Meno pesante della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di una coppia di nazionalità moldava di 52 e 40 anni, rispettivamente Daniela Buinciuc ed Andrei Ciorba, arrestati nell’agosto 2021 dalla Guardia di Finanza di Mondragone con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di caporalato sul territorio del sud pontino e nell’alto casertano.
Nei confronti dei due anni, che risiedono a San Cosma e Damiano e a Gaeta, dove si trovano ai domiciliari, il sostituto procuratore Mariangela Condello ha chiesto rispettivamente quattro anni e 8 mesi e cinque anni e quattro mesi di carcere. La requisitoria è avvenuta nel corso del rito abbreviato che si sta celebrando davanti il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D’Angelo. Soprattutto la Buinciuc, difesa dagli avvocati Antonio Urciuolo e Gianluca De Meo, è accusata di aver gestito illegalmente ed in maniera stabile ed incessante una sorta di ufficio collocamento a favore di immigrati di nazionalità moldava.
La sua difesa ha ribadito la posizione affermata nel corso della discussione del ricorso davanti al Riesame e, cioè, di aver soltanto offerto sporadicamente aiuto e assistenza agli immigrati che, giunti dall’est europeo, le chiedevano di lavorare in considerazione della sua datata presenza in Italia o addirittura di essere accolti presso la sua abitazione quando non avevano un luogo in cui vivere appena giunti nel nostro paese. La tesi della Procura sammaritana è stata un’altra sulla scorta di numerosissime intercettazioni, servizi di osservazione della pg nonché testimonianze delle persone sfruttate e fatte entrare illegalmente: in violazione del divieto di impiegare cittadini extracomunitari privi del permesso di soggiorno per motivi lavorativi, la 51enne invece li avrebbe reclutati e impiegati presso terzi.
La difesa Andrei Ciorba, rappresentata dagli avvocati Pasquale Di Gabriele e Nicola Chinappi, ha di nuovo ridimensionato la portata dell’impianto accusatorio del sostituto procuratore Mariangela Condella. L’uomo, che vive a Gaeta, ha confermato di essere sato il conducente del furgone con cui ha trasportato nel sud-pontino e nei centri dell’alto casertano decine e decine di connazionali. Ha respinto invece l’accusa di aver procurato ai suoi clienti il pass per arrivare in Italia e, dunque, nell’area Schengen passando per l’Ungheria che – secondo la convinzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere – sarebbe dovuto essere motivato solo dallo svolgimento di attività lavorative.
La sentenza è attesa per il prossimo 4 marzo dopo le repliche del Pm.