ITRI – Quella di mercoledì scorso al comune di Itri non è stata una seduta consiglio comunale di routine. Doveva scivolare via sui binari dell’ordinaria amministrazione e normalità ma la decisione, nell’aria, di Forza Italia di lasciare soltanto dopo quattro mesi la maggioranza del sindaco Agresti e di andare ad ingrossare le variegate opposizioni ha costituito un punto di svolta rispetto al quale non sarà più possibile tornare indietro. Per il principale gruppo di opposizione di Itri Facciamo Futuro la decisione politica di Forza Italia è una stata una “scelta ovvia in considerazione di quelle che erano state le dichiarazioni del sindaco nel corso della prima seduta del rinnovato consiglio comunale” ma un atto, quello dei consiglieri azzurri Andrea Di Biase e Serena Cittarelli , “non è passato, e non poteva passare, inosservato”.
I consiglieri Antonio Fargiorgio e Tiziana Ialongo hanno sottolineato soprattutto quello “che è un dato oramai chiaro a tutti nella nostra cittadina: l’attuale compagine di governo locale non ha più la maggioranza effettiva nel paese. Anzi, gli eventi che hanno condotto alla fuoriuscita di una forza politica che, piaccia o meno, aveva contribuito all’affermazione elettorale della lista Ripartiamo, segnano un’evidente frattura, un distacco tra l’attuale maggioranza ed il paese cosiddetto reale. Non è soltanto un problema di numeri in consiglio (dove il sindaco dice di poter contare su dieci consiglieri…), ma è un problema di numeri in città. Se oltre all’allontanamento di Forza Italia – hanno aggiunto l’ex sindaco Fargiorgio e la professoressa Ialongo – si considerano infatti anche le prese di distanza ad opera di alcuni ex candidati della lista vincitrice delle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre scorsi, allora i numeri sono davvero impietosi e riflettono una realtà che chi attualmente governa Itri non può far finta che non esista”.
Ecco l’appello di Itri Facciamo Futuro: “È arrivato il momento in cui chi ha a cuore davvero il bene di Itri si renda conto del baratro nel quale ci sta trainando una maggioranza, chiusa in una visione che, come ha evidenziato il nostro capogruppo Fargiorgio, è autarchica. Piuttosto pensa di poter fare tutto da sola, con la convinzione che essa soltanto possa risolvere ogni situazione, quasi possedesse il dogma della infallibilità. Una maggioranza che, all’evidenza, pecca di presunzione, parlando dal punto di vista politico e non solo”.
Il terzo esponente di Itri Facciamo Futuiro è laconsigliera Vittoria Maggiarra che, commentando il metodo e ii contenuti dell’Amministrazione-Agresti, parla di “politica ridotta ai minimi termini”. Dopo essersi servita dell’appoggio politico di Forza Italia per arrivare a vincere le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre scorso, l’amministrazione del sindaco Giovanni Agresti l’ha umiliata senza sorta di scrupolo, l’ha brutalmente scansata e l’ha pure beffeggiata con vile e freddo cinismo. Uno scenario profondamente deludente che, nel mondo politico locale e sovracomunale, ha e avrà sicuramente la sua forte risonanza, come pure avrà le sue grandi e gravi conseguenze. Nessuna dignità politica può essere attribuita a chi, ormai, ha una rappresentanza amministrativo-istituzionale ridotta all’osso, pari ad appena il 20% della popolazione itrana votante! E questo dato oggettivo, indice di palpabile, tangibile frustrazione patita dalla coalizione guidata da Giovanni Agresti, spiega l’atteggiamento aggressivo, offensivo ed antidemocratico da essa puntualmente espresso in ogni Consiglio comunale. Le informazioni del tutto distorte e le ultime attribuzioni accusatorie provenienti dal Sindaco Agresti in ordine alla questione delle case popolari, al piano di Pagnano e al mantenimento di un Presidio di legalità, quale l’Ufficio del Giudice di Pace di Gaeta, non tarderanno a palesare la negazione di un modo di fare politico obsoleto, anacronistico e assolutamente sterile”.
La stessa maggioranza consiliare è alle prese “con assordanti silenzi che stanno caratterizzando questi primi mesi di governo cittadino. Non fanno assolutamente bene ad una dialettica che, auspicavamo, potesse essere davvero democratica, pur nel rispetto e nella contrapposizione dei ruoli. Invece, sulle nostre sacrosante richieste (riattivazione tavoli istituzionali nella vicenda pozzi privati, interventi in materia Covid, regolamentazione ritiro rifiuti presso le abitazioni dei cittadini positivi al Covid, richiesta di riapertura Piazza Umberto I, convocazione commissione consiliare ad hoc per gli eventi del 3 e 4 novembre 2021…), tutto tace – ha aggiunto l’ex sindaco Agresti – neppure una riga di riscontro. Un atto di grande prepotenza e superbia politiche; un atteggiamento spesso accompagnato da una sorta di fastidio quasi fisico nei confronti della nostra, attiva, presenza politica e consiliare all’interno della Casa comunale”.
Il gruppo di Itri Facciamo Futuro non vuole demordere e anticipa che “continuerà ad essere una spina nel fianco di questa amministrazione che, pian piano, comincia a svuotarsi di significato, a depotenziarsi non soltanto in quei numeri, che oramai ne segnano la perdita di rappresentatività presso i cittadini. I prossimi mesi diranno la verità, ma intanto restano sul tappeto una serie di questioni e vicende che tardano ad avere risposte.Con spirito assolutamente costruttivo, porteremo avanti le nostre battaglie, pronti a firmare quei provvedimenti che facciano gli interessi della cittadinanza” – ha aggiunto il consigliere Tiziana Ialongo. In occasione del consiglio di mercoledì scorso “ne ha dato riprova, approvando la variante urbanistica ed il vincolo preordinato ll’esproprio per la realizzazione di una migliore viabilità comunale in località Licciano. Si tratta di un’opera messa in campo dall’Amministrazione Fargiorgio – ha concluso Ialongo e Maggiarra – che consentirà di usufruire in piena sicurezza di un tratto di strada notoriamente difficoltoso, che segna l’accesso per la zona artigianale e verso alcune importanti realtà commerciali della nostra cittadina. Saremo sempre dalla parte dei cittadini e continueremo a contrastare una politica orientata al perseguimento di interessi personali e familismi (come altri li hanno definiti), che sono la negazione del corretto operare in amministrazione”.