FORMIA – Anche gli avvocati devono sapere i rischi cui vanno incontro nell’esercizio dell’attività forense. E a sentenziarlo è stata una sentenza del 2018 della sezione penale della Corte di Cassazione. Il pronunciamento della Suprema Corte è servito ad un uomo di 48 anni di Formia, Vincenzo D.N., di evitare, grazie alla difesa dell’avvocato Mattia Aprea, una condanna davanti il Giudice di Pace di Gaeta con l’accusa di minacce.
“Vi faccio vedere io…” – disse l’’uomo in maniera davvero spicciola all’indirizzo di un’avvocatessa di Formia, G.P. La professionista il 27 luglio 2016 aveva dato appuntamento al 48enne e alla compagna, S.D.P., per avviare, nell’ambito di una separazione concordata da tempo, una procedura di negoziazione finalizzata all’affidamento di un bambino che la coppia aveva avuto nel corso della loro altalenante relazione sentimentale. L’avvocatessa, che assistiva la donna del 48enne in questo tentativo di negoziazione, considerò quel “….Vi faccio vedere io” come una plateale minaccia verbale dalla quale sarebbe potuta scaturire anche una ritorsione di natura fisica.
Il 48enne di Formia fu denunciato penalmente alla Procura di Cassino che ha chiesto all’ufficio del Giudice di pace competente, quello di Gaeta, di dirimere la complicata controversia. Se la pubblica accusa aveva sollecitato per l’uomo una sanzione pecuniaria di 800 euro, il giudice di pace Sabrina Scappaticcio, su richiesta dell’avvocato Mattia Aprea, ha applicato il contenuto della sentenza di quattro anni della Corte di Cassazione che, facendo giurisprudenza, ha messo in allarme gli avvocati: sappiate che una minaccia verbale di uno dei due legali costituisce una regola del gioco…