Cronaca

Terracina / Interrogatori di garanzia per Marcuzzi e Suffer, per entrambi richiesta la revoca dei domiciliari

TERRACINA – Sono durati più del previsto gli interrogatori di garanzia per l’ex vice sindaco ed assessore all’urbanistica del comune di Terracina Pierpaolo Marcuzzi e per l’imprenditore giostraio Emiliano Suffer, finiti ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta di Carabinieri e Guardia Costiera che ha coinvolto, anche se alcun vincolo, altre dieci persone, tra cui alcuni amministratori e tecnici del comune pontino.

Marcuzzi – come da previsione – ha risposto a tutte le domande del Gip Cario relativamente alla gestione e soprattutto alla realizzazione della nuova tribuna dello stadio “Vittoria” del Borgo Hermada della cui società calcio Marcuzzi è stato presi-dente.

Davanti anche al Pm Valentina Giammaria l’ex vice sindaco di Terracina, indagato per falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa e turbativa d’asta, ha negato, assistito dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Atena Agresti, che l’opera non avesse una copertura finanziaria. Ha allegato semplicemente un allegato del bollettino ufficiale della Regione Lazio del 14 aprile 2020 che conteneva il finanziamento di 117mila euro per il rifacimento della tribuna distrutta dall’urgano dell’ottobre 2018 e carente dei documenti di agibilità. In ordine al reato contestato della turbativa d’asta Marcuzzi ha provato come la prima licitazione fosse stata annullata dal comune di Terracina perché vi aveva partecipato una sola impresa. Nell’ordinanza d’arresto chiesta da tre pm ed emessa dal Gip Cario si ventilava un rapporto di compiacenza tra Marcuzzi ed un’impresa di Lenola relativamente ai lavori di ristrutturazione dello stadio di Borgo Hermada, Marcuzzi ha spiegato il tenore di una intercettazione telefonica durante la campagna elettorale amministrativa del settembre 2020. Aveva chiesto a questa impresa di farsi carico di trasportare a bordo dei suoi mezzi le sedie che sarebbero servite per una manifestazione elettorale del candidato di Fratelli d’Italia. Nulla di più. L’impresa di Lenola non ha avuto mai a che fare con i lavori, peraltro mai eseguiti, per la riqualificazione dello stadio di Borgo Hermada.

E replicando al suo principale accusatore, l’ex presidente del consiglio comunale ed imprenditore televisivo Gianfranco Sciscione, Marcuzzi ha restituito al mittente le accuse di aver migliorato il suo tenore di vita da quando era il vice del sindaco Roberta Tintari. E l’ha evidenziato con i documenti prodotti dagli avvocati Mastrobattista e Agresti: Marcuzzi ha detto al Gip di vivere in un’abitazione ereditagli dal padre, non ha un’auto di proprietà perché distrutta nel corso del devastante uragano del 2018, per i suoi spostamenti utilizza uno scooter di seconda mano e, poi, il conto corrente cointestato con la moglie non supera le poche migliaia di euro

“Pierpaolo Marcuzzi ha confermato quello che molti di noi sapevano – ha dichiarato l’avvocato Mastrobattista – Oltre ad essere una brava persona, una persona per bene, è un bravissimo amministratore. Ha risposto a tutte le domande del gip e a tutte le domande del Pm, smentendo le ipotesi investigative. Ora, viste le specificità delle contestazioni mosse all’indagato, non confermate, anzi smentite dalla documentazione fornita, abbiamo ritenuto di dover presentare una istanza di revoca della misura. Vogliamo solo ribadire che ci viene contestata una turbativa su un appalto mai affidato, su una opera mai realizzata“.

E le accuse mosse a Marcuzzi da Sciscione? “L’attività investigativa trova origine in una denuncia di un feroce avversario politico di Marcuzzi che non hanno trovato – ha aggiunto Mastrobattista – alcun riscontro. Anzi risultano soltanto calunniose. Ciò non accredita l’ attività investigativa poi svolta”.

La difesa di Marcuzzi, alla luce dell’interrogatorio reso, ha presentato direttamente al Gip Cario istanza di revoca della misura degli arresti domiciliari. Più articolato, invece, è apparso l’interrogatorio di garanzia di Emiliano Suffer, il 47enne imprenditore difeso dall’avvocato Lucio Teson che, appartenente ad una nota famiglia di giostrai, è finito ai domiciliari per tentata estorsione per aver chiedere in modi spiccioli la conferma della disponibilità di una vasta area, di 4000 metri quadrati, a ridosso del porto di Terracina e utilizzata durante l’estate come luna park per il quale ha prodotto le autorizzazioni ad utilizzare l’area degli ultimi tre anni. Sollecitando anch’egli la revoca degli arresti domiciliari, Suffer sulla vicenda dei biglietti omaggio è stato chiaro: è consuetudine regalare ingressi alle autorità cittadine e alle forze dell’ordine in occasione degli stessi spettacoli .

 

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