Cronaca

Ponza / Delitto Pozzi, sviluppi dalla nuova perizia sul telefono cellulare della vittima

PONZA  -In attesa che la Procura di Cassino decida se archiviare o meno il caso,continua a far discutere la morte di Gimmy Pozzi, il giovane romano trovato privo di vita a 28 anni a Ponza il 9 agosto 2020 in circostanze ancora misteriose e non ancora chiarite. Il telefonino del campione di kickboxing, che lavorava come buttafuori per un locale dell’isola, è risultato inutilizzabile. Ad arrivare a questa inattesa conclusione è stato il nuovo perito del pubblico ministero Flavio Ricci, che si occupa del caso dall’autunno 202. Ha effettuato un download dei dati che si trovavano sull’Iphone 7 di Gianmarco su un altro dispositivo, ma a mancare sarebbe stato proprio il backup dell’ultimo mese – dal 23 luglio al 9 agosto 2020 – che sarebbe stato impedito in seguito alla presunta manomissione e che avrebbe potuto contribuire a risolvere il caso.

“È stato da un precedente perito del vecchio pm inquirente, il dottor Cerqueto, il quale – ha spiegato l’avvocato della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo – ha consegnato il telefono dopo circa un mese, un mese e mezzo, dichiarando che il telefono si era bloccato”.

“In realtà abbiamo scoperto un’altra cosa – ha aggiunto Gallo – dopo grande insistenza da parte del pm, è stato deciso di dare un nuovo incarico ad un altro perito, uno dei migliori d’Italia e 15 giorni fa, ricevendo il telefono, e si è accorto che il telefono non era bloccato, è stato disabilitato”.

Le accuse della parte civile sono dure e circostanziate: “Non è possibile che un tecnico sia così sprovveduto, perché continua a fare, nonostante gli 8 tentativi per bloccare un Iphone 7, ma i successivi, fatti a cadenza di tempo, per andarlo a disabilitare per sempre, cancellando ogni cosa di quel telefonino, questa è la prima ipotesi. O che lui abbia ricevuto già il telefono disabilitato e ha commesso un falso dichiarando nella sua perizia che lo ha bloccato lui. A questo punto la famiglia ha fatto una denuncia nei confronti di questo Cerqueto” – ha aggiunto l’avvocato Gallo.

“Il dottor Cerqueto è l’unico che – ha fatto sapere il legale della famiglia del buttafuori scomparso – ha fatto la verifica su questo telefono prima di quest’ultima perizia del nuovo consulente del pubblico ministero, che vuole rimanere anonimo perché la situazione è delicatissima, che metterà nero su bianco gli errori del vecchio perito e che è riuscito ad aprire il telefono, non di Gianmarco, ma è riuscito a fare il download su un altro telefonino, su un muletto da lui acquistato, dove purtroppo il telefonino è stato bloccato prima che facesse l’ultimo download sull’iCloud. Quindi noi abbiamo tutti i dati fermi al 22 luglio del 2020, qualche giorno prima che morisse”.

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