GAETA – Era visibilmente scosso oltre che afono l‘autosospeso coordinatore della Lega di Gaeta Vittorio Ciaramaglia in una conferenza stampa che avrebbe dovuto suggellare la bontà del suo progetto politico, quello di lanciare la candidatura a sindaco dell’appuntato dei Carabinieri in pensione Italo Taglialatela. E invece in un angolo appartato del bar Platani, in un assolato via Lungomare Caboto, si è consumato un qualcosa che è stato molto di più di un ammutinamento nei confronti dei vertici, provinciali e regionali, del carroccio. Il direttivo di un partito, la Lega, che avrebbe voluto “contribuire a rifondare o, meglio, a costruire il centro destra a Gaeta, si è autosospeso in segno di protesta nei confronti del commissario provinciale del partito, il Senatore Gianfranco Rufa.
Da una telefonata ricevuta dal parlamentare di Veroli intorno alle olre 13 di giovedì il sanguigno Vittorio Ciaramaglia ha perso la voce. E, nonostante un’eleganza impeccabile nel suo look, il ristoratore di Gaeta vecchia a fatto fatica a circoscrivere il sui malessere per il contrordine impartito dal commissario provinciale vicino al coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon.
“Rufa mi ha detto che il partito deve convergere, senza simbolo e con una lista civica, sulla candidatura a sindaco di Cristian Leccese quando la sera precedente Durigon mi ha rassicurato del contrario: avanti con il nostro logo e con il candidato a sindaco proposto e condiviso all’unamità dal direttivo, Italo Taglialatela”. Questo cambiamento di rotta ha mandato su tutte le furie Ciaramaglia. Un disappunto che, a fatica, ha celato sia nella conferenza stampa che nell’intervista video finale.
Per il cooordinatore della Lega di Gaeta i componenti del coordinamento locale hanno ufficialmente deciso di autospendersi dall’incarico “perché abbiamo capito, contrariamente a quanto viene reclamizzato e pubblicizzato da tempo, che non siamo il partito delle autonomie. Per niente”. Ciaramaglia l’invito del Senatore Rufa l’ha considerato quasi un affronto in considerazione dei due bocconi amari che la Lega ha dovuto ingoiare nel corso di questi mesi.
Avrebbe voluto dare vita ad un centro destra rinnovato “con i simboli dei partiti nazionali” ma Cosimino Mitrano, designando Cristian Leccese, ha detto di no. Si va avanti con la stessa formula inaugurata con successo nel 2012 e riconfermata cinque anni più tardi: Forza Italia, un pezzo di Pd e tante liste per risolvere i problemi di Gaeta. La Lega avrebbe voluto anche partecipare ad un tavolo politico per designare il successore del sindaco Mitrano ma “ci siamo trovati davanti ad una proposta unilaterale: prendere o lasciare sulla scelta di Cristian Leccese”.
La Lega, successivamente, ha provato a creare un asse elettorale con Fratelli d’Italia, soprattutto dopo la Waterloo delle Provinciali. L’intesa o, meglio, la volontà esternata dai coordinatori provinciali Gianfranco Rufa e Nicola Calandrini è rimasta in piedi soltanto pochi giorni per creare un tandem antitetico a Forza Italia e ad una parte del pd. Il ritorno del portavoce e consigliere comunale di Fdi Marco Di Vasta sotto il tetto elettorale di Cristian Leccese è stato un secondo pugno nello stomaco per Ciaramaglia, il quale ha provato a formalizzare la candidatura più naturale, quella dell’appuntato in pensione della tenenza dei Carabinieri di Gaeta Italo Taglialatela.
Le parole utilizzate nella conferenza stampa e nell’intervista video non ammettono altre interpretazioni: “Ci hanno venduti – ha accusato uno scosso Ciaramaglia – quando noi abbiamo operato una scelta orgogliosa, leale e trasparente della cui evoluzione sono sempre stati tempestivamente informati i nostri vertici provinciali e regionali. Che dire? Temevano che forse potevamo diventare una spina nel fianco nella corsa elettorale di Leccese e, dunque, ci hanno bloccati? Forse davamo fastidio – ha rincarato la dose Ciaramaglia – ad una coalizione che ha deciso di essere civica indossando una maschera di Carnevale per celare i suoi tanti limiti politici. Stiamo sbagliando noi? – si è interrogato aggiungendo l’ormai ex coordinatore di Gaeta della Lega – Attendiamo ora solo qualche giorno per capirlo”.
