FORMIA – “La sospensione di quella delibera? Mi auguro che la Giunta la revochi”. Non è rimasta con le mani incrociate la Comandante della Polizia Locale del Comune di Formia Rosanna Picano dopo aver trascorso martedì un giorno davvero “horribilis” da quando presta servizio nell’ente. Aveva saputo nel giro di poche ore che la Giunta aveva prima approvato la delibera numero 67 del 25 marzo scorso (ma pubblicata soltanto martedì 5 aprile) e poi l’aveva sospesa affrontando un argomento assai sensibile: la ridefinizione dell’assetto organizzativo dell’ente.
L’esecutivo Forza Italia-Fratelli d’Italia aveva previsto sempre l’attività di sei settori ma facendo perdere l’autonomia (e la capacità di spesa) alla Polizia locale che di fatto veniva cancellata come ripartizione autonoma. In sostanza veniva associata con questa nuova previsione al settore Servizi alla persona e all’avvocatura interna. Con una facile previsione da attuare con uno specifico decreto di nomina da parte del sindaco Gianluca Taddeo: il dirigente della Polizia Locale non sarebbe stato più la comandante Rosanna Picano ma l’avvocato Domenico Di Russo che al momento guida l’avvocatura ma anche la Cuc, la centrale unica di committenza.
La dottoressa Picano con questa discussa nuova riorganizzazione dei settori del comune di Formia sarebbe rimasta dirigente – in teoria avrebbe guidato la ripartizione “Infrastrutture e trasporti” (con annessi settori la Protezione civile, la sicurezza, trasporti e mobilità sostenibile, Dati e Open data, transizione digitale e Ced) – ma avrebbe dovuto dire addio alla Polizia Locale per la quale ha vinto un concorso pubblico per il ruolo di Comandante (e non di dirigente).
Di buon mattino mercoledì la dottoressa Picano ha formalizzato una richiesta di accesso agli atti presso l’ufficio personale del comune di Formia chiedendo di fatto copia della documentazione che il suo datore di lavoro, il comune per l’appunto, ha a disposizione relativamente alla sua sfera professionale e dirigenziale. La richiesta della Picano sarà esaudita nel giro di pochi giorni che però potrebbero allungarsi perchè – secondo quanto è emerso – non si troverebbe il bando di concorso cui partecipò la dottoressa Picano per aggiudicarselo.
L’alta funzionaria con questa iniziativa ha voluto manifestare una prova muscolare nei confronti dell’amministrazione comunale di centro destra chiarendo il proposito di andare sino in fondo – ricorso al Tar o al giudice del Lavoro – se la delibera numero 67 non dovesse essere revocata. La Giunta intanto con la delibera 84 del 4 aprile , poi pubblicata 24 ore più tardi, ha deciso frettolosamente di sospenderne l’efficacia recependo l’istanza della neo segretaria generale Marina Saccoccia – non aveva proferito verbo nell’adozione dell’atto deliberativo del 25 marzo – “per addivenire ad una dettagliata enucleazione e specificazione dei servizi e degli uffici all’interno dei settori anche in considerazione dell’imminente ed ineludibile approvazione del piano esecutivo di gestione”.
Si profila un scontro istituzionale tra la dottoressa Picano e i vertici del nuovo corso amministrativo al comune di Formia? L’interessata teme di essere un indiretto bersaglio da ridimensionare. Il principale potrebbe essere sullo sfondo il fratello Erasmo che, per anni “mister preferenze” nell’ambito di Forza Italia (di cui è stato vice sindaco ed assessore all’urbanistica e presidente del consiglio comunale), ha capeggiato alle ultime elezioni amministrative di ottobre “Resurgo”, una delle quattro liste che sosteneva il candidato sindaco sconfitto (per soli 37 voti) Amato La Mura.
Rosanna Picano al momento non chiederà nulla alla Giunta Taddeo. Attenderà cosa intende fare sulla riorganizzazione dei settori del comune di Formia. Magari, una richiesta di revoca della delibera numero 67 del 25 marzo arriverà a giorni da Ottavio Mariottini, il segretario della Funzione Pubblica della Uil di Latina al quale la Picano girerà le carte che il comune le consegnerà dopo la richiesta di accesso agli atti.
