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Formia / Lotta alla Criminalità organizzata, Articolo Uno: “la politica e le istituzioni devono esserci”

FORMIA – “Sono stati non pochi gli eventi nel sud pontino che nel tempo hanno fornito chiaramente il senso della misura di quanto questo territorio conviva da sempre con una realtà parallela legata al malaffare, confermando quanto da anni andiamo dicendo. Inutile ribadire che, contro ogni negazione, era evidente da lunghissimo tempo la necessità di mettere in campo con determinazione e senza indugi un rigoroso e sistematico controllo su un sistema criminoso che va sempre più radicandosi nel nostro territorio. Necessario un intervento forte e concreto delle istituzioni, ai diversi livelli, della politica nazionale, regionale e locale, delle amministrazioni locali, a cominciare da quella di Formia”. 

A parlare in una nota è il coordinamento provinciale e il raggruppamento formiano del movimento politico Articolo Uno. 

“La Prefettura di Latina, nel suo lavoro contro la criminalità, ha più volte lanciato appelli alle Istituzioni, ai Sindaci e ai Comuni, affinchè si crei una rete di controlli, anche con il supporto di professionisti esterni alle pubbliche amministrazioni” – scrivono ancora i referenti di Articolo Uno arrivando a ribadire un auspicio in particolare: “che ci si attivi affinchè si costituisca una sede distaccata della Divisione Investigativa Antimafia e della Direzione Distrettuale Antimafia. Il territorio ha bisogno di presidi di legalità e noi abbiamo perso persino il Tribunale di Gaeta”.

Un’esigenza che questo spaccato politico sente ancora più impellente alla luce dell’emergenza sanitaria pandemica da Covid-19 che ha “accentuato criticità e determinato conseguenze negative sul sistema sociale ed economico, con il reale rischio che la Covid economy diventi appetibile e strategicamente di grande interesse per le organizzazioni malavitose e criminali . E’ il dato di fondo che emerge dalla Relazione semestrale al Parlamento sull’attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia relativa al II semestre 2020″.

E spiegano: “Continuiamo a ritenere che la politica abbia un ruolo decisivo e non può essere quello dello ‘struzzo’. Ma la lotta si rafforza se condivisa, se è unitaria e non individualistica o episodica . Forze sociali, associazionismo, volontariato, forze politiche, movimenti , singole soggettività, cittadini insieme attorno ad un progetto di legalità e di contrasto alla malavita e alle mafie nella nostra Regione, nella nostra provincia, nelle nostre città. Insieme su un unico unificante denominatore : un progetto politico di contrasto alla malavita e alle mafie nella nostra Regione, nella nostra provincia , nelle nostre città, non di facciata .E’ importante che si assuma tutti un atteggiamento di resistenza contro l’illegalità. E ci aspettiamo che il Comune di Formia anche in questa occasione prenda posizione in merito e chiarisca quali azioni di contrasto vorrà mettere in campo”.

Articolo Uno, inoltre, rivolgendosi alla Commissione Regionale Antimafia – alla quale si prefiggono di far pervenire anche una richiesta formale –  chiede “di occuparsi del caso e di mettere il Sud pontino all’o.d.g. di una specifica seduta da svolgersi possibilmente in loco e porre al centro del lavoro politico della Regione Lazio e della Commissione medesima la questione legalità in relazione al sud pontino”.

E conclude: “Torna con convinzione la proposta di riattivazione di un Osservatorio Comunale o intercomunale sulla Legalità, di supporto nell’azione di controllo, di sensibilizzazione e trasparenza delle amministrazioni locali , a tutela del cittadino, dei suoi diritti. Utile aprirsi ad un confronto a livello comprensoriale o provinciale, anche attraverso l’attivazione di organismi consultivi. Ci aspettiamo che Il Comune di Formia, i Comuni del comprensorio, le amministrazioni locali interessate prendano posizione , si pronuncino, dicano con fermezza quali atti e strategie hanno messo in campo e intendano riproporre nella lotta alla malavita e alla mafia nelle nostra città e nel nostro comprensorio. Chiediamo ai nostri consiglieri comunali di riferimento di adoperarsi affinchè ciò avvenga. Il cittadino non va lasciato da solo. La politica e le istituzioni devono esserci”.

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