LATINA – Accertare l’esatta dinamica dell’aggressione costata la vittima a Nadia Bergamini, la donna di 70 anni uccisa venerdì dal genero, Antonino Salvatore Zappalà, di 44 anni, al culmine di un’ aggressione che si è consumata nell’abitazione della donna in via Casorati a Latina. E’ quanto intende stabilire l’autopsia sul cadavere della vittima che, disposta dal sostituto procuratore Marco Giancristofaro, si svolgerà martedì giorno in cui la Procura nominerà anche il medico legale di fiducia.
Si tratta di un esame molto atteso perché dovrà confermare le conclusioni investigative cui è giunta già la Squadra mobile della Questura di Latina secondo le quali Zappalà, al termine di una violenta lite, ha aggredito mortalmente, soprattutto picchiandola sulla testa, la madre della compagna, Stefania, la stessa che, rincasando, aveva effettuato il macabro rinvenimento. L’uomo, arrestato con l’accusa di omicidio volontario dopo l’iniziale ipotesi accusatoria di lesioni gravissime, comparirà intanto lunedì, difeso dall’avvocato Roberto Perrino, davanti il Gip del Tribunale di Latina per l’interrogatorio di convalida.
Secondo la squadra Mobile quello della donna è stato un delitto molto efferato: l’anziana, invalida e con problemi di deambulazione, nulla ha potuto al cospetto della violenza utilizzata dal compagno della figlia. Zappalà l’avrebbe picchiata, con colpi soprattutto sulla testa, fino a farle perdere i sensi a farla cadere a terra riportando un’ematoma cerebrale che le è risultato fatale. I soccorsi erano stati immediati ma inizialmente nessuno avrebbe immaginato che si trattasse di una violenta aggressione.
Solo l’arrivo della 70enne all’ospedale Santa Maria Goretti è stato stabilito che non si trattasse di una caduta provocata da un improvviso malore ma di qualcosa di ben più grave. Agli inquirenti guidati dal Vice Questore Giuseppe Pontecorvo Zappalà era apparso confuso e poco lucido non riuscendo a spiegare cosa fosse accaduto in quell’abitazione ora sotto sequestro su ordine della Procura di Latina. Gli ematomi trovati su tutto il corpo della donna sono apparsi chiaramente compatibili con un’aggressione fisica. Ma nessun segnale lasciava presagire una tragedia simile. La signora Nadia prima di ammalarsi gestiva insieme alla figlia un bar sul lungomare di Latina e negli ultimi tempi era Antonino Zappalà a dare una mano alla compagna.