FORMIA – Una legittima curiosità ma anche qualche polemica sta accompagnando l’installazione, decisa dall’Asl di Latina, di una nuova postazione per la gestione dei pazienti Covid a fianco del pronto soccorso dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia. Si tratta di una struttura che, capace di ospitare 12 posti letto, sostituirà a giorni la precedente che, istituita subito dopo lo scoppio della pandemia – a Formia il 1 marzo 2020 si registrò il primo contagio nella provincia di Latina – ospitava soltanto due posti letto. La ripartizione tecnica e la stessa direzione sanitaria del polo ospedaliero sud hanno deciso precisi i percorsi che seguiranno i pazienti per il completamento dell’iter diagnostico, cioè il loro trasferimento presso la divisione di radiologia. Lì sarà attivata una squadra di sanificazione che segue all’ingresso e all’uscita.
Una seconda struttura Covid 19, dal costo di 400mila euro, sarà allestita nello spazio antistante la camera calda del pronto soccorso e servirà ad aumentare lo spazio a disposizione dei pazienti e degli operatori sanitari che vi operano per cercare di lavorare nel miglior modo possibile per la tutela dei pazienti. A spegnere gli entuasiasmi e la segreteria provinciale della Funzione Pubblica della Uil che, pur apprezzando gli sforzi dell’Asl per potenziare la fase assitenziale a favore dei pazianti colpiti dal Covid, sostiene come ce ne sia bisogno di un altro dell’autorità sanitaria per colmare i vistosi vuoti negli organici del Dono Svizzero. A dire del segretario Giancarlo Ferrara la “nuova situazione determinerà sicuramente un aumento degli attuali carichi di lavoro per i lavoratori già stremati e di conseguenza sarà logisticamente necessario predisporre una nuova organizzazione del lavoro”.
La Funzione pubblica della Uil in una lettera alla direttrice generale dell’Asl Silvia Cavalli ricorda di aver richiesto diversi incontri sul delicato tema riguardante le criticità del Pronto Soccorso del Dono Svizzero. L’obiettivo e di “definire una precisa analisi del fabbisogno del personale, le condizioni igienico sanitarie, le condizioni di tutela e sicurezza sui posti di lavoro e i protocolli assistenziali legislativamente previsti”. Lo stesso sindacato ha più volte rappresentato i disagi del personale e la inidoneità strutturale del pronto soccorso del nosocomio di Formia per il trattamento dei pazienti Covid-19 a causa della promiscuità dei suoi percorsi.
“Le reiterate richieste della Funzione Pubblica della Uil sono state sempre disattese – ricorda aggiungendo Ferrara formalizzando una nuova richiesta di incontro ai vertici aziendali – Quindi non è stato mai possibile discutere ufficialmente con i diretti responsabili sul delicato tema e pertanto stilare un verbale d’intenti. Di conseguenza “sono state sistematicamente precluse le nostre legittime prerogative sindacali e soprattutto ignorati i disagi degli ‘eroi’ interessati”.