FORMIA – Nonostante una pioggia di emendamenti ed una chiara forma di ostruzionismo delle forze di minoranze, il consiglio comunale di Formia con i soli voti della maggioranza di centrodestra e di quello di Francesco Di Nitto di “Formiamo il Futuro” (“resto dove sono, nonostante tutto, alla maggioranza”) ha approvato giovedì pomeriggio il discusso regolamento per l’accesso agli atti amministrativi da parte dei consiglieri comunali. La coalizione che sostiene il sindaco Gianluca Taddeo è andata dritta per la sua strada e ha licenziato un regolamento tanto osteggiato che ha meritato ben quattro sedute della commissione Attività produttive.
“Questo regolamento è una priorità perché persegue due obiettivi – ha replicato il sindaco di Formia – il miglior funziamento deli uffici e dei servizi del comune e garantisce risposte ai consiglieri richiedenti. Più di così davvero non potevamo fare”.
La seduta consiliare, di fatto, ha cestinato la richiesta avanzata da 8 consiglieri di minoranza – ha deciso di non sottoscrivere l’istanza il solo consigliere Di Nitto, invitato ad inizio consiglio dall’ex candidato sindaco Amato La Mura a lasciare i banchi dell’opposizione e a restituire le diverse rappresentanze nelle commissioni di cui ha beneficiato all’inizio della consiliatura – di attendere l’approvazione del regolamento almeno sino al 6 aprile quando sarà reso noto il parere, richiesto il 7 febbraio scorso dal capogruppo di Guardare Oltre Imma Arnone, della commissione di Accesso agli Atti Amministrativi del Consiglio dei Ministri.
La maggioranza politicamente sapeva di non poter più tornare indietro anche nella parte del regolamento più contestato dalle opposizioni, quella di inviare, oltre al dirigente competente, anche al Sindaco le richieste di accesso agli atti. Ma solo per un argomento specifico: secondo la presidente della commissione Attività produttive Valentina Di Russo il Sindaco deve essere uno dei destinatari delle istanze, magari solo per conoscenza , in quanto è il titolare del trattamento dei dati. Caustica la replica del capogruppo di Guardare Oltre Imma Arnone: “Ciò significa che l’Ente si identifica nel Sindaco e tutti gli attori del processo amministrativo sono sostanzialmente sottoposti alla sua autorità. Le risposte, i documenti, le determine e/o le delibere sono per la gran parte prodotte dal lavoro dei dirigenti e dei funzionari dell’Ente ed è loro preciso compito quello di permettere la visione e l’acquisizione ai consiglieri comunali e, per le loro parti, ai cittadini tutti.”
Martedì pomeriggio aveva fatto capolinea nella commissione trasparenza presieduta dal consigliere Amato La Mura anche il neo segretario comunale Marina Saccoccia e quello che aveva anticipato nella sua audizione l’ha ripetuto: “Non è obbligatorio (talmente che non lo prevede alcuna norma di Legge) inviato la richiesta di accesso agli atti al sindaco pro tempore dell’amministrazione comunale”.
A precisarlo ulteriormente è stato il capogruppo di Prima Formia Antonio Di Rocco: “Questa materia è già disciplinata dal decreto legislativo 267/2000 che, avendo un valore maggiore di un semplice regolamento, prevede un termine di 30 giorni perché la richiesta possa essere accolta o meno. Il resto sono tentativi di aggrapparsi sugli specchi e le conseguenze sono quelle di creare un’inutile e dannosa contrapposizione tra maggioranza e minoranze”. Le opposizioni sono pronte ora a fare altro, ad impugnare il regolamento appena approvato alla Prefettura di Latina o davanti il Tribunale Amministrativo. Con una considerazione politica chiara: una consiliatura che inizia con queste premesse “rischia di rendere complesso è problematico il rapporto tra maggioranza e opposizione”.
La seduta dopo quattro ore si è conclusa con la discussione di una interrogazione della consigliera Arnone sulle disfunzioni che stanno condizionamento l’attività del Cup, il centro di prenotazione, dell’ospedale Dono Svizzero. L’argomento, sentitissimo dall’opinione pubblica, è servito per accendere i riflettori sulle perduranti ed irrisolte carenze, in termini di fabbisogno e tecnologico, esistenti nel più importante nosocomio del sud pontino e – come ha ricordato l’ex candidato sindaco Amato La Mura – Dea di secondo livello insieme a quello di Latina.
Il sindaco Taddeo ha fatto cenno di aver avviato un’interlocuzione con i vertici aziendali dell’Asl per tentare di dare risposte alle tante problematiche ma assillano l’ospedale di Formia ma “come Comune possiamo far ben poco perché la competenza è soltanto Regionale”. In questo momento la polemica tra Taddeo e La Mura si è alimentata quando quest’ultimo ha rimarcato come “a Formia non arrivano i fondi che dovrebbero essere disponibili per far funzione un dipartimento di emergenza e di accettazione. E invece continuano a beneficiare gli ospedali di Fondi e Gaeta che invece dovrebbero essere chiusi”.
La replica di Taddeo ha chiamato in causa, pur senza mai citarlo, il senatore Claudio Fazzone: “Se dei fondi vanno a Fondi e non a Formia, queste persone potrebbero appoggiarci, darci una mano per noi, ma se noi li denigriamo e diciamo che fanno parte di sistemi e che fanno parte di cose assurde non vedo per quale motivo dovrebbero aiutarci…se si offendono” .
A controreplicare al Sindaco è stato il suo predecessore Paola Villa: “Ci dicesse chi sono queste persone che ‘se si offendono’ condizionano le risorse economiche destinate al nostro Dono Svizzero, decidendo il destino sanitario e della salute pubblica di oltre 150mila abitanti del distretto sanitario sud. Forse anche la direzione della Asl dovrebbe dare delle spiegazioni, oppure essa stessa chiedere contezza al sindaco di Formia per le sue affermazioni”.