FORMIA – Ad accorgersi dell’ammanco furono i figli che lo scorso anno, per una mera casualità, per conto dell’anziana madre chiesero la scadenza e la valuta aggiornata di quei titoli. La risposta che ricevettero dal dipendente fu una soltanto: i buoni fruttiferi erano stati già liquidati e ad incassarli – a suo dire – fu la titolare, la donna di 81 anni.
Deve difendersi dalle accuse di truffa aggravata e falso in atto pubblico è un ex dipendente dell’ufficio postale di Maranola a Formia. Nei suoi riguardi la procura di Cassino ha disposto il giudizio davanti il giudice monocratico del tribunale di piazza Labriola. Sarebbe stato lui – secondo la conclusione investigativa della procura di Cassino – ad incassare tre buoni fruttiferi postali falsificando la firma della reale titolare, una donna di 82 anni. Due avevano un importo di sette milioni di vecchie lire, il terzo di un milione: erano stati versati lo stesso giorno, il 3 novembre 1997, presso l’ufficiale postale di Grunuovo, a Santi Cosma e Damiano.
Per dimostrarlo l’81 vittima del raggiro, A.P, originaria di Castelforte, ora orientata ora più che mai a costituirsi pare civile attraverso l’avvocato Pasquale Di Gabriele, chiese ed ottenne lo svolgimento di una perizia calligrafica dimostrando che la firma che autorizzava il pagamento di quei buoni non era stata la sua. La vittima aveva anche capito che il dipendente dell’ufficio postale che aveva carpito la sua buonafede aveva utilizzato una copia della sua carta d’identità che gli aveva dato in copia per qualsiasi evenienza. In più è stato anche definito nel tempo l’incasso di quei tre buoni fruttiferi. Avvenne in due giorni diversi, il 15 ed il 16 gennaio 2018, quando la donna pensava che quei buoni continuassero a maturare interessi.
La parte civile non ha ancora stimato l’entità dell’ammanco consumato nell’ufficio postale di via Angelo Forte, ora interessato da interventi di manutenzione. Il dato non è stato accertato. Lo sarà attraverso il dibattimento nel corso del quale dovranno essere computati gli interessi legali e monetari definiti al momento (o forse no?) del reale pagamento dei buoni. E’ da verificare ora anche la condotta processuale dell’ente Poste che, dopo aver sollevato dall’incarico il dipendente infedele, potrebbe costituirsi ora parte civile nel processo fissato davanti il giudice Alessandra Casinelli.