ITRI – Il comune di Itri chiederà al Ministro di Giustizia di sostenere economicamente o, meglio, di analizzare la richiesta avanzata dal comune di Gaeta di vedersi onorate le spese già affrontate, ben 406 mila euro, per la gestione dell’ufficio del giudice di pace operativo presso l’ex sede della sezione del Golfo del Tribunale in località Calegna. E’ il mandato che il consiglio comunale la prossima settimana, il 3 marzo, conferirà al neo sindaco Giovanni Agresti per “rispondere” all’arrivo di un atto di citazione ai danni del Comune di Itri dell’avvocatura del comune di Gaeta.
Il procedimento civile inizierà davanti il Tribunale di Cassino il prossimo maggio ma il problema assume ora una duplice valenza: erariale e finanziaria da una parte ma anche politica dall’altra. Il comune di Itri non ha in bilancio quanto chiede l’amministrazione di Gaeta che, all’indomani della soppressione del Tribunale in località Calegna nell’ambito del processo di revisione delle sedi giudiziarie italiane, decise di presiedere una sorta di consorzio pubblico per garantire la sopravvivenza dell’ufficio del giudice di pace.
Molti comuni hanno contribuito, seppur tardivamente, al funzionamento di questo servizio ma non tutti. Quelli di Minturno, Castelforte e San Cosma e Damiano decisero di utilizzare l’ufficio del giudice di pace direttamente presso il Tribunale di Cassino. L’ex sindaco di Itri Giuseppe De Santis nel 2014 verbalmente decise di utilizzare l’ufficio del giudice di pace di Gaeta ma il suo assenso non è mai stato ratificato dalla Giunta e tantomeno dal Consiglio comunale con un preciso impegno finanziario. Per l’allora e attuale maggioranza consiliare quell’onere economico sarebbero dovuto essere affrontato dal Ministero di Giustizia.
Il comune di Gaeta ha chiesto di recuperare questo credito maturato dal 2014 ad oggi per non conoscere problemi di natura erariale. La coperta è sempre più corta e anche il nuovo corso al Comune di Formia starebbe meditando di non garantire più alcun impegno economico per il funzionamento dell’ufficio del giudice di pace di Gaeta. Se così fosse corre il rischio di essere soppresso l’ultimo presidio di legalità rimasto superstite sul territorio del Golfo.