GAETA – Una prima promessa è stata mantenuta: si insedierà venerdì 25 marzo il rinnovato consiglio direttivo del partito Democratico di Gaeta eletto dal congresso che domenica scorsa, presso l’hotel Mirasole International, ha incoronato a segretario Gianluca Conte. L’ha confermato il 32enne avvocato penalista all’indomani della precisa levata di scudi della nuova minoranza interna che , formata da sei rappresentanti politicamente vicini al candidato a sindaco Silvio D’Amante, che ha sollecitato l’insediamento del “parlamentino” interno del Pd per dare attuazione agli adempimenti statutari che precedono un qualsivoglia appuntamento elettorale amministrativo
In sintesi, la minoranza interna del Pd vuole che il candidato a sindaco da proporre per la prima volta (dal 2008 in poi) all’elettorato di Gaeta scaturisca dalla primarie. Di coalizione o all’interno dei Dem poco importa. In effetti questa era stata la richiesta che aveva caratterizzato la mozione del candidato segretario Giovanni Di Bernardo sconfitto dal nuovo coordinatore Conte. Della necessità di svolgere le elezioni primarie all’interno della coalizione progressista o nello stesso Pd sono stati informati preventivamente il segretario provinciale del Pd Omar Sarubbo, il presidente provinciale dell’assemblea degli iscritti Matteo Marcaccio e il consigliere regionale pontino Salvatore La Penna ma l’interlocutore politicamente privilegiato è senza ombra di dubbio il consigliere Emiliano Scinicariello. E stato lui a volere il il giovane segretario Conte, chiamato ora a contribuire a fissare entro la prima metà di aprile le primarie per la scelta del candidato primo cittadino del fronte progressista
“Quello in corso è un momento delicato” – si è limitato a dire Scinicariello che, dopo aver centrato la segreteria del Pd con Conte, è considerato il privilegiato sponsor politico di Sabina Mitrano che di primarie non vuol sentir parlare. Scinicariello è davanti ad un bivio: mettere in sicurezza la segreteria del Pd dopo averla “scippata” alla signora Nunzia Madonna e alla presidente del consiglio comunale Pina Rosato o avallare ancora la sfida elettorale in prima persona della professoressa Mitrano?
In effetti la sortita politica della componente Di Bernardo-D’Amante che sarà discussa venerdì dal direttivo del Pd ha schermato un ultimatum: se non si svolgeranno le primarie così come prescrive lo Statuto del Pd , “adotteremo le iniziative del caso”. Insomma un pezzo del Pd, anche se di minoranza, è pronto già a farsi da parte, a mettere in difficoltà l’avvocato Conte.
Le soluzioni sul tappeto sono due qualora si decidesse di perseguire la strada delle primarie. La prima è permettere a Sabina Mitrano di iscriversi al Pd e, in quel caso, partecipare alle primarie interne al partito in cui a decidere tra lei, l’ex sindaco D’Amante o altri candidati siano gli stessi iscritti di Gaeta, sono 276.
La seconda opzione sarebbe clamorosa: Scinicariello, pur di mettere in sicurezza la nuova guida del Pd e dunque il simbolo nazionale, potrebbe “ripudiare” sul piano politico la professoressa Mitrano e decidere, in questa circostanza, di candidarsi egli stesso alla carica di sindaco sfidando lo stesso ex primo cittadino Pd D’Amante
La componente di quest’ultima candidatura ostenta in questo momento una calma olimpica perché “a decidere ora non siamo più noi”- ha fatto sapere il consigliere di Demos Franco De Angelis, pronto, qualora si svolgessero le primarie di coalizione, a candidarsi anche lui De Angelis sarebbe in lizza per un’altra forza politica diversa dal Pd ma è rappresentato nel nuovo consiglio direttivo dalla moglie con l’intento, chiaro, di marcare ad uomo l’azione politica del duo Conte-Scinicariello.
Il nuovo corso Dem, intanto, ha un altro problema all’ordine del giorno: la temuta rappresaglia – o presunta tale – della componente della presidente del consiglio comunale Pina Rosato che candidava alla segreteria Daniele D’Arienzo ma ha poi rinunciato a partecipare al congresso del Mirasole. La segretaria uscente Nunzia Madonna, ha preannunciato di aver contesto l’esito dell’appuntamento congressuale e dunque dell’elezione di Conte alla commissione di garanzia presso la federazione provinciale di Latina. Innanzitutto ha stigmatizzato la corsa al tesseramento di persone “che per anni non hanno mostrato alcun interesse, per il solo fine di “accaparrarsi” il simbolo per la campagna elettorale con la speranza e l’illusione di recuperare qualche punto percentuale.”
Poi ha denunciato alcune anomalie sul rispetto del regolamento nazionale e provinciale del tesseramento. Addirittura quest’ultimo “sarebbe stato modificato svariate volte, forse per andare incontro ad esigenze di pochi, tra cui i tempi e i modi di presentazione delle liste che – ha accusato la signora Madonna – non sono mai pervenute al segretario di circolo nei tempi richiesti. La coordinatrice uscente del Pd ha inserito nel frullatore delle polemiche anche l’ex commissario provinciale del partito Matteo Mauri (“diverse segnalazioni sono arrivate anche lui e alla Commissione Congressuale, ma nulla è stato fatto”) ma ha chiesto di rifare il congresso di Gaeta per una semplice raghione.
