GAETA – Ha deciso di fare il medico e di diventare oncologa per “vendicarsi” del mostro che aveva ucciso il suo papà, vice-comandante per lungi anni dei Vigili Urbani del comune di Gaeta. Paola Parrella, gaetana doc, da qualche giorno sta facendo parlare di sè avendo inauguranto una nuova frontiera nella sempre infinita lotta ai tumori.
La dottoressa Parella ora vive a Foggia e da qualche anno guida il laboratorio di oncologia dell’Ircss “Casa sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo. Ha scoperto un algoritmo in grado di individuare precocemente i casi di cancro al seno che hanno maggiori probabilità di evolvere in maniera sfavorevole e di sviluppare metastasi. Anche di ricomparire dopo 15 anni dalla prima diagnosi. La scoperta è stata ritenuta davvero interessante tale da meritare un finanziamento di 610mila euro per lo sviluppo dalla fondazione Airc, Associazione italiana ricerca sul cancro. E questo ruolo, di “investigator grant”, è stato assegnato all’oncologa di Gaeta che, ricercatrice del laboratorio della Casa Sollievo della Sofferenza, ha presentato il progetto denominato Portent.
“Da diversi anni – ha osservato la dottoressa Parrella che a Gaeta molti ricordano per essere stata una militante dell’Azione Cattolica – la nostra ricerca è rivolta allo studio di una classe di nuove molecole chiamate microRNA (miRNA) che hanno un ruolo fondamentale nel funzionamento delle cellule normali e, quando alterate, sono associate a diversi processi che portano allo sviluppo dei tumori e in particolare delle metastasi”.
“Portent cos’è in effetti? E uno studio di ricerca traslazionale, il cui obiettivo è sviluppare anche esami di laboratorio applicabili direttamente all’attività clinica e finalizzati a migliorare le terapie dei pazienti. Oggi nel carcinoma del seno le principali urgenze sono date dall’identificazione precoce delle pazienti a rischio di evoluzione negativa e dalla conseguente ricerca di nuovi e più efficaci trattamenti allorché la malattia manifesti una progressione. Già nel precedente progetto Bremir, finanziato dal ministero della Salute, i ricercatori avevano identificato 8 miRNA alterati nelle pazienti con evoluzione negativa della patologia. Analizzando poi 223 casi di carcinoma del seno reclutati presso la senologia di Casa Sollievo, è emerso che due di questi miRNA sembrano essere effettivamente in grado di prevedere un’evoluzione negativa della patologia entro i successivi 15 anni dalla diagnosi. Sulla base di questi risultati, il team di biostatistici ha sviluppato un algoritmo ai quali è stata aggiunta l’analisi dei due miRNA identificati nello studio Bremir. È emerso che l’aggiunta dei due miRNA al modello clinico base migliora la capacità di predire l’evoluzione negativa della malattia”.
“Tuttavia, per poter applicare questo algoritmo alle pazienti che afferiscono ai reparti clinici è necessario che il modello venga generalizzato”. – ha continuato la dottoressa Parrella, – Dobbiamo dimostrare che il modello funziona anche su gruppi di pazienti diversi da quello dal quale è stato generato. Se la successiva analisi confermerà la validità clinica del modello, sarà possibile sviluppare e brevettare un test di laboratorio per l’analisi dei due miRNA che potrà essere utilizzato nella gestione clinica delle pazienti con carcinoma al seno che potranno essere trattate in maniera più intensiva con terapie più aggressive”.
Saranno 6 i centri di ricerca italiani che, assieme all’Ircss Casa sollievo della sofferenza, forniranno ulteriori 700 tessuti di pazienti per validare l’algoritmo. Comprendendo meglio i meccanismi che portano allo sviluppo della malattia e delle metastasi si potranno individuare anche i “punti deboli” nel comportamento della cellula tumorale che potranno diventare il bersaglio di nuove terapie. Allo studio, che sarà diretto dalla dottoressa Parrella, contribuiranno la biotecnologa Barbara Pasculli e la biologa Michelina Rendina. Elena Binda, biologa e direttrice dello stabulario, supervisionerà gli esperimenti sui modelli animali. Andrea Fontana, ricercatore dell’unità di Biostatistica che ha già sviluppato l’algoritmo predittivo, eseguirà le analisi dirette alla validazione dello stesso. Nel progetto finanziato da Airc i ricercatori verranno affiancati dalla medica Marina Castelvetere e dalla biologa Leonarda Di Candia, entrambe dell’unità di Anatomia patologica. Per approfondire le ricadute cliniche e massimizzare gli aspetti traslazionali al progetto lavoreranno anche l’oncologa Maria Morritti e il chirurgo senologo Luigi Ciuffreda.
La dottoressa Parrella è giunta a questa scoperta nell’ambito di una carriera davvero brillante. Nel periodo dal 1998 al 2001, per esempio, ha svolto l’attività di ricerca post dottorato presso la “Johns Hopkins University School of Medicine” di Baltimora negli Stati Uniti indagando gli aspetti genetici delle neoplasie. Negli anni seguenti ha implementato nella attività di ricerca condotta nuove strategie per lo studio delle alterazioni del programma epigenetico nei tumori solidi. Come Responsabile di progetti di ricerca ha condotto diversi studi anche in collaborazione con Istituti italiani ed esteri, con efficace gestione ed impiego di fondi e di risorse.