ITRI – L’amministrazione comunale di Itri si fermi, prima che non sia troppo tardi, per concretizzare “a tutti i costi” la delocalizzazione in località Rivoli dell’attuale polo scolastico. Se non lo farà, sarà inevitabile il ricorso alla Procura della Repubblica di Cassino. E’ terminata con questo minaccioso monito una conferenza stampa del gruppo consiliare di opposizione di “Promessa per Itri” per stigmatizzare la volontà dell’amministrazione comunale di dare attuazione ad un progetto che, destinatario di un finanziamento di 8 milioni di euro da parte della Regione (cui si è aggiunto un contributo un contributo comunale di un milione e mezzo di euro), prevede il trasferimento del complesso scolastico nelle immediate vicinanze del centro urbano, nel tratto regionale della strada regionale Valle del Liri.
I consiglieri Giuseppe De Santis e Osvando Agresti hanno deciso, dopo due sedute congiunte delle commissioni Urbanistica e Lavori Pubblici allargate alla conferenza dei capigruppo, di rendere note quelle che hanno definito “gravissime irregolarità” che avrebbero caratterizzato l’approvazione del progetto definitivo. Le accuse sono state circostanziate e hanno fatto menzione di un “palese falso” che avrebbe contraddistinto la perizia geologica. Secondo i consiglieri De Santis e Agresti la conclusione cui è giunta la consulenza è la seguente: è possibile edificare un edificio in una zona sottoposta a vincolo idrologeoligico e, dunque, gravata dal Pai che merita un approfondimento procedurale e procedimentale , lungaggini burocratiche e, dunque, il rischio oggettivo di restituire i finanziamenti concessi dalla Regione Lazio.
Soprattutto il consigliere Agresti è stato il più minaccioso: “Abbiamo avviato un’interlocuzione con la Regione (l’assessore alla transizione ecologica del M5S Roberta Lombardi ed il consigliere regionale pontino del Pd Enrico Forte) alla quale abbiamo comunicato i risultati dei nostri accertamenti. Speriamo che lastessa Regione intervenga e blocchi in autotela il procedimento. In caso contrario per salvaguardare la vita dei nostri figli e futuri nipoti saremo costretti – ha aggiunto l’ex sindaco Giuseppe De Santis- ad andare sino in fondo”. La conferenza stampa è servita per sottolineare come il Pai vieti ogni qualsivoglia edificazione in zona “C” e per lanciare accuse gravi, se fossero veritiere, all’ultima e all’attuale amministrazione: “Per ottenere il punteggio più alto sono state scritte delle falsità – hanno rincarato la dose Agresti e De Santis chiamando in causa l’amministrazione dell’ex sindaco Antonio Fargiorgio – e purtroppo quello temevamo durante la recente campagna elettorale è venuto fuori con una serie di documentazioni che meritano l’esame delle autorità competenti. Non vogliano avviare una caccia alle streghe ma siamo rimasti basiti – ed è stato questo il coinvolgimento dell’amministrazione in carica – quando abbiamo sentito con le nostre orecchie il sindaco Giovanni Agresti affermare testualmente ‘quel finanziamento di 8 milioni di euro non lo rimando indietro’. Purtroppo i nostri inviti a bloccare la procedura sono caduti nel vuoto. Itri non può permettersi questo scempio che, se attuato, dopo la disastrosa frana di novembre in località Campiglioni, avrà ripercussioni di natura ambientale ma anche sociale ed economica”.
“Troppo rumore per nulla…” è stata la replica dell’ex sindaco Fargiorgio che, in qualità di capogruppo consiliare di “Itri Facciamo Futuro”, ha voluto mettere a verbale una dichiarazione che appare essere una severa replica alle “scoperte” di Osvaldo Agresti e Giuseppe De Santis. Innanzitutto la querelle sulla delocalizzazione del polo scolastico andava affrontata nella commissione competente prima dell’esame del consiglio comunale. E invece si è creato un clima da Santa inquisizione. Per quanto riguarda il metodo l’ex sindaco Fargiorgio prende atto quanto di sostenuto in commissione da due alti dirigenti della ripartizione tecnica del comune – gli architetti Giuseppe Caramanica e Massimiliano Meschino – che hanno confermato “come l’intero l’iter tecnico procedurale sfociato nelle delibere di richieste di finanziamento per la realizzazione del polo scolastico sia rispettoso delle norme di Legge. In particolare, quanto al vincolo Pai, gli stessi hanno riferito come la circostanza che nell’originario progetto il complesso rientrasse in minima parte nella fascia “C” non comporti una inedificabilità del lotto, semmai soltanto il rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 26 delle norme di attuazione del PAI e di quelle collegate della Variante di salvaguardia ed adeguamento comunale. Ho sottolineato, inoltre, come nella relazione geologica redatta in funzione della richiesta di finanziamento, pervenuta poi al tavolo della Giunta allora da me presieduta, sia espressamente detto che l’area interessata dalla edificazione non sia sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi del Regio decreto 3267/1923 e sue integrazioni e comunque a vincoli di tipo territoriale, PAI ed appunto vincolo idrogeologico. In relazione all’aspetto geologico, i tecnici hanno attestato infatti che, a fronte delle condizioni in cui rientra, il sito può ritenersi geologicamente e geomorfologicamente idoneo per ospitare l’opera realizzata a patto poi che, in sede di progettazione definitiva, si riaggiornino le indagini e rispettino le nuove norme tecniche sulle costruzioni ed il nuovo regolamento sismico della Regione Lazio”.
Tanto rumore per nulla anche per un altro aspetto: “ Quello di cui si discute è soltanto un progetto preliminare e non definitivo e men che meno esecutivo. Ciò che era chiaro anche alla giunta quando deliberò di avanzare la richiesta di finanziamento. Ed oggi questo fatto assume ancor maggior rilievo, specie alla luce del “taglio” della struttura che i competenti uffici della Regione Lazio hanno disposto nel corso di una conference call cui partecipai unitamente all’allora assessore Ciccarelli ed agli architetti Caramanica e Meschino, al cui esito la struttura originariamente prevista fu fortemente ridimensionata in funzione del dato storico della popolazione scolastica di Itri. Questo ciò che mi preme ribadire, a scanso di qualsivoglia equivoco o sospetto, che qualcuno potrebbe alimentare su ipotetici, ma invero insussistenti per quanto ci è stato già riferito, falsi che avrebbero riguardato non già gli atti deliberativi, ma gli atti propedeutici ed i pareri posti a corredo della richiesta originaria di finanziamento. Sottolineo altresì che la richiesta di finanziamento è subordinata all’abbattimento ed alla delocalizzazione delle strutture scolastiche esistenti, tra cui tuttavia non rientrano il plesso A di via della Repubblica (oggetto di un precedente finanziamento di 500mila euro) e neppure la parte più recente del plesso di via Matteotti, come sempre nel corso della stessa conference call con la Regione fu esattamente indicato e come penso indicato anche negli atti”.
Passando al merito, a nome del gruppo di Itri Facciamo Futuro l’ex sindaco ha ribadito, secondo quanto ampiamente sostenuto nell’ultima campagna elettorale, “la nostra contrarietà al progetto, che riteniamo del tutto disallineato e disarticolato e certamente non armoniosamente integrato con il tessuto urbano. È stato, questo, un preciso punto programmatico della coalizione che ha vinto le elezioni, coalizione che quindi si assume onori ed oneri, anche quello di realizzare questo progetto se è convinta di farlo. Se e quando il progetto approderà in consiglio comunale, potrà essere ulteriormente sviscerato anche sotto l’aspetto squisitamente politico che è quello che ci induce ad assumere la posizione di contrarietà”.