SEZZE – Accusati di aver avuto un comportamento omissivo sino a depistare il corretto svolgimento delle indagini sulla violenta aggressione di cui fu vittima il 30 marzo scorso un cittadino romeno in via Porta Sant’Andrea a Sezze, si difendono a modo loro i due vigili urbani del comune di Sezze sospesi dal servizio per un anno. La loro versione sui fatti l’aveva già resa nel corso di un interrogatorio davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario prima che lo stesso magistrato firmasse l’ordinanza interdittiva richiesta dalla Procura di via Ezio.
I due agenti della Polizia Locale di Sezze – un 47enne di Terracina ed un 44enne di Minturno – hanno confermato di essere arrivati sul luogo in cui fu aggredito il romeno con schiaffi e pugni da due giovani di 17 e 20 anni di Sezze e Priverno, poi arrestati per tentato omicidio, ma hanno respinto l’accusa di aver omesso di riferire dichiarazioni utili alle indagini. Semplicemente perché – e l’hanno specificato assistiti dagli avvocati Vincenzo Macari e Massimo Signore, ora firmatari di due distinti ricorsi al Tribunale del Riesame – le segnalazioni ricevute sul luogo dell’aggressione da alcuni testimoni presenti le ritennero discordanti l’una con l’altra.
Gli stessi vigili urbani sospesi di Terracina e Minturno hanno dichiarato di aver contribuito a gestire la caotica viabilità dopo l’aggressione del romeno e di essere stati loro stessi a fornire agli uomini della Squadra mobile un aiuto per il corretto svolgimento delle indagini esaminando il sistema di video sorveglianza della zona. Nel ricorso al Riesame le difese dei due vigili urbani chiedono di effettuare una perizia su una testimonianza audio di una testimone oculare dell’aggressione che ha disconosciuto la paternità delle dichiarazioni rese agli agenti del Vice Questore Giuseppe Pontecorvo.