GAETA – “Gaeta è sempre meno una città per giovani e per bambini. Non lo era già prima della pandemia, per la mancanza di politiche a loro dedicate, ma oggi le difficoltà e le necessità quotidiane di bambini e ragazzi sono una questione urgente ed oggettiva, che andrebbe trattata come una priorità assoluta”. E’ l’ultima delle frecce che Sabina Mitrano, referente del progetto politico “Gaeta comunità di valore”, lancia all’indirizzo dell’Amministrazione guidata da Cosmo Mitrano.
“Come madre e come insegnante” – commenta Sabina Mitrano – “mi trovo ogni giorno a confrontarmi con genitori e ragazzi e con le diverse difficoltà che questa mancanza di organizzazione comporta. Molto potrebbe essere fatto anche da chi si occupa delle politiche sociali della città, individuando le problematiche più comuni attraverso un semplice confronto con le famiglie e cercando delle soluzioni pratiche, veloci. Già diversi giorni fa, un gruppo di genitori di un istituto scolastico di Gaeta mi aveva contattato per il ritardo con cui l’Amministrazione Comunale stava provvedendo a risolvere un problema grandissimo: già prima delle vacanze di Natale un ripetitore della città, che permette di avere linea Internet alla scuola frequentata dai loro figli, aveva subito un danno, che non era stato riparato approfittando della chiusura delle scuole. Con la riapertura, gli studenti in quarantena si erano trovati a non poter seguire le lezioni in didattica a distanza perchè il Comune ha provveduto a far riparare il ripetitore solo lunedì 17 gennaio. Un’intera settimana. Chi restituirà queste ore di lezione perse agli studenti? Perchè l’Amministrazione Comunale non mette in primo piano i bisogni delle scuole, degli studenti e delle loro famiglie?”.
“Un’ altra problematica che si sta riscontrando è la difficoltà nel reperire dispositivi di protezione individuale per bambini. Qualsiasi genitore che abbia cercato di trovare delle mascherine ffp2 per bambini e ragazzi, potrà confermarvi che ha avuto difficoltà a trovarle e che la spesa diventa poco sostenibile per la maggior parte delle famiglie, in particolare quelle che hanno più figli in età scolare. Ogni mascherina ffp2 costa all’incirca 75 centesimi e può essere utilizzata per una giornata scolastica. Questo significa che, in un mese, ogni famiglia si trova a spendere almeno 20 euro in più per ogni figlio. E cosa succede? Che le mascherine vengono utilizzate invece per più giorni (anche se è sconsigliato) o si sceglie di proteggere meno i bambini utilizzando mascherine chirurgiche (che proteggono gli altri ma non chi le indossa), con tutte le conseguenze che stiamo vedendo: classi e scuole completamente deserte, chiuse o costrette alla didattica mista o a distanza. Senza pensare che, dietro ognuna di queste situazioni, ci sono intere famiglie che si positivizzano, non sempre con esito asintomatico. E studenti e insegnanti che hanno difficoltà a portare avanti i programmi perchè, diciamocelo, la didattica in presenza ha tutto un altro valore” – continua Sabina Mitrano.
A questo punto la referente di “Gaeta Comunità di valore” si interroga: “perché il Comune non investe nella sicurezza delle scuole distribuendo mascherine ffp2 per gli studenti? Si spendono tanti soldi per lavori, eventi e attività che non sempre sono giustificabili, come abbiamo visto. Investire nella sicurezza degli studenti significherebbe aiutare tutte le famiglie a superare questa fase della pandemia. Ricordiamoci che Gaeta è capofila di un distretto sociosanitario, non ha a disposizione solo i mezzi e le risorse del Comune, ma anche accesso ad altre possibilità grazie alle quali potrebbe farsi promotore di iniziative, sfruttando fondi e sostegni aggiuntivi”.
Un’ultima riflessione la Mitrano la fa dal suo punto di vista di insegnante ed ancora lancia un nuovo punto di domanda relativa alla possibilità di fornire agli studenti, come Amministrazione, gli strumenti per poter affrontare la didattica a distanza “perché il benessere psicologico, la formazione e il senso di equità dei più giovani sono la base su cui costruiscono ogni giorno il loro futuro.”
Infine la professoressa Sabina Mitrano lancia una ricetta possibile per rimettere i giovani al centro dell’attenzione: “Questo può avvenire parallelamente, attraverso due binari: da una parte, con la definizione di spazi e luoghi in città, sicuri e organizzati, per offrire diversi tipi di supporto finalizzati all’educazione, allo sviluppo di attitudini, alla cooperazione tra famiglie e all’aggregazione. Dall’altra parte, istituendo un tavolo permanente all’interno del Comune in cui Associazioni, pedagogisti, operatori sociali e tutti coloro che operano sul territorio possano collaborare per prendersi cura delle esigenze dei più giovani e delle loro famiglie. Che individuino i problemi e si adoperino con soluzioni pratiche. Perchè, per i ragazzi, il futuro è già iniziato. E la politica locale è, ancora una volta, profondamente in ritardo”.