SABAUDIA – A quasi un mese dallo scioglimento del Comune – avvenuto dopo l’inchiesta scandalo che ha portato a 16 misure cautelari e all’arresto della sindaca Giada Gervasi, per reati di falso, corruzione, turbativa d’asta – a Sabaudia iniziano a farsi sentire forte le conseguenze politiche del commissariamento, anche nell’ottica delle elezioni.
Se da un lato è bene ricordare, infatti, che la città delle dune in ogni caso sarebbe stata chiamata alle urne quest’estate – o quest’autunno, in base ai dati Covid – non si può non pensare che questa situazione non avrà un suo peso specifico nella corsa allo scranno più alto del Municipio di Sabaudia.
A cominciare dal fatto che, poche ore prima della pioggia di arresti, la stessa Prima cittadina ha rassegnato le proprie dimissioni, seguite poi da quelle della sua maggioranza – i numeri per lo scioglimento sono arrivati soltanto dopo le dimissioni di altri 6 consiglieri della minoranza -, quando si parlava già di un Gervasi bis…
Ma se la situazione dell’ex maggioranza è ormai puro caos, com’è la situazione nel resto degli schieramenti? Un primo dato arriva dalle scorse elezioni, quelle del 2017: al momento, nessuno degli ex candidati sindaci (Amedeo Bianchi per il Pd, Pasquale Capriglione, Roberto Bordignon e l’ex sindaco Giada Gervasi per i civici, Massimiliano Fantini per il M5s e Giovanni Secci per Forza Italia e Fratelli d’Italia) è in corsa per la fascia tricolore…
Altro dato rilevante arriva dal centrodestra che, dopo aver ventilato la possibilità di presentarsi unito alle urne, alla resa dei conti ha scelto una strada ben diversa, dimostrando che, di fatto, quell’unione non c’è: al momento ci sono già tre candidati sindaci che, con simboli o meno, vedranno un partito di centrodestra nelle loro liste.
Nello specifico, Forza Italia ha scelto di sostenere il candidato sindaco civico Alberto Mosca, mentre, Lega e Fratelli d’Italia, a un passo dallo scendere in campo per un Gervasi bis hanno dovuto cambiare rotta, scegliendo di puntare sul candidato sindaco Enzo Di Capua. Infine, almeno per quanto riguarda l’ala di centrodestra, è arrivata la decisione, da un pezzo storico locale come l’ex sindaco Maurizio Lucci (il suo governo era iniziato nel 2009 e terminato nel 2016 con una mozione di sfiducia, dopo diverse tensioni politiche come le dimissioni del 2012, dopo le quali è stato poi rieletto nella tornata successiva) di correre da solo: a suo sostegno vi sono già tre liste (“Lucci Sindaco”, “Amare Sabaudia” e “Coraggio Italia”).
Unico candidato, per ora, invece, dal centrosinistra – l’ultimo della quaterna -, ovvero Giancarlo Massimi, che correrà con il simbolo del Pd e, come già annunciato, con alcuni pezzi – tra cui Moreno Calabrese in primis – di “Cittadini per Sabaudia”.
Dulcis in fundo: per quella che si prepara ad essere una campagna elettorale al veleno, resta da capire cosa faranno gli altri ex gervasiani: l’ex vicepresidente del consiglio, Gianluca Bonetti, proverà a candidarsi sindaco, tentando di tenere unite le file dell’ex maggioranza o, almeno, di quello che ne resta?
E Luciano Colantone, che ha già annunciato di voler provare a diventare consigliere con la sua “Siamo Sabaudia”, cercherà un posto nelle coalizioni già delineate o, anche lui, proverà il brivido di correre da solo?