Cronaca

Frosinone / Delitto Willy Monteiro Duarte: causa della morte, il Prof. Cipolloni parla di calcio al torace

FROSINONE – Willy Monteiro Duarte la notte tra il 4 e 5 settembre 2020 morì in Largo Oberdan a Colleferro a causa di un calcio ricevuto al torace, per di più in un “momento preciso del ciclo elettrico cardiaco”. A questa prevedibile conclusione è giunto, davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, il professor Luigi Cipolloni, il medico legale di fiducia nominato da uno dei quattro imputati, Mario Pincarelli.

Ero scontato che l’accademico arrivasse a questa conclusione medico legale nell’ambito di una ‘guerra di perizie’ in corso da tempo davanti la Corte presieduta dal giudice Francesco Mancini. Nelle precedenti udienze del dibattimento il consulente della Procura di Velletri, il professor Saverio Potenza, aveva ribadito che il povero Willy sarebbe stato raggiunto da un colpo diretto nella zona posteriore del corpo, dunque di spalle. Anche per il dottor Diego Cirilli, il medico legale dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, il cuoco di Paliano sarebbe morto rapidamente a causa di un colpo diretto.

Lo confermerebbero l’emorragia cardiaca e le infiltrazioni di sangue nei polmoni. Willy, invece, sarebbe morto per una fibrillazione conseguente al calcio al torace che – ha dichiarato Cipolloni rispondendo ai legali dei fratelli Bianchi, gli avvocati Mario e Massimiliano Pica – “non è un processo irreversibile ma lo diventa se non si interviene in 2-3 minuti al massimo”.

Qui il medico legale ha fatto in aula l’esempio del calciatore danese Eriksen, salvato in campo dall’infarto grazie a un intervento istantaneo dei medici, e del calciatore della Fiorentina Astori, colpito da infarto quando era però a letto, senza la possibilità di essere soccorso immediatamente.

Con la testimonianza di Cipolloni si è chiusa l’istruttoria dibattimentale del processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte che vivrà due momenti importanti prima della sentenza finale il 12 maggio con la requisitoria dei sostituti procuratori Giovanni Taglialatela e Francesco Brando e la settimana successiva con le arringhe difensive.

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