GAETA – Sono stati regolari gli interventi promossi e realizzati dal 2017 al 2020 dall’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro settentrionale presso il porto commerciale di Gaeta? A questo interrogativo vuole cercare di rispondere la Procura della Repubblica di Cassino che, aprendo un fascicolo conoscitivo contro ignoti senza alcuna ipotesi di reato, ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire l’intero carteggio tecnico amministrativo delle varie opere eseguite. Le Fiamme Gialle hanno prima chiesto i documenti presso la filiale di Gaeta dell’ex Autorità portuale del Lazio e, non trovandoli, si sono dirette presso la sede centrale di Molo Vespucci a Civitavecchia hanno chiesto ed ottenuto quanto cercavano.
Si tratta di opere che hanno modificato il volto dell’area portuale di Gaeta: dai lavori di escavo dei nuovi fondali ai nuovi piazzali, per una superfice di 80 metri quadrati, a servizio delle potenziate banchine passando per la loro rispettivamente pavimentazione. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbe stato dell’altro: verificare la legittimità tecnico procedurali di opere cosiddette minori ma capaci di rendere finalmente moderna ed ecosostenibile la darsena dei pescatori di Gaeta in località Peschiera. La Guardia di Finanza ha chiesto per conto della Procura le carte inerenti diversi cantieri e chiusi dalla stessa Autorità di sistema portuale: da quelli per pulizia dei fondali (dragaggi) e di messa in sicurezza degli ormeggi all’installazione di un sistema di video sorveglianza, dalla posa in opera di una condotta idrica ad uso dei pescatori per la sistemazione e pulizia delle proprie imbarcazioni alla realizzazione di un sistema automatico di spazzamento in superficie e degli stessi fondali della darsena prospiciente l’ex mercato del pesce di via Lungomare Caboto.
Ma nel mirino degli investigatori inviati dalla Procura di Cassino, che non è la prima volta si occupa della gestione dell’attività portuale di Gaeta, c’è anche l’iter avviato per l’approvazione di un importante strumento urbanistico. Se approvata dall’ex Autorità portuale con il beneplacito del comune di Gaeta la variante al piano regolatore portuale, sostenuta da ingenti contributi comunitari, potrebbe permettere di realizzare silos e magazzini sulle stesse banchine del nuovo hub portuale operative da meno di un anno. Al momento non ci sono indagati ma secondo quanto è trapelato l’acquisizione dei documenti disposta dalla Procura è finalizzata ad accertare eventuali violazioni di natura ambientale e paesaggistica. Sul sequestro al momento non si registrano prese di posizioni ufficiali dell’attuale presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino e tantomeno dal suo predecessore, l’avvocato Francesco Maria De Majo.