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Gaeta /Autorità portuale: svuotamento competenze filiale locale, richiesta d’incontro dell’ass. Magliozzi

GAETA – La filiale di Gaeta dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale continua a perdere pezzi. Alcuni dei suoi dipendenti hanno deciso di andare in aspettativa per verificare altrove altre esperienze lavorative ma l’aspetto più preoccupante è la decisione dei vertici dell’Adsp di trasferire a Civitavecchia la gestione del demanio marittimo.

Questi timori li esterna l’assessore all’urbanistica con delega alla portualità del comune di Gaeta Massimo Magliozzi in una lettera inviata al presidente Pino Musolino, al segretario generale e al dirigente dell’area “Uffici amministrativi decentrati”. Questa presa di posizione dell’assessore ed ex sindaco di Gaeta Magliozzi scaturisce dalla decisione della stessa Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro settentrionale di approvare la progettazione esecutiva di quello che a Gaeta, dal 3 maggio 2007, è conosciuto come il “Piano Frattasi”, dal nome del Prefetto che guidò all’epoca, in qualità di commissario Prefettizio, il Comune in stretta collaborazione l’allora segretario generale Alessandro Izzi.

Lo strumento urbanistico prevede, dopo l’ok definitivo del Consiglio comunale del 29 dicembre 2011, la riqualificazione ed il riordino dell’intero comparto della cantieristica all’ingresso sud della città prevedendo la possibilità di delocalizzare alcune attività incompatibili con l’attuale destinazione urbanistica, riservata alla cantieristica e all’itticoltura. In sintesi i cantieri navali, che rappresentano uno dei settori trainanti della blue economy di Gaeta e dell’intero, devono riqualificarsi o, se considerati impattanti sul piano ambientale o in grado di interferire con la completa attuazione del piano regolatore portuale, delocalizzare. Nel momento in cui la stessa ex Authority dopo 15 anni decide di riqualificare, operativamente parlando, un tratto fondamentale del water front di Gaeta, la sua struttura cittadina ha problemi gestionali.

L’assessore alla portualità del comune parla dell’adozione di “provvedimenti organizzativi che ha interessato il personale addetto” a causa di quelle che Massimo Magliozzi considera “problematiche insorte”. L’assessore manifesta “la mia preoccupazione per le possibile ricadute” e lo dice, a ragione, per essere stato anche “tra i più convinti assertori di promuovere le sinergie tra i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta in un network, in una cabina di regia, che condussero subito dopo (eravamo nel 2002, ndr) alla costituzione dell’Autorità portuale dei porti di Roma e del Lazio”.

L’assessore Magliozzi ha chiesto di ottenere un incontro al presidente Musolino per tentare innanzitutto di capire cosa sta avvenendo. Il trasferimento della gestione del demanio marittimo da Gaeta alla sede centrale di Civitavecchia dell’Adps è una di queste problematiche ma, più complessivamente, desta qualche perplessità la scelta della stessa ex Autorità portuale di non sostituire i dipendenti che per le svariate ragioni e motivi di salute hanno deciso di non garantire più il loro apporto professionale.

L’assessore Magliozzi ha formalizzato la richiesta di incontro “per rappresentare e scongiurare possibili disservizi che potrebbero limitare le potenzialità del porto di Gaeta ed il suo bacino di operatività e per la sua vasta utenza”. Il tono cui fa ricorso l’assessore Magliozzi nelle fasi iniziali della campagna elettorale di Gaeta è propositivo: “L’incontro richiesto all’assessore Musolino s’inquadra nel sinergico sviluppo della portualità di Gaeta e nell’ambito della corretta e leale collaborazione tra enti e per condividere – ha concluso il delegato alla portualità – le soluzioni operative e correttivi più efficaci”.

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