SABAUDIA â Undici persone ai domiciliari, quattro divieti e obblighi di dimora, altrettante interdizioni dai pubblici servizi per un anno e 15 informazioni di garanzia senza alcun vincolo. Si articola in questo modo il severo provvedimento del Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota che, condividendo in 508 pagine le risultanze investigative di ben tre pm della Procura di via Ezio (il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e i sostituti procuratori Antonio Sgarella e Valentina Giammaria), ha smascherato allâinterno del comune di Sabaudia lâesistenza di quello è stato definito, nellâambito della gestione della concessioni demaniali, âun consolidato e produttivo apparato clientelare tra i dipendenti del Comune e una serie di imprenditori privatiâ.
Al vertice di questo presunto sistema criminoso è stata collocata proprio la sindaca Giada Gervasi âattorniata da soggetti che ricoprono anchâessi posizioni apicali allâinterno della giunta comunale, quali assessori, dirigenti e consiglieriâ. E proprio loro sono finiti ai domiciliari: il sindaco avvocato eletto alle amministrative di cinque anni fa alla testa di una formazione civica, lâassessore ai Lavori Pubblici Angelo Innocenzo DâErme, il consigliere di maggioranza Sandro Dapit, lâex direttore del parco nazionale del Circeo Paolo Cassola, il presidente del comitato organizzatore âSabaudia 2020â Luigi Manzo e, ancora, Edoardo Piovesana (responsabile dellâufficio gare del comune), Giuseppe Pellegrino, Erasmo Scinicariello (supervisore e coordinamento dello stato di esecuzione dei lavori), Riccardo Guglielmi, Stefano Malinconico e lâappuntato dei Carabinieri Forestale di stanza presso la stazione di Fogliano Angelo Mazzeo.
Il Gip Castriota ha sospeso dal servizio per un anno due colleghi di Mazzeo. Si tratta dellâappuntato Giuseppe Polidoro e del luogotenente Alessandro Rossi, questâultimo uno dei ciociari coinvolto in questa inchiesta insieme al responsabile unico del procedimento del comune di Sabaudia, il frusinate Fabio Minotti. Insieme al geologo Quirino Alessi, ha subito il divieto temporaneo di esercitare la professione per un anno.
Gli inquirenti hanno indagato sui preparativi a Sabaudia per lâorganizzazione nella tarda primavera del 2020 di una prova della Coppa del Mondo di canotaggio. I lavori non stavano procedendo come avrebbero dovuto e potuto. Se da una parte stavano per compromettere di fatto lo svolgimento della manifestazione â sarebbe stata una delle ultime tappe di avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo poi rinviate di un anno â gli stessi indagati â sindaco Gervasi in testa âavevano fatto credere al presidente del Coni Malagò, al Prefetto e al Questore di Latina che la prova di Coppa del mondo a Sabaudia si sarebbe svolta regolarmente. E invece la verità è stata unâaltra. âGrazie a Dio, grazie al Coronavirusâ â disse il 6 marzo 2020 il presidente del comitato organizzatore Manzo in una conversazione telefonica al comandante nel centro remiero della Marina Militare. Di fronte al temuto fallimento della Coppa del Mondo câera stata â a suo dire â la âfortunaâ della sopraggiunta pandemia che li avrebbe sottratti alle loro responsabilitĂ .
Eâ emerso come gli indagati arrivarono persino a sperare in una diffusione del Coronavirus che avrebbe cosĂŹ costretto le autoritĂ sportive allâannullamento delle manifestazioni sportive, compresa quella della Coppa del Mondo di canottaggio di Sabaudia, per poter cosĂŹ coprire mediaticamente quello che altrimenti sarebbe stato un clamoroso fallimento organizzativo del sindaco e dellâaltro indagato Manzo.
Lâordinanza del Gip contesta complessivamente ai 30 indagati reati contro la pubblica amministrazione come la turbativa dâasta, il falso e la corruzione âe le loro modalitĂ di realizzazione manifestano una spiccata inclinazione a delinquere degli stessi. âLâaffermazione trova riscontro se si considera, in particolare, la spregiudicatezza, la disinvoltura e la dimestichezza con la quale dipendenti comunali e gli altri pubblici ufficiali indagati â scrive il gip â abbiano sfruttato le rispettive posizioni al fine di dare vita ad un sistema di mercificazione della âres publicaâ che, verosimilmente, perdura danni allâinterno del Comune di Sabaudiaâ.
Del maggiore numero di capi dâaccusa , ben otto, viene ritenuta responsabile il sindaco Gervasi che, grazie al suo ruolo istituzionale, si è mostrata unâabile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare a termine i reati per fini politiciâŚ.Nello specifico, fu proprio Gervasi a richiedere al prefetto di Latina la convocazione del comitato provinciale per lâordine la sicurezza pubblica allâindomani dellâattentato nella sede del Parco Nazionale del Circeo, salvo poi approfittare di tale situazione â scrive ancora il gip â per influenzare i controlli nei confronti dei titolari delle attivitĂ balneari riconducibili ai propri avversari politiciâ. Inoltre, gli indagati hanno cercato finanche di deviare le indagini. In particolare è emerso nel corso dellâindagine il tentativo della sindaca Gervasi di accreditarsi quale âconfidenteâ dei carabinieri di Sabaudia al fine di depistare eventuali indagini o responsabilitĂ a suo carico ed indirizzarle falsamente nei confronti di alcuni capi settori e di un assessore tanto da dichiarare falsamente di aver chiesto a questâultimo le dimissioniâ.
âLe false confidenze effettuate dalla Gervasi sono state smentite dalle intercettazioni telefoniche, nel corso delle quali è emerso che allâassessore â si legge ancora nellâordinanza del Gip del Tribunale di Latina â non vennero chieste le dimissioni bensĂŹ fu una sua scelta. Il comportamento della Gervasi appariva funzionale a precostituirsi un alibi qualora vi fossero state indagini nonchĂŠ un probabile tentativo di depistaggio. Inoltre, nel corso delle indagini è emerso che gli indagati, proprio per sottrarsi alle investigazioni â si legge nellâordinanza â hanno adottato molte precauzioni. Si è visto infatti che gli stessi hanno spesso evitato di parlare al telefono di determinate questioni, preferendo comunicazioni di persona oppure facendo ricorso ad applicazioni telefoniche che consentono di comunicare in maniera riservata, a riparo da eventuali intercettazioniâ.
Una curiositĂ calcistica in questa brutta pagina nella recente storia politico amministrativa del comune di Sabaudia. Anche la richiesta di una maglia autografata, con una dedica del calciatore della Juventus Paolo Dybala, è tra gli episodi riportati nellâordinanza del gip di Latina. âMia figlia fa 18 anni se era possibile rimediare una maglia di Dybala con lâautografoâ, chiedeva uno degli indagati.
Sullo sfondo di questa inchiesta câè anche la gestione del Parco nazionale del Circeo. Il suo neo presidente Giuseppe Marzano esprime totale disponibilitĂ e massima collaborazione alla Procura, e auspicando che in tempi brevi venga fatta chiarezza nellâinteresse della collettivitĂ , sottolinea che, se le accuse dovessero essere confermate, lâEnte Parco in questa vicenda è parte lesaâ.
Il presidente Marzano, a poche ore dalle notifica dei provvedimenti del Gip, ha espresso âpiena fiducia nellâoperato della Magistraturaâ sperando che le persone coinvolte, a vario titolo nelle indagini, âpossano chiarire in tempi rapidi le loro posizioni, dimostrando di essere estranee ai fatti e di aver operato nel rispetto della legalitĂ e della trasparenza piĂš totale. Mi sono insediato in qualitĂ di presidente dellâEnte Parco da pochi mesi, e sin da subito ho fatto della trasparenza e della legalitĂ una bandiera, un obiettivo da perseguire costantementeâ.