In questo quadro tutt’altro che rassicurante l’infaticabile dirigente del Settore personale del comune di Formia ha pubblicato il 1 aprile l’avviso pubblico per l’individuazione dei tre componenti del Niv, il nucleo interno di valutazione dei dirigenti. Quando tutti attendevano la riconferma con una proroga triennale dell’organismo scaduto il 31 marzo prossimo, gli stessi componenti uscenti – il professor Giuseppe Russo, Lucia Macera e Mauro Frasca – hanno appreso di avere 16 giorni di tempo per presentare eventualmente le loro candidature per tentare eventualmente di succedere a loro stessi. Il 16 aprile alle ore 12 scadrà il termine – davvero irrisorio – per presentare le candidature per far parte di un nucleo di valutazione chiamato a giudicare l’operato e a definire le indennità dei dirigenti del comune di Formia.
Nello specifico propone il sistema e la metodologia di valutazione delle performance organizzative e di quelle individuali dei dirigenti, posizioni organizzative, alte professionalità e personale; monitora il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso e in particolare sulla performance organizzativa dell’intero Ente e delle singole strutture, anche avvalendosi delle risultanze del controllo di gestione; supporta l’Amministrazione Comunale per la definizione, nel Peg (Piano esecutivo di gestione), degli indicatori di risultato degli obiettivi; riferisce alla Giunta, con cadenza almeno semestrale, sull’andamento delle performance e sulla funzionalità del sistema dei controlli interni e comunica tempestivamente le criticità riscontrate. Nel caso in cui il “Niv” rilevi delle illegittimità provvede alle segnalazioni ai soggetti competenti, come previsto dalla normativa.
In più garantisce la correttezza dei processi di misurazione e valutazione, nonché dell’utilizzo dei premi previsti dal decreto legislativo 150/2009, secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali/dai contratti integrativi, dai regolamenti interni all’Amministrazione, nel rispetto del principio di valorizzazione del merito e della professionalità. Sulla base del sistema di misurazione e valutazione, propone al Sindaco la valutazione annuale dei dirigenti e l’attribuzione a loro dei premi collegati alla performance; promuove ed attesta l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità previst dall’articolo 11 del decreto legislativo 150/2009; supporta il Segretario Generale nella definizione e nel monitoraggio del Piano di Prevenzione della Corruzione nonché nella redazione del referto sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni che l’Ente deve trasmettere alla Corte dei Conti; verifica i risultati e le buone pratiche di promozione delle pari opportunità; promuove le indagini sul personale dipendente volte a rilevare il livello di benessere organizzativo ed il grado di condivisione del sistema di valutazione; verifica i risparmi sui costi di funzionamento derivanti da processi di ristrutturazione, riorganizzazione e innovazione all’interno dell’Ente ai fini di destinare risorse aggiuntive che saranno ripartite, secondo quanto previsto dalla legge e dalla contrattazione decentrata integrativa; promuove periodicamente l’analisi del “benessere organizzativo” avvalendosi anche dell’attività del Comitato Unico di Garanzia; promuove e verifica qualsivoglia altro adempimento previsto dalle disposizioni legislative
Ma chi o coloro dovranno selezionare le candidature che arriveranno per la valutazione dell’operato dei dirigenti comunali? L’avviso pubblico della dirigente Livornese è chiaro. La selezione avverrà a seguito di “accertamento delle capacità e competenze previste dal Regolamento e mediante valutazione dei requisiti richiesti desunti dal Curriculum Vitae allegato alla domanda. La nomina avverrà, al termine del procedimento di selezione, con provvedimento del Sindaco. Lo stesso avviso potrebbe diventare carta straccia. Insomma non vincola “in alcun modo l’Amministrazione Comunale che, a suo insindacabile giudizio, può anche decidere di non procedere al conferimento dell’incarico nel caso in cui nessuno dei candidati sia ritenuto idoneo”.