LATINA – Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nella mattinata odierna il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina coadiuvato nella fase esecutiva dal Raggruppamento Aeromobili Carabinieri di Pratica di Mare e dal Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria e la Squadra Mobile della Questura di Latina, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma nei confronti di otto persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati in materia di stupefacenti, di lesioni personali e di estorsione tentata aggravata dal metodo mafioso.
Più in particolare, l’attività di indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma costituisce l’approfondimento, sviluppatosi dal gennaio 2021 al luglio 2021, di un filone collegato al procedimento inerente lo spaccio organizzato di stupefacenti nel quartiere di Nuova Latina e nello specifico nei c.d. “palazzoni” di Via Pier Luigi Nervi, che aveva riguardato il ruolo ricoperto nella zona dalle figure dei fratelli Angelo e Salvatore TRAVALI. L’attività di indagine si è articolata in servizi di osservazione, attività di indagine classica affiancata da attività tecnica di intercettazione e da mirati riscontri. Gli episodi di cessione di sostanze stupefacenti ricostruiti nel corso delle indagini, per i quali il GIP ha ravvisato la sussistenza di gravi indizi, si collocano nel contesto caratterizzato da un’ampia zona verde con molti percorsi pedonali e due strade di accesso, in cui risulta ubicato un immobile oggetto di occupazione abusiva, risultato, in termini di gravità indiziaria, nella disponibilità dei soggetti oggetto di accertamento, situato all’undicesimo piano, sopraelevato e con ampia visuale dell’esterno, atto a consentire un facile controllo del luogo ed un’agevole individuazione degli estranei nell’area, comprese le forze dell’ordine;
le indagini hanno altresì consentito la ricostruzione, in termini di gravità indiziaria, di una vicenda di tentata estorsione in danno del distributore di benzina di via Epitaffio in Latina configurando altresì l’aggravante del metodo mafioso, così delineata nella contestazione provvisoria, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare oggi eseguita, nei confronti di Di SILVIO Maria Grazia: “con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p. e in particolare della forza di intimidazione conseguente all’appartenenza alla famiglia DI SILVIO-TRAVALI, i cui principali componenti (..) sono stati riconosciuti appartenenti con ruoli di vertice all’omonima associazione a delinquere (..) e arrestati per reati aggravati dal metodo mafioso (…) e dalla condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dalla riserva di violenza costituente principale patrimonio dell’associazione, in ragione dello spessore criminale degli appartenenti alla stessa, riconosciuto sul territorio di Latina in relazione ai procedimenti penali che li hanno visti coinvolti per gravi delitti contro la persona”.
Contestualmente la Squadra Mobile di Latina ha dato esecuzione alla misura emessa nei confronti di TRAVALI ANGELO, ritenuto gravemente indiziato in qualità di mandante, in relazione alla gambizzazione di URBANI MARCO, fatto verificatosi in Latina il 20 agosto 2014, episodio in relazione al quale, a seguito di riapertura delle indagini, sono stati raccolti dal predetto organo investigativo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, elementi che hanno condotto alla contestazione odierna nell’ambito di procedimento riunito al principale. Anche in relazione a tale fatto il Giudice per le Indagini Preliminari ha riconosciuto, in termini di gravità indiziaria, la configurabilità dell’aggravante prevista dall’art.416 bis.1 c.p. quale adozione del metodo mafioso nei termini sopra ricordati per l’episodio estorsivo.
Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza