FORMIA – Su una rinnovata richiesta del gruppo di Formia della Guardia di Finanza il Comune in questi giorni ha cominciato a notificare la messa in mora emessa dalla Procura regionale presso la Corte dei Conti nei confronti di quei dirigenti e Responsabili unici del procedimento che, relativamente alla mancata realizzazione del porto turistico “Marina di Cicerone”, sono indagati per danno erariale.
I dirigenti e i tecnici comunali che si sono succeduti dal 2010 in poi sono stati citati per un presunto danno che sfiora i tre milioni e mezzo di euro. E’ l’importo di una valanga di incarichi e di consulenze conferite nell’ambito del tentativo, poi abortito, di dotare la città di un moderno approdo turistico nello specchio di mare antistante Molo Vespucci. Avrebbe dovuto realizzare l’opera, attraverso un progetto di finanza, la società romana “Gruppo Ranucci Finanziaria e partecipazione srl” alla quale – secondo le risultanze investigative delle Fiamme Gialle – il Comune offrì, per l’appunto, la sua disponibilità tecnico-amministrativa e finanziaria.
Il soggetto privato improvvisamente fece dietro front perché la soluzione progettuale che aveva presentato la definiì antieconomica. Per il Comune di Formia, oltre al danno, anche la beffa. Soprattutto dopo che il gruppo “Ranucci Finanziaria e partecipazione srl” ha proposto al Tribunale Civile di Cassino un risarcimento danni di 3 milioni e 29mila euro per la mancata realizzazione del nuovo porto turistico. Il Comune ha avuto un salvacondotto dallo stesso Tribunale che ha proposto con successo alle parti di sottoscrivere un accordo bonario di quasi 500 mila euro.
In effetti il Comune è stato invitato a restituire soltanto la quota incassata 12 anni fa – una sorte di fidejussione, per rilasciare – cosa mai avvenuta – la concessione demaniale alla luce del parere contrario della Capitaneria di porto di Gaeta e del mancato arrivo della “Vas” speciale della stessa Regione Lazio.