Sarebbe stato impedito “ad una parte considerevole dei tesserati, sia essi nuovi che militanti da anni, di esercitare il diritto di voto. Non hanno ricevuto alcuna comunicazione in merito alla data, il luogo e le modalità di svolgimento del congresso di Gaeta per l’elezione del segretario del circolo cittadino e del relativo direttivo (la convocazione del Congresso secondo regolamento deve essere eseguita con almeno sette giorni di preavviso), quasi come fosse un’iniziativa privata e riservata a pochi”
Nunzia Madonna ha difeso il rispetto delle regole e ha restituito al mittente quelli che ha definito “gli assalti alla diligenza. Il PD, come ogni altro partito che si rispetti, non è un autobus sul quale salire e scendere a secondo delle mere esigenze personali e/o politiche del momento”.
Almeno replicando all’ex segretaria Madonna, le due mozioni partecipanti al congresso sono apparse unite: “Sino a prova contraria per le convocazioni avrebbe dovuto provvedere un’autorevole rappresentante di chi ora esterna a torto le sue perplessità. Un esame di coscienza è doveroso da parte di chi è sceso unilateralmente da questo autobus nel 2012, dieci anni fa, ed è salito su quello condotto da Cosimino Mitrano. Senza alcuna motivazione politica ma solo per perseguire interessi di potere”.
Scinicariello ha il cerino acceso tra le mani anche per un’altra ragione: non è piaciuto alla componente Dem guidata dal candidato a sindaco D’Amante l’endorsement ricevuto da Sabina Mitrano da articolazioni importanti del centro destra che, insieme al Pd della presidente Rosato, governa Gaeta dal 2012. Uno di questi è stato dell’ex assessore urbanistica Pasqualino De Simone.
Precisando che “dopo vent’anni di anzianità contributiva alla causa elettorale”, non sarà in lizza per il consiglio comunale, l’ex esponente An ha preannunciato che lo sarà una sua amica , Paola Guglietta.
Tutto bene, tranne che per una particolarità: De Simone ha preannunciato che chiederà di fare votare a sindaco non il candidato di riferimento…Cristian Leccese (che stranamente non ha ritenuto opportuno prendere le distanze a questa scelta eticamente opinabile) ma… appunto Sabina Mitrano.
L’atto d’accusa che De Simone rivolge a Leccese è grave dopo aver però incensato il mitranismo: “Abbiamo maturato in questi dieci anni , una visione, un programma , degli obiettivi che hanno permesso a ciascuno di noi: di crederci e di impegnarsi con determinazione e convinzione, determinando , consequenzialmente, una doppia vittoria elettorale ! Dietro quella sintesi di orientamenti, di sensibilità , c’era comunque un ‘padre di famiglia’ che regolava i rapporti riuscendo a dare e a togliere a ciascuno di noi, con prudente valutazione. Appunto , un padre di famiglia politica , capace del ruolo affidatogli , dai sostenitori, prima e dagli elettori, dopo”.
Ora la situazione – a suo dire – è cambiata: “Oggi, invece, la visione ancora non si è consolidata , le ragioni dello ‘stare insieme’, si riducono a una eterogenea sommatoria elettorale, procedendo con ‘operazioni di laboratorio’. Si, LAB 32 (il riferimento va al laboratorio elettorale del candidato sindaco scelto dallo stesso Cosimino Mitrano peraltro) contenitori asettici dove non conta l’individualità di ciascuno , ma si diventa ‘figurine panini in versione elettorale’, un giorno cooptati in una lista e il giorno dopo in un’altra! Un mercato delle vacche con un andirivieni continuo di persone che dal palco avversario , negli anni passati ci gridavano nefandezze e abomini , non soggetti a prescrizione! Non mi sento un numero , non voglio essere un numero – e soprattutto , non devo ‘accontentarmi’ di un collocamento in una lista sbiadita – rincara la dose De Simone – Da qui nasce un atto di dignità personale non di coraggio. Stimo la stragrande maggioranza di persone che si candida nella coalizione elettorale, in continuità con quella di Cosimino Mitrano .
Ma se perdi stima, del timoniere, già nella fase iniziale è infruttuoso aprirgli dopo ( eventualmente, in amministrazione attiva ) il cosiddetto fuoco amico! No, preferisco giocare, come sempre, a viso aperto. Allora ho deciso di candidarmi indirettamente , andandomi a misurarmi elettoralmente su due candidature disgiunte. Si, aiuterò la mia amica Paola Guglietta , candidata al consiglio comunale nella coalizione ‘dopo Mitrano’, abbinando alla carica di Sindaco, invece, un’altra donna Sabina Mitrano. Il bene e il male non stanno solo da una parte, occorre selezionare il bene , a prescindere, dalle coalizioni di appartenenza”.
De Simone ha lanciato un appello per essere “aiutato in questa sfida che odora di futuro , di teste che non anestetizzano la propria coscienza, anzi difendono quello in cui hanno creduto, nell’altra faccia della politica che non abbraccia i ‘nominati’ ma chi costruisce passo dopo passo un ulteriore percorso di rilancio della nostra amata città”. Se Sabina Mitrano e Cristian Leccese commentassero queste affermazioni, aiuterebbero a rendere la campagna elettorale di Gaeta più lineare e trasparente di quanto lo sia al momento.