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Gaeta / Porto commerciale: venerdì operatori in sciopero contro la crisi occupazionale

GAETA – Anche a Gaeta il 17 dicembre incroceranno le braccia i molti operatori aderenti alla Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Le segreteria nazionali hanno proclamato sciopero dei porti, con motivazioni fortemente impattanti e condivise: autoproduzione, sicurezza sul lavoro, fondo di accompagnamento alla pensione, modifiche articolo 18 della legge numero 84/94 e lavoro usurante. Queste argomentazioni, così forti, corrono il rischio di passare in secondo piano nei porti di Civitavecchia e Gaeta a causa della crisi strutturale dei traffici, accentuata dalla pandemia, in corso da diversi anni, e che a brevissimo tempo potrebbe sfociare in una grossa crisi sociale ed occupazionale.

E’ quanto si legge in una lettera inviata dalla Filt-Cgil di Roma e Lazio, dalla Fit-Cisl Lazio e dalla UilTrasporti Lazio al Presidente e al Vice Presidente della Regione, Nicola Zingaretti e Daniele Leodori; ai parlamentari e alle parlamentari eletti nel Lazio; agli assessori alla Mobilità, al Lavoro e allo Sviluppo Economico, Mauro Alessandri, Claudio Di Berardino e Paolo Orneli; al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino; al sindaco di Civitavecchia, Enrico Tedesco.

“Mentre nel porto di Gaeta bisogna consolidare i segnali positivi dei traffici in aumento – si legge nella missiva -, attualmente su Civitavecchia i pochi traffici strutturali presenti, in attesa della ripresa delle crociere, non consentono una visione ottimistica del futuro; solo una parte delle imprese portuali, delle società di interesse generali oltre che della stessa Compagnia Portuale di Civitavecchia, ha sospeso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid e senza tale strumento è forte la possibilità dall’inizio del prossimo anno di ristrutturazioni aziendali con procedura di licenziamento collettivo, non essendo il porto ad oggi nelle condizioni di assorbire all’interno del suo stesso sistema gli esuberi prodotti”.

“Si ritiene necessario chiedere alle istituzioni – aggiunge la lettera – di aprire un ragionamento di sistema sui porti di Civitavecchia e Gaeta in un’ottica di vera programmazione di sviluppo dell’intera area portuale e retroportuale, adoperandosi come avviene in tutto il resto dei porti italiani a creare e favorire quelle condizioni ad oggi assenti”. I porti possono infatti rappresentare un volano se valorizzate in quanto “anello di congiunzione delle attività logistiche, produttive e distributive”.

“Pertanto, dopo aver specificato anche il senso locale più ampio della protesta – concludono la Filt-Cgil di Roma e Lazio, la Fit-Cisl Lazio e la UilTrasporti Lazio – , si richiede la convocazione urgente di un tavolo alla presenza di tutte le parti sociali coinvolte e le istituzioni afferenti al territorio, al fine di individuare le giuste soluzioni necessarie al mantenimento della coesione sociale del territorio oggi fortemente a rischio ed individuare”.

Intanto il porto di Civitavecchia è stato inserito nella rete “Core” dei porti italiani.L’ha annunciato il presidente dell’Autorità di sistema portusler del Mar Tirreno Centro Settentrionale Pino Musolino. “Siamo di fronte – afferma Musolino – ad un grande risultato di squadra, per il quale ringraziamo in primis il Ministro Enrico Giovannini, che ha preso particolarmente a cuore la questione, rappresentandola, a nome del Governo italiano, insieme al ministro Luigi Di Maio, in tutte le sedi istituzionali comunitarie, dove l’istanza è stata accolta anche grazie ai preziosi interventi del Commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni e del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Un ruolo altrettanto importante è stato svolto dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e da tutti i parlamentari del territorio, di tutte le forze politiche: si tratta infatti di un grande risultato per Roma ed il Lazio, che hanno visto riconosciuto il proprio ruolo e l’autorevolezza dei propri rappresentanti istituzionali, ottenendo per il porto della Capitale l’unico riconoscimento di rango “Core Ten-T” tra tutti quelli richiesti dall’Italia”.

