definitiva. Ma perché questa plateale bocciatura dopo che la magistratura contabile ha avviato un’indagine per stigmatizzare la mancata riapertura della spiaggia di Chiaia di Lunga nonostante gli investimenti eseguiti di messa in sicurezza?
“Semplicemente perché questi tre cantieri finanziati dal Ministero dell’Interno – rincara la dose l’ex sindaco Piero Vigorelli – non sono stati mai aperti dal suo successore, l’attuale primo cittadino di Ponza Francesco Ferraiuolo. Per Cala Fonte alcuni lavori (apposizione reti) sono stati fatti, ma probabilmente sono partiti oltre il termine previsto dalla legge.”
Il minuscolo comma 857 bis dell’articolo 1 della legge 160/2019 stabiliva un timing severissimo per i comuni beneficiari dei finanziamenti: per le opere aventi un costo sino a 500mila euro l’affidamento dei lavori sarebbe dovuto avvenire entro 12 mesi, entro 18 mesi per le opere il cui costo era compresso tra 500mila ed un milione e mezzo di euro, entro 22 mesi per gli interventi aventi un costo superiore al milione e mezzo di euro. I comuni, compreso quello di Ponza non hanno ottemperato e ad accorgersene è stata stessa direzione centrale delle finanza locale del Viminale creando il sistema di “monitoraggio delle opere pubbliche (Mop) della banca dati delle pubbliche amministrazioni per verificare l’efettivo rispetto dei termini perentori previste dalla normativa. Un cartellino giallo è stato sventolato dal Ministero degli Interni in faccia ad un altro comune della provincia di Latina: è stato avviato per le analoghe motivazioni il procedimento di revoca del finanziamento, pari ad un milione e 721 mila euro, concesso al comune di Norma per la messa in sicurezza sotto il profilo strutturale e impiantistico della locale scuola elementare “Piazza Caio Cestio”.