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Monte San Biagio / Sughereta San Vito: Parco Monti Ausoni, Enti e il progetto per contrastare il fungo

MONTE SAN BIAGIO – “La Sughereta San Vito è un bosco di quercia da sughero nel Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi considerato, con i suoi circa 330 ettari di estensione, la più importante sughereta dell’Italia peninsulare” –  Ha dichiarato l’Assessora all’Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo e Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati, partecipando al workshop di studio e documentazione. Un incantevole luogo dove ci siamo incontrati in un giorno simbolicamente importante come quello di oggi (il 21 marzo), Giornata Internazionale delle Foreste, con il Parco e l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo per fare il punto sulle azioni di tutela e conservazione di un sito naturalistico di interesse internazionale. Un buon primo giorno di primavera”.
La Sughereta di Monte San Biagio è un’area straordinaria del Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi, ai piedi di Monte Calvo nel Comune di Monte San Biagio. È un bosco ad alto fusto di Quercus suber, una quercia sempreverde tipica degli ecosistemi costieri del Mediterraneo occidentale, dove si innalzano monumentali alberi secolari. È un sito facente parte di un network ecologico paneuropeo, la Rete Natura2000, nata da due Direttive comunitarie: “Uccelli” del 1979 ed “Habitat” del 1992. È una ZSC (Zona Speciale di Conservazione IT6040005) “Sugherete di S. Vito e Valle Marina”.
Quello in atto alla Sughereta è fondamentalmente un intervento individuato attraverso la sinergia di più Enti: la Regione Lazio, il Parco Monti Ausoni e il Comune di Monte San Biagio in provincia di Latina dove appunto ricade il territorio del bosco della Sughereta. L’intervento prevede la lotta ad un parassita che sta minando l’intera sughereta. Azione di mitigazione del fungo patogeno, prima, e successivamente la realizzazione di un’area di interdizione e di chiusura delle zone focolaio alle persone, per consentire la ripresa della sughereta.
Per Bruno Marucci, presidente dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi, si è trattato di “un evento particolare, direi speciale: oggi 21 marzo si celebra la giornata mondiale delle foreste e dei boschi e abbiamo voluto fortemente che questo evento si tenesse qui all’interno della Sughereta di San Vito proprio perché la Sughereta rappresenta questo territorio, rappresenta Monte San Biagio, ma rappresenta anche il territorio del Parco Monti Ausoni. Con la Regione Lazio siamo partiti con un progetto molto importante dal 2020 e ci sono state delle risorse stanziate dalla Direzione regionale Ambiente e che stiamo, insieme alla Università della Tuscia, elaborando i progetti per la salvaguardia e la tutela di questa foresta. Purtroppo, da decenni c’è un patogeno che aggredisce la Sughereta per cui stiamo cercando, attraverso gli studi scientifici dell’Università della Tuscia e con una serie di iniziative. Intraprendere questo progetto e questo trattamento di endoterapia nelle piante di sughera affinché possiamo sconfiggere questo agente patogeno che sta portando alla morte molti esemplari secolari. Tutto questo lavoro si sta facendo per le generazioni future, ma non solo per le generazioni future perché chiaramente noi dobbiamo ragionare in termini di sostenibilità e cercare di lasciare un territorio migliore rispetto a quello che abbiamo ricevuto. Le generazioni future rappresentano il vero obiettivo da coinvolgere in questo in questo progetto: infatti, insieme alle scuole, alle associazioni, soprattutto all’associazionismo giovanile, saranno intrapresi progetti e una serie di iniziative proprio per coinvolgerli, perché dobbiamo lavorare in sinergia, perché deve essere un risultato di tutti e non solo del Parco Monti Ausoni, del Comune o della Regione Lazio”.
“Una giornata particolare quella di oggi – ha sostenuto Lucio De Filippis direttore del Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi – perché oltre all’arrivo della primavera, tra le tante celebrazioni, c’è anche quella della Giornata Internazionale delle Foreste che, a partire dal 2013, con la proclamazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, contribuisce a sensibilizzare sempre di più sull’argomento degli alberi e delle foreste quale bene per l’umanità. Oggi avvertiamo il forte senso di responsabilità nel gestire e cercare di conservare la Sughereta. Questo sito, che è una zona speciale di conservazione, come definisce la Rete Natura 2000, il network paneuropeo dedicato alle aree protette, rappresenta la più grande foresta dell’Italia peninsulare per quanto riguarda gli esemplari di quercia sempreverde. Il motivo principale che ha spinto la Regione Lazio a investire qui un corposo finanziamento sta nel fatto che la foresta soffre l’attacco di un fungo patogeno: si tratta di un accidenti, potremmo dire un po’ come è accaduto per noi esseri umani con il virus del Covid, una malattia che minaccia gli alberi con il suo cosiddetto mal d’inchiostro. Attacca l’apparato radicale, il tronco e fino alla chioma e ne compromette la salute”.
E conclude: “L’Ente Parco insieme all’Università della Tuscia, al Comune di Monte San Biagio, all’associazionismo locale, alle comunità locali, hanno attivato, dalla primavera del 2020 questo che è un progetto di studio e ricerca. È stato necessario prima capire con esattezza e rigore scientifico qual era lo stato di salute del bosco e poi siamo intervenuti con risorse umane e professionali interne dell’Ente Parco, redigendo un progetto esecutivo che verrà messo a terra nei prossimi mesi, con la realizzazione di infrastrutture materiali che delimiteranno i tre focolai particolarmente minacciati, regolando l’accesso all’interno della foresta che non sarà consentito se non solo in pochi casi autorizzati. Un progetto veramente importante ambizioso e sperimentale del quale ne avvertiamo tutta la responsabilità per la sua efficace ed efficiente attuazione e che ci rende veramente felici e motivati, perché l’obiettivo da conseguire è quello di salvare la Sughereta”.

 

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