FONDI – Illustrare i dettagli della delibera della Asl con cui è stato formalmente avviato l’iter per la realizzazione di una Casa della Comunità e di un Ospedale della Comunità a Fondi nell’area dell’ex mattatoio, rispondere alle domande dei consiglieri e dei comitati, fugare ogni dubbio sulla paventata chiusura o sul depotenziamento del “San Giovanni di Dio”: sono alcune delle motivazioni che hanno portato il sindaco Beniamino Maschietto e la presidente della commissione Sanità Daniela De Bonis a invitare il direttore medico Dea 1° degli ospedali di Formia, Fondi e Terracina nonché direttore del distretto 4 Giuseppe Ciarlo a partecipare ai lavori dell’organo riunitosi ieri mattina presso la sala consiliare “Luigi Einaudi”.
Per due ore i commissari, ma anche gli assessori e i rappresentanti dei comitati e delle associazioni in difesa del nosocomio fondano invitati dal primo cittadino, hanno ascoltato la proposta progettuale con la possibilità di fare domande e chiedere chiarimenti su ogni aspetto della sanità locale. Il dottor Giuseppe Ciarlo, con grande disponibilità e specificità, ha illustrato i dettagli di un progetto ambizioso, che non interesserà soltanto Fondi, il comprensorio e la provincia di Latina ma l’intero territorio nazionale e che consentirà, nel lungo termine, di ridurre i costi di gestione della sanità, con servizi più mirati e meno dispendiosi.
“L’ospedale di comunità – ha chiarito il direttore – accoglierà i pazienti cronici. Tutte quelle persone, per fare degli esempi concreti, che attualmente vengono dimesse dai reparti di medicina, non si curano bene, tornano in ospedale e ripetono lo stesso iter risucchiando il 70% della spesa sanitaria nazionale. In questa nuova concezione di sanità, i cosiddetti “sliding doors”, verranno accolti negli ospedali di comunità, strutture di degenza infermieristica, dedicate ad osservazione o particolari terapie che non possono essere fatte a casa. Ecco, questo processo consentirà di spostare i pazienti cronici e liberare strutture come il “San Giovanni di Dio”, rendendole più efficienti per le acuzie. Il tutto potenziando, sul modello di molti paesi virtuosi europei, l’assistenza domiciliare che, secondo l’ambizioso programma, dovrà passare dal 3 al 10 per cento dell’offerta sanitaria”.
Lo stesso è poi passato a chiarire il concetto di Casa della Comunità, che interseca e abbraccia l’integrazione socio sanitaria in innumerevoli forme, gestite in collaborazione con i servizi sociali e attualmente concentrate nella struttura ospedaliera di via “San Magno”. “Questo nuovo complesso – ha aggiunto – che dovrà essere completato entro il 2026 e che sarà realizzato grazie alle cospicue somme trasferite dal ministero alla Regione, sarà ubicato in luogo strategico per la città e per il comprensorio, e accoglierà tutta una serie di servizi come il TMSREE o le attività veterinarie”.
Il dottor Ciarlo ha poi fornito dettagliate rassicurazioni circa le sorti dell’ospedale “San Giovanni di Dio” che non chiuderà come falsamente comunicato da più fonti, a mezzo stampa e sui social, ma anzi sarà valorizzato e potenziato.
“La vecchia Tac ormai dismessa – ha aggiunto – entro dieci giorni sarà sostituita con un nuovo macchinario a 128 strati, con tempi più brevi ed esami diagnostici più accurati. A questo autentico gioiello, del costo di 526 mila euro, che sostituirà il precedente, letteralmente esaurito dalla pandemia, si aggiungono un nuovo mammografo digitale, il cosiddetto telecomandato, fuori uso da tempo, e nuove professionalità come quella del dottor Versaci che è una delle figure più importanti nel settore cardiologico, non solo al livello pontino ma al livello nazionale, o del dottor Carlo Iavarone, alla guida della Rianimazione. E poi ancora stiamo rendendo operativo il day surgery, che sarà affiancato dal one day surgery (pazienti per i quali è necessario il ricovero di almeno una notte in ospedale). Senza contare gli innumerevoli altri servizi e ambulatori già attivati come l’elettrofisiologia o cardiologia pediatrica». Lo stesso ha poi fugato una serie di preoccupazioni prive di fondamento sulle quali è stato interrogato dai presenti come il non funzionamento del pronto soccorso in orario notturno o i rischi per le partorienti correlate alla mancanza di una terapia intensiva neonatale.
“Con 600 parti all’anno – ha chiarito – la ginecologia del “San Giovanni di Dio” si conferma un’eccellenza al livello regionale tant’è che il primario del reparto di ostetricia di Fondi, la dottoressa Lippa, è ad interim anche il primario dell’ospedale di Formia, non il contrario. I parti a rischio, che richiedono la terapia intensiva, vengono preventivamente dirottati e la rinomata efficienza del reparto è il motivo per cui, ad oggi, giungono a Fondi partorienti da tutta la regione”.
Il sindaco di Fondi Beniamino Maschietto e la presidente di commissione Daniela De Bonis hanno calorosamente ringraziato il direttore sanitario per la non comune disponibilità a rispondere alle numerosissime domande e a fornire preziosi chiarimenti agli amministratori e, di rimando, all’intera cittadinanza.