ITRI – “Negli ultimi anni abbiamo assistito alla decrescita dell’olivicoltura itrana, con l’abbandono continuo dei fondi agricoli ed il mancato ricambio generazionale. La comunità itrana non ha creduto alla possibilità di uno sviluppo rispettoso delle proprie tradizioni per la valorizzazione del territorio. Abbiamo assistito all’edilizia selvaggia, alla svendita dei fondi agricoli per la realizzazione delle ville di campagna. Nessuna amministrazione comunale ha programmato un piano organico per la valorizzazione dell’olivicoltura, in sinergia con le potenzialità turistiche-culturali del territorio. Anche lo strumento minimo dell’iscrizione all’Associazione delle Città dell’olio, predisposto dall’amministrazione De Santis, è stato cancellato dalla giunta Fargiorgio”.
A parlare è il vice-presidente della Cooperativa “Unagri” di Giuseppe Suprano, che propone un ritorno ad un’idea di sviluppo che in città possa essere legata al prodotto per eccellenza della produzione tradizionale itrana: l’olio.
“Oggi – spiega – è necessario programmare un progetto integrato di valorizzazione e promozione che contempli congiuntamente alla Olivicoltura lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Occorre progettare una oculata strategia di marketing che costruisca una narrazione del territorio, focalizzato sulle indubbie potenzialità turistiche, che abbia al centro il ruolo strategico del paesaggio rurale olivicolo, identificando il territorio con la sua produzione tipica. Ogni iniziativa deve avere quale filo conduttore l’olivo ed i suoi prodotti come cultura e stile di vita, per incentivare il turismo del cibo e dell’olio da assaporare immergendosi nel paesaggio rurale itrano. La decrescita del settore olivicolo, registrato negli ultimi decenni, ha cagionato non solo un calo di produzione ma anche la perdita di professionalità e competenze”.
“Oggi – scrive ancora – è necessario un piano di formazione professionale al passo dei tempi, in grado di coniugare le nuove tecniche agronomiche con la cultura e le competenze tramandate. A tal fine è necessario valorizzare appieno l’Istituto Agrario, istituire corsi di formazione sulle pratiche agronomiche con particolare attenzione alla potatura ed all’uso corretto di fitofarmaci e concimi, attivare corsi di valorizzazione, commercializzazione e conoscenza dell’olio e dell’oliva con sedute di assaggio e degustazione. Nel campo formativo l’obiettivo principe deve essere quello di istituire percorsi di eccellenza, contiguo agli studi universitari, realizzando un Polo Formativo Agro-Alimentare in zona Rivoli”.
E poi propone la “ricetta”: “Il rilancio dell’olivicoltura itrana richiede investimenti culturali ed economici in tutta la filiera a partire dalle buone pratiche agronomiche, alla conoscenza piena dei processi di lavorazione e trasformazione, non trascurando il settore della commercializzazione e promozione del prodotto. L’indubbia qualità del nostro prodotto, sia per le olive che per l’olio, deve avere una giusta remunerazione per i produttori che con fatica ci offrono i tesori della nostra terra” – ed aggiunge ancora: “Gli operatori del settore devono saper cogliere tutte le opportunità e gli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni nazionali ed europee. A tal fine è opportuno l’adesione a cooperative, ad Organizzazione di Produttori (OP), ovvero consorzi di aziende agricole, frantoi e cooperative per il finanziamento di progetti di coltivazione, trasformazione e valorizzazione dei prodotti olivicoli. Le amministrazioni comunali, da sempre poco attente al settore, potrebbero investire nella formazione, assegnando borse di studio per la ricerca universitaria, attuare tutti gli strumenti di lotta alla piaga degli incendi per consentire nel tempo il recupero degli uliveti abbandonati, ma soprattutto dovrebbero istituire uno sportello per consulenze agrotecniche e per l’accesso ai finanziamenti comunitari (PSR)”.
E conclude: “Il futuro del nostro paese non può che partire dalla storia passata della comunità itrana, dalla conservazione di un habitat creato nei secoli dal lavoro costante, dalla centralità del paesaggio segnato dagli oliveti. Rinascita democratica con il candidato segretario Ing. Severino Alfieri, vuole costruire un Partito Democratico forte, presente sul territorio per uno sviluppo economico armonico con al centro la valorizzazione dell’olivicoltura, in sinergia con le potenzialità turistiche-culturali di Itri”.