FORMIA – “Firmai quella delega in fretta perchè mi dicevano che ero l’ultimo dei sottoscrittori a farlo poco prima della presentazione del ricorso al Tar. Sinceramente solo dopo mi resi conto di cosa avevo firmato. Pensavo di rappresentare la lista Nuova Area e, dunque, tutti i candidati al consiglio comunale e invece la mia delega era relativa al mio status di ‘cittadino elettore’”. Giancarlo Asilo è un manager per la gestione di servizi pubblici che in 25 anni di attività manageriale ha collaborato – riferisce – in 167 comuni italiani tra cui diversi capoluoghi di provincia. E’ storicamente legato al cinque volte deputato di Forza Italia Gianfranco Conte per il quale ha contribuito a scrivere il programma elettorale con cui l’ex parlamentare azzurro si è presentato quale candidato a sindaco alle amministrative del comune di Formia del 3 e 4 ottobre scorsi. L’esito è ormai negli annali del Comune: ai primi due posti, dopo il primo turno, si piazzarono i candidati Gianluca Taddeo e Amato La Mura e Gianfranco Conte, promotore di un progetto per il rilancio della città, si classificò soltanto quinto. L’ultimo degli aspiranti primo cittadino.
Giancarlo Asilo pensava che quella partita elettorale finisse lì. E invece pur di battere il candidato fazzoniano Gianluca Taddeo l’Onorevole Conte decise, ottenuto il via libera dei candidati delle sue tre liste, di rilanciare il suo ruolo definendo ad una settimana dal ballottaggio l’apparentamento con il secondo classificato il 4 ottobre, l’infettivologo Amato La Mura. Naturalmente l’obiettivo principale era battere Taddeo e permettere a La Mura di diventare sindaco di Formia. Ma i risultati sarebbero stati anche altri. Grazie a quell’apparentamento siglato davanti il segretario generale del Comune Alessandro Izzi la coalizione di Conte da zero consiglieri ne avrebbe guadagnato due in caso di vittoria di La Mura e, più precisamente, il candidato sindaco e il primo dei non eletti, l’ex consigliere forzista e del Ccd Luigi Scafetta. Ci sarebbe stato anche un incarico professionale per il dottor Asilo? Magari come city manager? Un ruolo di questa portata era previsto nell’accordo politico tra La Mura e Conte ma a questo interrogativo non potrà mai essere data una risposta perché le vicende politico amministrative sono andate diversamente.
Le elezioni amministrative al comune di Formia il 18 ottobre le vinse il candidato Taddeo seppur con un scarto degli occupanti di un condominio medio piccolo: 37 voti, voto più voto meno. Metabolizzata la delusione per la vittoria sfiorata dopo un’incredibile rimonta, La Mura decise di impugnare l’esito elettorale al Tar-sezione di Latina ma non volle essere da solo. Nessuno osa pensare che il neo consigliere comunale di “Formiamo il futuro” Francesco Di Nitto o agli altri sottoscrittori (Pietro Zerri, Antonio Bernardi, Francesco Paolo Conte, Enrico D’Angelis, Marilena Terreri, Giuseppe Racca e, appunto, Giancarlo Asilo che ha ritirato la sua adezione al ricorso sabato scorso) siano stati costretti a farlo. Di certo la principale richiesta che contribuirono a formalizzare al Tar (che si pronuncerà il 9 febbraio prossimo) fu impegnativa: la ripetizione del ballottaggio in 19 dei 30 seggi del comune di Formia per presunte irregolarità procedurali.
Il primo a ritirare negli ultimi giorni la sua costituzione in giudizio è stato proprio il consigliere Di Nitto. Che frequenti gli uffici della segreteria particolare del neo sindaco di Formia Taddeo è giusto ed opportuno per esercitare al meglio il mandato elettorale ricevuto ma se ci siano stati nel frattempo altri vantaggi (di qualsiasi tipo) coincidenti con la sua nomina a consigliere comunale o, peggio ancora, con il ritiro della sua adesione al ricorso elettorale davanti il Tar intende capirlo lo stesso candidato a sindaco sconfitto La Mura. Secondo alcune indiscrezioni per capirlo il primario infettivologo intende utilizzare al meglio l’incarico istituzionale che, secondo lo statuto del comune di Formia spetta ad un rappresentante delle minoranze: quello di presidente della commissione trasparenza e controllo. Dal disimpegno “senza motivazioni” di Di Nitto sarebbero state formalizzate alcune audizioni che, a firma del presidente La Mura, dovranno escludere una considerazione davvero grave se fosse confermata: Di Nitto non ha beneficiato di alcun vantaggio per se e per i suoi familiari da quando è consigliere al comune di Formia?
Giancarlo Asilo ha invece la coscienza tranquilla perché, nonostante il diritto non ammetta ignoranza (letteralmente, di non conoscere e sapere), ha confermato di aver firmato una delega senza sapere quale fosse il suo contenuto e la sua importanza giuridica. L’interessato lo ribadisce: “Se avessi saputo che avrei rappresentato tutti i candidati della lista Nuova Area e non soltanto il sottoscritto, quale semplice cittadino di Formia, non ci sarebbero stati problemi”. Asilo sottolinea poi di essere poco a Formia perché impegnato nei 167 comuni italiani che beneficiano delle sue preziose consulenze professionali. Ribadisce questo particolare per giustificarsi di un particolare di natura temporale. Perché ha dovuto attendere più due mesi per revocare la sua costituzione in giudizio? Nell’epoca delle comunicazioni iperveloci e digitali “non ho avuto tempo perché a Formia ci sto davvero poco. Se vuole saperlo, ho rinunciato al ricorso sabato scorso (15 gennaio) attraverso l’avvocato Luigi Scipione (anch’egli candidato in una delle liste del candidato sindaco Gianfranco Conte). E’ stata la prima occasione utile, mi creda, per farlo. E’ vero, non ho avuto tempo prima”.
Ma forse il ricorso di La Mura comincia a far paura o a coltivare sentimenti di inquietudine? Probabilmente sì, perché davanti ad una situazione che comincia a farsi imbarazzante per i possibili risvolti di natura penale oltre che etica, le rinunce, oltre a quella di Nitto e Asilo, sarebbero potuto essere già tre. L’ex dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Formia, l’architetto Marilena Terreri, ha ricevuto una telefonata da uno dei suoi tanti legali che l’hanno assistita nei procedimenti penali in cui è stata coinvolta quand’era in servizio al terzo piano del comune. Marilena Terreri è una delle firmatarie – come detto – del ricorso perché è stata a settembre la presentatrice della lista “Guardare oltre”. Ha tenuto botta alla telefonata ricevuta: “Dovrei ritirare il ricorso al Tar del dottor La Mura? Non se ne parla proprio. Non devo sistemare mio marito. E’ in pensione…”