FORMIA – Non ha soddisfatto le aspettative della vigilia il tavolo istituzionale tenutosi l’altro giorni presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sul progetto di fattibilità, tecnico-economica, della strada “Pedemontana” di Formia . Ha uno sviluppo complessivo di circa 7680 metri e sarà caratterizzato per una parte considerevole da opere in sotterraneo con due gallerie naturali, una prima di lunghezza pari a 3800 metri, ed una seconda lunga 870 metri.
La galleria più lunga caratterizza interamente la prima metà del tracciato, che si distacca dalla attuale via Appia, in località Acervara. La seconda parte del tracciato, in uscita dalla prima galleria, si colloca nell’area di Balzorile – Piana, ai piedi della frazione collinare di Maranola, e verrà realizzata in superfice per un chilometro e mezzo prima dell’ingresso nella seconda galleria più corta, e di un tratto finale di circa un chilometro e 200 metri, in località Acqualonga, fino all’innesto sulla SS.7, in corrispondenza dell’attuale incrocio a raso con via Pietra Erta.
Per Gaetano Quercia, ex assessore e consiglieri comunale e ora attivo dirigente del Cisaf, il “Comitato permanente per l’incolumità Stradale degli Abitanti di Formia”, l’Anas “continua a trattate la Pedemontana come Totò trattava la vendita della fontana di Trevi”.
“Con ostentata sfrontatezza ad ogni campagna elettorale, specie quella per la regione Lazio – esordisce subito Quercia – tutti i politici di rango regionale e nazionale, senza alcuna distinzione partitica, vengono a mietere fior di consensi, promettendo la sempreverde e immancabile favoletta della Pedemontana! Fiumi di demagogici giuramenti, di costosissime progettazioni, di grafici “usa e getta”, per rinnovare il “cambialone politico” di questa fantomatica strada Pedemontana, unica arteria viaria di collegamento tra la fascia costiera del Lazio meridionale con la Campania e la dorsale adriatica verso la Ciociaria. Ma in verità qual è l’attenzione che tutti i sindaci e le amministrazioni del sud Pontino dedicano a tutela della nostra popolazione? E’ pensabile che il traffico nazionale che si riversa sui viadotti formiani sia un problema che riguarda solo Formia?”.
“La Litoranea via Unità d’Italia è diventata sulla pelle dei formiani un’autostrada senza pedaggio per il porto di Gaeta, per il Mof di Fondi e anche addirittura per la Roma-Civitavecchia? Ecco perché tutti i politici , tranne l’Onorevole di Alternativa C’è Raffaele Trano (ad oggi con il consigliere regionale di Forza Italia Simeone unici baluardi a difesa del nostro territorio), hanno innanzitutto il dovere di chiedere al Ministero dell’infrastrutture che senso ha esprimere un parere su l’ennesimo progetto di circa 335 milioni di euro quanto a mala pena sono disponibili circa 78 milioni di euro ( ammesso che ci siano ancora tutti ?)” – aggiunge ancora Quercia.
“E’ una considerazione legittima dopo che Anas e Regione Lazio hanno già sperperato inutilmente oltre 3,700 milioni di euro fra progettazioni e rilievi! Basta con questo ‘campionato mondiale di chiacchiere’ e di progetti alla ‘Fontana di Trevi’: chi tecnicamente o politicamente ha veramente la volontà d’impegnarsi per tutti i cittadini del sud Pontino deve “ricercare a vista gli ulteriori finanziamenti necessari” e martellare l‘Anas per procedere con diversa attenzione, immediatezza e con certezza di tempi” – ha puntualizzato ancora Quercia per conto del “Cisaf”.
L’Anas ha trasmesso il 22 novembre scorso al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici l’ennesimo progetto di attraversamento di Formia ( per inciso scelto tra i venti analizzati, un vero e proprio campionato mondiale di progettazioni). “A nostro avviso si tratta dell’ennesimo pasticciaccio che serve solo, a mo’ di specchietto per l’allodole, a tacitare la popolazione con l’ennesima inutile progettazione. Infatti questa ultima progettazione (Pfte) proposta per l’iter autorizzativo, ora trasmessa per il parere anche al presidente della Provincia Stefanelli e al sindaco di Formia Taddeo, partendo dall’Acervara fino all’innesto sulla Variante 7 Formia Garigliano, in corrispondenza dell’incrocio a raso in zona Pietra Erta, “non risolve affatto le criticità della viabilità del sud Pontino perché sposta solo gli attuali tappi d’ingorgo tra Gaeta e la cosiddetta Superstrada”.
Gaetano Quercia li definisce “tappi d’ingorgo che non tengono in alcuna considerazione alcuni aspetti”. Nel piano nazionale di ripresa e resilienza è prevista, come opera prioritaria con finanziamento regione Lazio di un miliardo di euro, la realizzazione della ‘Tirreno-Adriatica’ da S.Croce a Vasto. E’, poi, in dirittura d’esecuzione la partenza dei lavori per la realizzazione del Policlinico del Golfo in località ex Enaoli, “di conseguenza non debitamente valutato un ulteriore, enorme aggravio in prossimità dell’imbuto d’innesto di questa ipotetica tangenziale”.
Per Quercia, inoltre, è “pura utopia ipotizzare una canalizzazione veicolare dall’Acervara e via Canzatora verso Gaeta e, in particolare, verso il suo porto. L’Anas si risvegliasse dal suo soporifero letargo e dalla coltre di disinteresse verso il nostro territorio; la tangenziale di Formia così ipotizzata non serve a niente – conclude attaccando il Cisaf – Serve, invece, per l‘intero Sud Pontino una seria ipotesi progettuale che partendo da S.Croce arrivi almeno sino in località “25 Ponti” per innestarsi di lì verso Gaeta e verso Fondi : o si ragioni su un progetto serio o non si sperperi più neanche un nostro centesimo”.
(In copertina, immagine di repertorio)