LATINA/ FROSINONE – Numerose farmacie e laboratori analisi delle province di Latina e Frosinone sono stati passati al setaccio da parte dei Carabinieri dei Nas per contrastare il sempre più diffuso fenomeno dei “falsi positivi” e verificare la corretta esecuzione dei tamponi e delle analisi antigeniche per la ricerca del Covid 19. Complessivamente le ispezioni nel Basso Lazio sono state quaranta, 23 delle quali compiute in provincia di Latina e le rimanenti in quella di Frosinone. In ciascuna realtà provinciale i militari del Comandante Felice Egidio hanno emesso un provvedimento di sospensione all’attività di esecuzione dei tamponi semplicemente perché non era autorizzata a compiere questo screening epidemiologico.
I Nas hanno inoltre sottoposto a sequestro amministrativo 500 confezioni di tamponi antigenici rapidi che, per un valore di 2000 euro, non presentavano l’etichettura in lingua italiana. In più i Carabinieri per la tutela della salute hanno comminato una sanzione amministrativa di 1000 euro nei confronti del responsabile di una farmacia nella quale sono state altre irregolarità. Questi controlli sono stati promossi di concerto con il Ministero della salute anche per monitorare il comportamento dei “Falsi positivi” che – secondo gli inquirenti – si presentano presso un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un altro soggetto “no vax” per fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest’ultimo, il “green pass”.
I Carabinieri dei Nas hanno concentrato i loro sforzi per verificare che presso i punti di prelievo venissero effettuate correttamente le operazioni di identificazione dei soggetti da sottoporre a test, previa richiesta ed esibizione del documento di identità unitamente alla tessera sanitaria. Negl’ultimi 30 giorni i servizi di controllo hanno interessato complessivamente sul territorio nazionale 1360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità presso 170 di essi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni. Hanno riguardto l’uso di tamponi e kit reagenti non regolari, i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile; la mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica;l’ inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del green pass obbligatorio;l’effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala, etc.), in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.
A conclusione delle ispezioni è stata disposta la sospensione in tutta Italia di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività. Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del green pass. L’estensione delle verifiche ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari.