SABAUDIA – “Mazzette e corruzione, appalti e amici, truffe e favori, controlli e privilegi, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Sabaudia è solo l’ultima in ordine di tempo, ma il copione è sempre lo stesso, cambiano gli interpreti ma i personaggi sono sempre uguali. In Provincia di Latina soprattutto, si fa prima oramai a contare le pubbliche amministrazioni rimaste vergini a certe logiche e reati”. Inizia così la nota a commento degli ultimi fatti di cronaca – l’operazione “Dune” – che ha coinvolto il Comune di Sabudia, in primis il sindaco, che si è dimesso, Giada Gervasi – a firma dell’Onorevole Raffaele Trano (L’Alternativa C’è).
Così l’Onorevolte prosegue con una sequela di mezioni dei fatti di cronaca e politica accaduti negli ultimi tempi nel Basso Lazio e scrive: “Allora cerchiamo di riepilogare altrimenti perdiamo il conto. A Sabaudia hanno arrestato la sindaca – che si è dimessa – e altre 15 persone per peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. Ci sono anche esponenti delle Forze dell’Ordine. Ma solo un mese è passato e sembra essere solo all’inizio anche l’indagine che ha portato in manette il vicesindaco di Terracina: la dinamica è sempre quella, usare il potere per i propri comodi. Hanno iniziato con le sanatorie, ora stanno verificando anche lì il business e le autorizzazioni per le spiagge. Senza tornare troppo indietro nel tempo possiamo fare un salto a Gaeta, che io conosco molto bene, dove circa due mesi fa a finire nelle maglie della Procura sono stati il sindaco e altri dieci amministratori per il reato di lottizzazione abusiva, su un’area pubblica svenduta ad un privato. Peraltro già mezzo ufficio urbanistica del Comune – 11 imputati – è coinvolto in un’altra indagine molto grave, per corruzione, perché rilasciava le licenze edilizie persino in aree a rischio crolli, con funzionari attenti solo a cosa gli tornava in tasca”.
E prosegue annoverando alcune vicissitudine del sindaco di Sperlonga, rimbalzando poi su Formia, Minturno e Gaeta.” A Formia, c’è il processo a seguito dell’indagine ormai quasi smantellata e prescritta, ribattezzata Sistema Formia – scrive ancora – che vedeva una ventina di indagati per associazione a delinquere tra sindaci, consiglieri, assessori e imprenditori. Pure del corpo di polizia locale. Un altro ex sindaco ed altri 15 sono rinviati a giudizio per un’altra indagine sugli appalti pilotati in città. A Minturno l’ex presidente del Consiglio comunale è stato direttamente coinvolto nell’indagine sui concorsi truccati alla Asl di Latina dove è stato arrestato anche il segretario provinciale del Pd ed ex senatore. Coinvolto anche il figlio del presidente del Consiglio comunale di Gaeta, che al contrario del suo omologo non ha rassegnato le dimissioni. C’è poi il sistema di Luciano Iannotta, tra camorra e servizi segreti deviati e uomini delle forze dell’ordine a libro paga, con quote sociali nella costruzione dei porti di Terracina e Sperlonga”.
E conclude: “Mi fermo qui, per restare solo ai fatti più recenti. E allora come possiamo facilmente e tristemente notare, il territorio della Provincia di Latina si distingue per aver certamente prodotto e messo al comando delle pubbliche amministrazioni una delle classi dirigenti peggiori che si potessero immaginare”, per poi aggiungere: “Le risposte della politica? Pur di emergere molti sindaci giocano a rimpiattino. Mettono in campo le alleanze più improbabili e creano laboratori per il futuro con personaggi appartenenti alla preistoria, pur di andare ad occupare le poltrone degli Enti. Loro le chiamano geometrie variabili, ma in realtà la loro parola d’ordine segreta, ma nemmeno troppo è: rinnovamento zero!”
“Ritengo – chiosa l’On. Trano – però doveroso anche ringraziare uno Stato che funziona, e allora grazie alle energie migliori della Procura capaci di condurre indagini complesse ma fondamentali per importanza e soprattutto grazie all’operato del colonnello D’Aloia che ha mostrato di non avere titubanze nello scavare in profondità. Già da tre anni fa ero certo del fatto che l’arrivo di quei proiettili alla Caserma dei carabinieri forestali di Sabaudia non avrebbe fermato gli uomini dell’Arma, come peraltro preannunciai in una mia visita nell’imminenza del fatto. Le istituzioni dello Stato, la sua parte sana, devono continuare compatte e unite contro il malaffare e l’illegalità che spesso si annidano proprio al loro interno”.