Il sospeso gruppo dirigente del carroccio di Gaeta spera in un intervento personale di Matteo Salvini per tentare di venire a capo di una gestione di un partito ormai andata. Negli ambienti politici leghisti è maturata invece un’altra prospettazione elettorale camuffata con la volontà di sostenerte Cristian Leccese. Il direttivo autosospesosi e Ciaramaglia sono rimasti vittima di qualcosa più grande di loro, di un regolamento di conti tra le due anime pontine della Lega.
Ciaramaglia – come si sa – è espressione diretta del capogruppo alla Regione Angelo Tripodi (assente alla conferenza stampa quando il venerdì è abitualmente ospite del coordinatore leghista), il commissario e Senatore Rufa è nel cono d’ombra dell’ex sottosegretario al Mef e attuale coordinatore regionale del partito Claudio Durigon.
Di sicuro l’improvvisa virata di Rufa a Ciaramaglia doveva bloccare la presentazione della candidatura a sindaco Italo Taglialatela, presente alla conferenza stampa insieme ai componenti del direttivo che si sono autosospesi, Mauro Pecchia, Mario Macera e Tommaso di Nitto. Questo disco rosso è stato considerato come una prevedibile ritorsione politica della componente centrista della Lega ai danni di quella proveniente della tradizione missina e di Alleanza Nazionale.
Non a caso al bar Platani non c’era l’ex sindaco Dc e Udc l’avvocato Giuseppe Matarazzo che, mai invitato, non aveva votato a favore la corsa di Italo Taglialatela. L’ex primo cittadino questa volta era stato invitato giovedì da Ciaramaglia attraverso un messaggio whattsapp ma venerdì era tranquillamente impegnato nel suo lavoro nel Tribunale di Cassino. E se fosse Matarazzo la ragione dell’annuncio di Rufa di convergere su Leccese?
Ciaramaglia ora ha deciso di fermarsi ai box per saturare le numerose ferite che ha sul corpo Nell’incontro con i cronisti ha soltanto sottolineato che le sue e quelle degli altri componenti del direttivo non sono dimissioni ma un gesto “per provarci a ricrederci. Purtroppo ripudiamo il mercato delle vacche ma l’ovvio – ha concluso – ha bisogno di essere sottolineato”. Di sicuro le dichiarazioni di Ciaramaglia, condite di accuse al vetriolo nei confronti dei vertici provinciali della Lega, non saranno facilmente superate. Da nessuna delle parti in causa.
Ciaramaglia ed il direttivo di Gaeta della Lega si sono imposti un termine di dieci giorni per evitare che “l’autospensione si trasformi in un’irrevocabile lettera di dimissione”. A quel punto il processo di commissariamento del partito di Gaeta, nelle fasi iniziali della campagna elettorale, sarà inevitabile l’avvocato Matarazzo pronto ad essere della partita con la duplice investitura di commissario straordinario e candidato a sindaco con l’imperativo di portare la Lega nel consiglio comunale di Gaeta.
Ma ci sono altre due alternative. Matarazzo, che dice di essere “un uomo di partito…faccio quello che mi dirà il partito”, potrebbe riproporre lo stesso schema elettorale della Lega di Formia alle amministrative dello scorso ottobre. Come? Utilizzando una o più liste civiche per sostenere uno tra i due candidati a sindaco del fronte progressista, Silvio D’Amante o Sabina Mitrano.
In attesa che intervenga Matteo Salvini, la componente autosospesa della Lega, sempre se deciderà di partecipare al voto amministrativo, avrebbe soltanto una scorciatoia elettorrale: far parte dello schieramento di Alternativa C’è che, guidato dal parlamentare ex Movimento cinque stelle Raffaele Trano, sabato mattina definerà la sua candidatura a sindaco.
INTERVISTE video Vittorio Ciaramaglia, coordinatore comunale Lega e Italo Taglialatela, candidato sindaco Lega