FORMIA – “Nessuna risposta di fatto all’interrogazione che ho presentato ed è stata discussa oggi al question time in consiglio regionale in merito alla possibilità di predisporre già da oggi presso il Cup dell’ospedale Dono Svizzero di Formia, così come accade in altri ospedali non solo nella provincia di Latina, un servizio fisso di vigilanza armata”. A darne notizia, in una nota, è il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone.
“Il quesito era semplice – spiega Simeone – e puntava a dare una soluzione immediata ad una criticità persistente rappresentata dalla totale mancanza di sicurezza all’interno del Cup sia per gli operatori che per gli utenti. Nella risposta abbiamo appreso, infatti, che per quanto riguarda la predisposizione ed il potenziamento del servizio di sicurezza e vigilanza armata la Asl è in attesa degli esiti della gara regionale. Una buona notizia in senso generale che purtroppo, però, non risolve il problema contingente. Avremmo preferito apprendere che nelle more dell’esito della gara centralizzata si sarebbe provveduto comunque a fornire al Cup di Formia un presidio di vigilanza armata ma siamo stati costretti ad accontentarci del solito vedremo, penseremo, faremo. I disagi innescati, infatti, dal passaggio disposto dalla Regione, avvenuto il 22 novembre dello scorso anno, ad un nuovo programma di gestione Cup ha comportato e sta ancora comportando numerosi problemi legati all’impossibilità di procedere senza limiti alle procedure di accettazione e prenotazione”.
“Il Cup dell’ospedale di Formia riusciva ad effettuare, prima di questo cambiamento, un volume di circa un milione di prenotazioni l’anno. Oggi – aggiunge ancora nella medesima nota – siamo a poche migliaia con un sistema che consente di accettare solo poco più che un centinaio di prestazioni al giorno tra libere e riservate a persone con fragilità. Un numero talmente esiguo che spesso costringe gli utenti a doversi recare per diversi giorni al Cup prima di finalizzare le operazioni e che crea esasperazione e rabbia che si riversano sugli operatori che sono in prima linea e risentono di problematiche che non dipendono loro. La situazione ha innescato un circolo vizioso che, ogni singolo giorno, vede, per calmare gli animi ed evitare che la tensione degeneri, l’intervento dei carabinieri. Inoltre i disservizi creano assembramenti e lunghe attese che, stando anche, ma non solo, il periodo complesso legato alla pandemia in corso, mettono a rischio la salute delle nostre comunità”.
E conclude: “Le criticità sono odierne ed immediate dovrebbero essere le risposte. Istituire, in attesa dell’espletamento della gara centralizzata per la sicurezza nelle Asl del Lazio, un servizio provvisorio di vigilanza armata non era una missione impossibile. Eppure è stata resa tale dall’atteggiamento impostato sul ‘tirare a campare’ che purtroppo contraddistingue chi gestisce la sanità nel Lazio e sul nostro territorio e le cui conseguenze sono totalmente a carico degli operatori del Cup dell’ospedale di Formia. Ai cittadini e agli operatori, tartassati e sottoposti a pressioni costanti a causa dei disservizi esistenti, non resta che sperare che il sistema prima o poi raggiunga la piena efficienza”.