“E’ un risultato eccezionale – ha concluso il presidente Musolino – e un grande motivo di soddisfazione per tutto il team dell’Adsp che insieme a me ha lavorato fin dal primo giorno del mio mandato, esattamente un anno fa, per raggiungere un obiettivo su cui ho creduto da subito fosse doveroso puntare e che, benché fosse dovuto dal punto di vista normativo, non era affatto scontato. Ora spetta a noi mettere a frutto questa grande opportunità: è uno stimolo a fare di più e meglio per sfruttare le possibilità offerte dall’inserimento nella rete “Core Ten-T”, soprattutto per le autostrade del mare. Una occasione per lo sviluppo e la crescita occupazione del porto e di tutto il territorio”.

A lavorare tantissimo per il conseguimento di questo importante e meritorio risultato era stato (prima del suo abbandono dalla guida del network portuale del Lazio) il predecessore di Musolino, l’avvocato Francesco Maria Di Majo.

Oltre a rappresentare un importante risultato per poter accedere alla parte più consistente dei fondi europei del programma CEF (Connecting Europe Facility), lo status di porto “Core Ten- T” va a colmare una lacuna legata al fatto che il porto di Civitavecchia era rimasto l’unico porto (insieme ora al porto di Messina) sede di un’Autorità di Sistema Portuale italiana, nonché porto di una capitale di uno Stato membro e primo porto crocieristico d’Italia (e secondo d’Europa), a non avere ancora siffatto status.

“Ho potuto constatare, con altrettanta soddisfazione, che il conseguimento di questo obiettivo –sottolinea l’ex presidente Di Majo – è rimasto sempre una priorità per tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, tanto da essere addirittura menzionato nell’Allegato Infrastrutture al Def 2020, come è rimasto naturalmente una priorità per l’Adsp. Ciò a dimostrazione che le istanze italiane a Bruxelles possono ottenere successo tutte le volte in cui vi è un’unione di intenti e un efficace coordinamento tra politica ed amministrazione nel perseguimento di un obiettivo comune nell’ambito di complessi e pluriennali negoziati come quello relativo alla nuova programmazione delle reti ‘Ten-T’. Pur non avendo lo status di porto Core, l’Autorità di Sistema Portuale dei porti del Lazio è riuscita comunque ad ottenere negli ultimi anni consistenti e significativi contributi a fondo perduto dall’Unione Europea valere sul Programma Cef, partecipando ai bandi dell’Ue sul potenziamento delle Autostrade del Mare in gemellaggio con porti core come Barcellona oppure presentando progetti perfettamente aderenti ai programmi comunitari per lo sviluppo dell’intermodalità, come in particolare il progetto “First track to the Sea” del 2019, volto alla riorganizzazione e potenziamento dell’ultimo miglio ferroviario”.

Questi risultati sono stati raggiunti grazie al grande lavoro di squadra all’interno dell’ente (in particolare tra l’Ufficio Progetti europei e l’Area Tecnica) e grazie anche all’efficace coordinamento tra l’Adsp ed il ‘Mims’, la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Ue e la Regione Lazio.

“Mi auguro che questo ultimo importante riconoscimento per il porto di Civitavecchia possa essere di buon auspicio per la ripresa economica ed occupazionale, anche dell’intera Regione Lazio – ha concluso l’ex presidente Di Majo – nella misura in cui attraverso il suo ulteriore sviluppo infrastrutturale il porto di Civitavecchia potrà meglio sfruttare il suoposizionamento strategico al centro della penisola e del Mediterraneo e servire pienamente la capitale e le aree circostanti che rappresentano il secondo bacino per consumi a livello nazionale ed il quinto a livello europeo”.

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