FORMIA – “A distanza di oltre due mesi e mezzo dai fatti accaduti la mattina del 18 ottobre 2021, nel seggio elettorale n.20, in pieno turno di ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco di Formia e l’intero Consiglio comunale, forse bisognerebbe avere il coraggio di dire e fare delle considerazioni”. Esordisce così la consigliera comunale d’opposizione (Un’altra città / Movimento cinque stelle) di Formia, Paola Villa, la quale con una nota interviene su quanto accaduto la mattina della votazione del secondo turno delle elezioni amministrative in città.
“Il 18 ottobre – ripercorre la Villa, candidata Sindaco al primo turno – fu una mattinata rocambolesca, in cui le voci di ‘brogli elettorali’ si rincorrevano, si parlava di tessere elettorali ‘in mano’ a chi non doveva averle, addirittura di fermi e arresti da parte della polizia. Una mattinata che al netto di qualsiasi commento viaggiato nel web o via chat, si è conclusa con la chiusura di quasi due ore del seggio (fatto estremamente grave), del sequestro di telefonini, di sospensione di un presidente di seggio e della politica, tutta, che chiedeva chiarimenti e verità. Chiarimenti, oggi, ancora non arrivati. Ebbene dopo due mesi e mezzo i telefonini sono stati restituiti, c’è un ricorso al Tar di chi ha perso il ballottaggio e tanti dubbi che allontanano gli elettori dal credere nella reale legittimità delle tornate elettorali”.
A questo punto, però, la consigliera – nonchè ex-sindaco di Formia – Paola Villa accende i riflettori su un altro aspetto della questione e dice: “forse, la politica tutta, dovrebbe farsi altre domande, che riguardano un fenomeno che si verifica al ogni tornata elettorale: le modalità di rilascio, da parte del comune, delle tessere elettorali. In realtà tale rilascio è disciplinato dall’art.3 del DPR n.299 del 08/09/2000, e dice chiaramente che ‘la consegna della tessera elettorale è eseguita, in plico chiuso, a cura del comune, all’indirizzo del titolare, ed è constatato mediante ricevuta firmata dall’intestatario o da persona convivente”. La legge è chiara e cristallina. Non si capisce come mai si attuano tutta una serie di deroghe, legali ma non opportune, tipo il rilascio a ‘soggetti delegati’ che non sono conviventi”.
E conclude: “La politica in primis e poi chi dovrebbe tutelare le procedure amministrative del comune, come il segretario generale dell’ente, dovrebbero pretendere che fosse applicata la legge alla lettera (senza deroghe!) e forse non ci sarà, nelle ore precedenti il voto, un via vai di candidati consiglieri o loro parenti, che in quest’ultima tornata elettorale, hanno ritirato quasi 500 tessere, senza ‘essere conviventi’, degli intestatari, altrimenti alcuni di loro ‘conviverebbero’ in un enorme castello con oltre 70 posti letto e oltre 70 persone che si siedono insieme a tavola a mangiare…in realtà hanno ritirato “schede che non convivono” in barba al seggio n.20 e alle sue assurde due ore di chiusura”.
(In copertina immagine di repertorio)