GAETA – Gaeta per il secondo biennio è stata inserita tra i “Borghi più Belli d’Italia” e l’assemblea civica permanente “Difendi Gaeta” pur essendone orgogliosa non riesce a non lanciare l’allarme su quello che chiama “effetto boomerang”.
“E’ sotto gli occhi di chiunque percorra i vicoli e le suggestive scalinate del borgo medievale infatti, il degrado e lo stato di abbandono in cui giacciono. Oltre alle solite buste di immondizia e gli escrementi dei cani che si trovano un po’ in tutta la città, il centro storico Medioevale si caratterizza per il totale abbandono di molti degli edifici privati, e la presenza di numerose chiese che lasciano l’amaro in bocca ai malcapitati turisti che si trovano davanti portoni fatiscenti e rigorosamente chiusi con catenacci, scalinate impraticabili a causa della mancata pulizia delle erbacce e dei rampicanti che crescono spontaneamente deturpando e rovinando con le loro radici gli antichi muri del borgo. L’elenco dei monumenti chiusi e abbandonati a se stessi è lunghissimo, l’ultimo a “lasciarci le penne” è stato l’ex convento di San Francesco più noto come Oratorio Don Bosco, di proprietà demaniale, che ha chiuso i battenti definitivamente tre anni fa a causa della mancata manutenzione: le infiltrazioni hanno provocato il cedimento di parte del tetto e tutta la struttura ora è in pericolo. Non solo una notevole perdita storico architettonica, ma anche, per il ruolo sociale che svolgeva un tempo, un simbolo del decadimento demografico che interessa in particolar modo il quartiere di Gaeta Medioevale, più colpito di altre parti della città, dallo spopolamento dei residenti costretti ad emigrare, e dal costo sempre più alto delle abitazioni e dei loro affitti, che ha contribuito a determinare lo stato di abbandono di gran parte degli edifici privati” – elenca in una nota l’Assemblea.
La stessa però non si limita a questa analisi, ma lancia anche una serie di proposte: “l’incremento del personale per la pulizia delle strade e del verde pubblico, cosa che potrà avvenire solo con la gestione pubblica della raccolta dei rifiuti; il recupero dei beni demaniali, militari, e acquisiti dal comune, di cui è ricco il quartiere medioevale e che giacciono in stato di abbandono, e in accordo con l’ATER che ha dichiarato più volte di avere i fondi necessari per un simile intervento, ristrutturarli e convertirli in strutture abitative popolari; per quanto riguarda invece gli edifici privati, l’adozione di un affitto calmierato a prezzi ribassati rispetto al resto della città, in modo da far tornare a vivere sul serio uno dei borghi più belli d’Italia; incrementare il trasporto pubblico che collega la parte alta del centro storico con piazzale Caboto, servizio ad oggi presente solo in estate, che andrebbe reso gratuito così come su tutto il territorio comunale per gli over 65 e per chi ha basso reddito”.
Così prima di concludere lanciano anche un appuntamento per lunedì 21 febbraio, alle 17.30, in via Indipendenza n.206: “si discuteranno in tal proposito ulteriori proposte, e più in generale si affronterà il problema del recupero e della valorizzazione all’interno di precisi circuiti turistici, dei beni culturali presenti su tutto il territorio comunale”.