VENTOTENE – Deve rimanere sequestrata la parte dell’albergo “Lo Smeraldo” di Ventotene nei confronti dei quale gli agenti della sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Gaeta avevano apposto i sigilli lo scorso 24 marzo. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, che ha convalidato il sequestro preventivo operato ai danni dell’albergo. Le Fiamme Gialle avevano rilevato come alcuni lavori di sbancamento in una pertinenza della struttura alberghiera fossero stati eseguiti senza alcun tipo di autorizzazione. Si tratta di interventi illegittimamente iniziati che – secondo il Gip Di Croce – sono serviti ad accumulare sul terreno dello stesso albergo rifiuti di ogni tipo in spregio alle normative in materia urbanistica, paesaggistica ed ambientale. Il Gip Di Croce ha anche disposto il sequestro del fondo su cui sono stati accumulati presunti rifiuti speciali provvedendo invece al dissequestro e alla restituzione di alcuni serbatoi e di alcuni serbatoi.
Questa vicenda ha di fatto vivacizzato la campagna elettorale a Ventotene semplicemente perché l’albergo “Lo Smeraldo” è stato prelevato grazie ad un concordato preventivo dalla società “Std srl”, il cui amministratore unico è Tonino Santomauro, fratello dell’ex sindaco dell’isola Gerardo. Il notaio ha sostenuto nei giorni scorsi in un’intervista video al nostro portale come il sequestro della Guardia di Finanza sia stato provocato, seppur in maniera inconsapevole, da quanto avvenne il 27 dicembre scorso. Fu appiccato un incendio, di probabilmente origine dolosa, all’interno del periplo dell’albergo di via degli Olivi. I danni furono contenuti solo grazie al tempestivo e provvidenziale intervento della Protezione civile dell’isola e dei Carabinieri della locale stazione. Le fiamme furono alimentate dall’abbandono in cui si trovava all’epoca “Lo Smeraldo”: materiale di ogni tipo, sterpi, arbusti e canneti.
La famiglia Santomauro e l’amministratore unico della “Std srl”, Antonio Santomauro, si attivarono immediatamente promuovendo una bonifica dell’area prospiciente la struttura alberghiera alle prese non tanto con cumuli di rifiuti e materiale ferroso accumulatisi negli anni quanto con bomboloni del gas che, dismessi, sono stati messi in sicurezza. Nel corso del blitz del 24 marzo le Fiamme Gialle hanno apposto i sigilli perché alcuni lavori di movimento terra effettuati alla vigilia dello scorso Capodanno erano stati realizzati senza alcun tipo di autorizzazione. Secondo l’ex sindaco di Ventotene quegli interventi – e l’ha ripetuta nell’intervista video – furono realizzati per creare una barriera frangi fuoco per mettere in sicurezza non solo “Lo Smeraldo” ma anche alcuni alloggi del vicino complesso Ater di Ventotene.
Nessun illecito urbanistico sarebbe stato commesso (lo stesso personale impegnato era in regola e nessun lavoratore era assunto a nero) ma a dire dell’ex sindaco l’intervento della Guardia di Finanza sarebbe stato richiesto strumentalmente per far trovare “una situazione diversa rispetto a quella che i militari immaginavano e che poi hanno trovato”.