SABAUDIA – Dopo Anzio e Nettuno, un altro importante comune del litorale laziale – della provincia di Latina in particolare – terremotato dall’autorità giudiziaria. Sono decisamente gravi e pesanti le ipotesi di reato configurate dal Gip del Tribunale di Latina ai vertici, amministrativi e tecnici, del comune di Sabaudia.
Sedici di loro, tra il sindaco civico Giada Gervasi, sono stati raggiunti questa mattina da altrettanti provvedimenti cautelari – 12 ai domiciliari e quattro con il divieto o dell’obbligo di dimora nel comune di Sabaudia unitamente alla misura dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e con il divieto di esercitare la professione per un anno – con le accuse di peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico.
Sono finiti ai domiciliari – oltre al Sindaco Gervasi – anche Innocenzo D’Erme, Edoardo Piovesana, Giuseppe Pellegrino, Erasmo Scinicariello, Riccardo Guglielmi, Stefano Malinconico, Paolo Cassola, Angelo Mazzeo, Sandro D’Apit e Luigi Manzi, mentre sono stati raggiungi da un’ordinanza di “obbligo di dimora” Quirino Alessi, Giuseppe Polidoro, Rossi Alessandro e Fabio Minotti; in più Polidoro, Rossi e Minotti hanno avuto l’interdizione temporanea dai pubblici servizi per un anno, mentre Alessi ha subito il divieto temporaneo di esercitare la professione di geologo per 12 mesi.
Sono quattordici, invece, le persone indagate a piede libero: Giovanni Bottoni, Laura Capuzzo, Carlo Capuzzo Dolletta, Rosalba Ambrosino, Pietro Lapertosa, Diego Degli Stefani, Luigi Palombi, Federico Antonelli, Mario Manci, Antonio Vitelli, Mario Bartolotti, Vincenzo D’Arcangelo, Massimo Ferrini, Massimiliano Stefanini e Remo Bertani.
Al termine di quasi tre anni di laboriose indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Latina, condivise appieno dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti Procuratori Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria, sarebbe stata fatta piena luce sulla gestione, già di per sé delicatissima, delle concessione demaniali da parte del comune di Sabaudia per le svolgimento delle remunerative attività balneari durante la stagione turistica.
I Carabinieri, indagando dal 2019 per individuare il movente e i responsabili dell’incendio doloso che distrusse la centrale termica dell’ente parco nazionale dei Circeo oltre che delle minacce subite dal comandante della locale stazione dei Carabinieri Forestali, capirono subito che i titolari della gran parte degli stabilimenti balneari di Sabaudia e chioschi, esattamente quarantacinque,erano pressoché gli stessi dipendenti e alti funzionari del comune della città delle dune. Queste attività sarebbe state favorite, in sede di rilascio delle concessioni demaniali, dagli stessi proprietari o presunti tali che, nella veste di dipendenti pubblici, sono arrivati ad adottate provvedimenti di revoca delle stesse concessioni demaniali che, alla luce delle verifiche dei Carabinieri, erano risultate di fatto irregolari.
L’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Latina ha sviluppato sul piano investigativo ben undici episodi di turbativa d’asta, la redazione di innumerevoli atti falsi e presunti comportamenti corruttivi posti in essere dal Sindaco di Sabaudia Giada Gervasi e da amministratori comunali, in concorso con imprenditori e funzionari comunali.
Nella voluminosa indagine della Procura di Latina, coordinata dal suo capo Giuseppe De Falco, è finita anche la tappa di una prova della Coppa del Mondo che Sabaudia avrebbe dovuto ospitare nel 2020. Avrebbe perché la prestigiosa manifestazione remiera venne annullata poi per via dell’emergenza legata al Covid 19. Per la realizzazione del campo di regata e per l’installazione degli impianti di pubblica illuminazione sarebbe state favorite ed incaricate – e l’avrebbero accertato i Carabinieri del comando provinciale di Latina – ditte compiacenti all’amministrazione comunale gestendo oltre un milione di euro.
L’inchiesta che ha decapitato il comune di Sabaudia ha monitorato la sempre discussa gestione di un’altra risorsa naturalistica del territorio, il parco nazionale del Circeo. Gli arresti sono stati chiesti dalla Prcoura anche per alcuni episodi di peculato, corruzione e falso che sarebbero stati compiuti nientemeno che da appartenenti ai Carabinieri Forestali di Sabaudia accusati falsamente di provvedere, per presunti motivi di incolumità e sicurezza pubblica, al taglio di molti alberi con il solo obiettivo di favorire ditte compiacenti incaricate dal comune di Sabaudia.
Questi arresti hanno creato molto clamore a Sabaudia e sul resto del territorio pontino e regionale in relazione alla figura della principale indagata, il sindaco Giada Gervasi, avvocato di professione, uno dei fondatori del civismo nella gestione delle pubbliche amministrazioni in provincia di Latina. Era stata eletta alle amministrative del 2017 ponendo fine ad uno monopolio di Giunte di centro destra al comune di Sabaudia. La Gervasi di recente aveva annunciato la sua volontà di ricandidati alle elezioni amministrative del prossimo maggio ma il blitz di queste mattina dei Carabinieri di Latina, cui si sono affiancati i colleghi di Roma e Varese, potrebbe complicare non poco questo orientamento politico-amministrativo